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Anteprime
Suzuki GSX-S1000: full power
di Stefano Gaeta
il 08/04/2015 in Anteprime
Il motore che la spinge deriva da quello installato in passato sulla "gixxer" di 1.000 cc, la ciclistica è invece tutta nuova. Il risultato è una nuda senza troppi compromessi, da scatenare nel misto. Anche perché, nel caso si esageri, ora c'è il traction control. In vendita a 12.190 c.i.m.
Suzuki GSX-S1000: full power
Lo confessiamo! Questa volta abbiamo dovuto ricrederci. Eravamo partiti alla volta della soleggiata Andalusia per la presentazione stampa della nuova Suzuki GSX-S1000 con un certo scetticismo. Il periodo che stiamo attraversando ha spinto tutte le Case costruttrici ad affollare i bacini delle cilindrate intermedie, moto caratterizzate da bassi costi di gestione e quanto più possibile eclettiche. Mezzi allettanti anche nel prezzo di acquisto. La nuova maxi naked giapponese, invece, non rientra in questa classificazione.
Forse, però, non tutto deve sempre avere una logica e una forte base razionale per funzionare. Spesso le cose che lasciano un ricordo emozionale sono proprio quelle partorite da un attimo di genialità… sentimentale. Ecco, la Suzuki GSX-S1000 nasce così… Non è stata costruita per soddisfare un'esigenza pratica, ma per rendere eccitante anche una semplice giornata di guida.
Se proprio vogliamo dare una collocazione a questa moto, è certamente quella delle streetfighter d'attacco, da combattimento, come possono essere l'Aprilia Tuono, la BMW S 1000 R e la KTM Super Duke. Scusate se è poco...
Forse, però, non tutto deve sempre avere una logica e una forte base razionale per funzionare. Spesso le cose che lasciano un ricordo emozionale sono proprio quelle partorite da un attimo di genialità… sentimentale. Ecco, la Suzuki GSX-S1000 nasce così… Non è stata costruita per soddisfare un'esigenza pratica, ma per rendere eccitante anche una semplice giornata di guida.
Se proprio vogliamo dare una collocazione a questa moto, è certamente quella delle streetfighter d'attacco, da combattimento, come possono essere l'Aprilia Tuono, la BMW S 1000 R e la KTM Super Duke. Scusate se è poco...
Al primo sguardo la GSX-S sembra un felino accucciato pronto a lanciarsi nella caccia. Le linee sono tese ed aggressive senza però eccedere in azzardi troppo futuristici. Ad Hamamatsu non volevano una moto da cartone animato giapponese, ma qualcosa con un design in grado di piacere ad un pubblico adulto e con una certa esperienza in fatto di "nude". E l'obiettivo ci sembra centrato in pieno.
La GSX-S è ben fatta, le plastiche sono di buona fattura cosi come la verniciatura e gli accoppiamenti. Seduti in sella, tutto ciò che vedono i nostri occhi è adeguato al livello qualitativo generale. Il quadro strumenti è completamente digitale, le informazioni sono complete, chiare e facilmente leggibili anche in condizioni di forte luce. Bello il manubrio Renthal verniciato a polvere in nero opaco. Bisogna davvero impegnarsi per trovare qualche piccola caduta di stile, come certe viti non proprio bellissime da vedere. La posizione in sella è ottima per la nostra altezza (173 cm) nonostante le pedane ci siano sembrate un filo troppo alte. La porzione di sella per il passeggero è invece una sistemazione di emergenza, come sempre più spesso accade su questo tipo di moto.
La GSX-S è ben fatta, le plastiche sono di buona fattura cosi come la verniciatura e gli accoppiamenti. Seduti in sella, tutto ciò che vedono i nostri occhi è adeguato al livello qualitativo generale. Il quadro strumenti è completamente digitale, le informazioni sono complete, chiare e facilmente leggibili anche in condizioni di forte luce. Bello il manubrio Renthal verniciato a polvere in nero opaco. Bisogna davvero impegnarsi per trovare qualche piccola caduta di stile, come certe viti non proprio bellissime da vedere. La posizione in sella è ottima per la nostra altezza (173 cm) nonostante le pedane ci siano sembrate un filo troppo alte. La porzione di sella per il passeggero è invece una sistemazione di emergenza, come sempre più spesso accade su questo tipo di moto.
Alzare la GSX-S dal cavalletto laterale ci fa capire subito di essere di fronte a una maxi-naked che non ha mai ceduto ai... peccati di gola. I 209 kg dichiarati in ordine di marcia sono un eccellente risultato che, sommato al dato di potenza massima di 145 CV a 10.000 giri (con 106 Nm di coppia max), ci fa capire che la nostra amica andrà trattata con una certa cautela. Un consiglio che ci è stato gentilmente dispensato anche durante la conferenza stampa: la GSX-S non è una moto per tutti. Con questo messaggio in mente muoviamo i primi metri del nostro test.
A passeggio questa maxi Suzuki si lascia condurre con grande semplicità, i comandi sono tutti a portata di mano e il motore eroga la sua potenza in maniera molto lineare. Un plauso al cambio dagli innesti sempre precisi anche quando il ritmo di guida si fa sostenuto. Stesso giudizio anche per la frizione, morbida e puntualissima nello stacco.
Fin qui il contorno… perché il bello di questa moto è il pacchetto motore ciclistica, sulla carta un binomio esplosivo nel misto. Caso vuole che il percorso scelto dall'organizzazione preveda decine e decine di chilometri di curve dai raggi più svariati, tutte caratterizzate da un asfalto che rasenta la perfezione e in totale assenza di traffico. Un vero luna park.
Nonostante le condizioni ottimali, il feeling con la moto tarda ad arrivare. Il primo confronto con i colleghi ci tranquillizza. L'opinione è comune: l'impressione è che le sospensioni siano caratterizzate da una taratura troppo "soft", cioè con poco freno idraulico nella fase di ritorno e scarso precarico, un limite che sembra penalizzare soprattutto la forcella. In un attimo i tecnici giapponesi accontentano le nostre richieste. Bastano pochi click per ritrovarsi a guidare una moto radicalmente diversa. Le sospensioni (forcella rovesciata da 43 mm completamente regolabile, così come l'ammortizzatore) denotano una eccellente qualità, dimostrando di essere molto sensibili anche a pochi click di regolazione. Ora sì che si può fare sul serio…
La GSX-S agguanta la corda in maniera velocissima e in percorrenza trasmette sempre una grande sicurezza, anche alle inclinazioni più accentuate. In più, cambia direzione in un lampo senza richiedere in cambio un grande sforzo fisico. Anche quando viene maltrattata in una serie di strette curve in sequenza, l'avantreno trasmette sicurezza e il pilota ha la certezza di avere la situazione sotto controllo.
Un capitolo a parte lo merita il motore. Il quattro in linea da 999 cc deriva direttamente da quello che equipaggiava le GSX-R1000 prodotte tra il 2005 e il 2008. Questa unità è stata ovviamente modificata per essere impiegata nella nuova moto: gli interventi sono mirati a renderla più fruibile su strada senza tuttavia rinunciare alla cattiveria che l'aveva fatta apprezzare dagli appassionati delle hyper-prestazioni. Tra le modifiche principali vanno segnalati i nuovi i profili delle camme, gli inediti pistoni, i condotti di aspirazione e di scarico ridisegnati, un nuovo sistema di alimentazione ad iniezione con doppia valvola a farfalla (e iniettori a 10 fori), un air box ridisegnato (che respira attraverso canalizzazioni che passano attraverso il telaio) e un impianto di scarico creato ad hoc. Più in generale, tutta la messa a punto è volta a migliorare l'erogazione ai regimi intermedi, rendendo la GSX-S molto godibile anche su strada, senza per forza dover guidare sempre come se si fosse in superpole.
Rimane il fatto che quando si insiste con il gas, superata quota 9.000 giri, la GSX-S1000 smette velocemente i panni della docile naked (ottima la fluidità ai bassi e medi regimi…) per indossare in un attimo quelli della supersportiva da pista. Il limitatore sembra non arrivare mai e l'allungo lascia senza fiato. Il tutto condito da una colonna sonora, tra scarico e aspirazione, da race-replica! Le prestazioni del quattro cilindri sono tenute sotto controllo da un efficace (anche se elementare) controllo di trazione, regolabile su tre posizioni facilmente selezionabili tramite il blocchetto elettrico di sinistra. Il sistema, in ogni caso, fa sentire la sua presenza solo quando è davvero necessario: certo è che si desidera guidare di buon passo occorre passare alla modalità "1", la meno invasiva.
L'unico appunto che ci sentiamo di muovere alla nuova naked Suzuki riguarda la risposta poco fluida del comando del gas a causa di un marcato on-off. Per rimediare occorre una guida d'attacco, senza lesinare troppo sull'acceleratore.
Il pacchetto sicurezza è completato da un ABS del quale abbiamo gradito la taratura poco invasiva: in questo è aiutato da un impianto frenante di ottimo livello, con pinze anteriori Brembo, perfette nell'attacco e sempre gestibili grazie alla calibrata potenza disponibile.
A passeggio questa maxi Suzuki si lascia condurre con grande semplicità, i comandi sono tutti a portata di mano e il motore eroga la sua potenza in maniera molto lineare. Un plauso al cambio dagli innesti sempre precisi anche quando il ritmo di guida si fa sostenuto. Stesso giudizio anche per la frizione, morbida e puntualissima nello stacco.
Fin qui il contorno… perché il bello di questa moto è il pacchetto motore ciclistica, sulla carta un binomio esplosivo nel misto. Caso vuole che il percorso scelto dall'organizzazione preveda decine e decine di chilometri di curve dai raggi più svariati, tutte caratterizzate da un asfalto che rasenta la perfezione e in totale assenza di traffico. Un vero luna park.
Nonostante le condizioni ottimali, il feeling con la moto tarda ad arrivare. Il primo confronto con i colleghi ci tranquillizza. L'opinione è comune: l'impressione è che le sospensioni siano caratterizzate da una taratura troppo "soft", cioè con poco freno idraulico nella fase di ritorno e scarso precarico, un limite che sembra penalizzare soprattutto la forcella. In un attimo i tecnici giapponesi accontentano le nostre richieste. Bastano pochi click per ritrovarsi a guidare una moto radicalmente diversa. Le sospensioni (forcella rovesciata da 43 mm completamente regolabile, così come l'ammortizzatore) denotano una eccellente qualità, dimostrando di essere molto sensibili anche a pochi click di regolazione. Ora sì che si può fare sul serio…
La GSX-S agguanta la corda in maniera velocissima e in percorrenza trasmette sempre una grande sicurezza, anche alle inclinazioni più accentuate. In più, cambia direzione in un lampo senza richiedere in cambio un grande sforzo fisico. Anche quando viene maltrattata in una serie di strette curve in sequenza, l'avantreno trasmette sicurezza e il pilota ha la certezza di avere la situazione sotto controllo.
Un capitolo a parte lo merita il motore. Il quattro in linea da 999 cc deriva direttamente da quello che equipaggiava le GSX-R1000 prodotte tra il 2005 e il 2008. Questa unità è stata ovviamente modificata per essere impiegata nella nuova moto: gli interventi sono mirati a renderla più fruibile su strada senza tuttavia rinunciare alla cattiveria che l'aveva fatta apprezzare dagli appassionati delle hyper-prestazioni. Tra le modifiche principali vanno segnalati i nuovi i profili delle camme, gli inediti pistoni, i condotti di aspirazione e di scarico ridisegnati, un nuovo sistema di alimentazione ad iniezione con doppia valvola a farfalla (e iniettori a 10 fori), un air box ridisegnato (che respira attraverso canalizzazioni che passano attraverso il telaio) e un impianto di scarico creato ad hoc. Più in generale, tutta la messa a punto è volta a migliorare l'erogazione ai regimi intermedi, rendendo la GSX-S molto godibile anche su strada, senza per forza dover guidare sempre come se si fosse in superpole.
Rimane il fatto che quando si insiste con il gas, superata quota 9.000 giri, la GSX-S1000 smette velocemente i panni della docile naked (ottima la fluidità ai bassi e medi regimi…) per indossare in un attimo quelli della supersportiva da pista. Il limitatore sembra non arrivare mai e l'allungo lascia senza fiato. Il tutto condito da una colonna sonora, tra scarico e aspirazione, da race-replica! Le prestazioni del quattro cilindri sono tenute sotto controllo da un efficace (anche se elementare) controllo di trazione, regolabile su tre posizioni facilmente selezionabili tramite il blocchetto elettrico di sinistra. Il sistema, in ogni caso, fa sentire la sua presenza solo quando è davvero necessario: certo è che si desidera guidare di buon passo occorre passare alla modalità "1", la meno invasiva.
L'unico appunto che ci sentiamo di muovere alla nuova naked Suzuki riguarda la risposta poco fluida del comando del gas a causa di un marcato on-off. Per rimediare occorre una guida d'attacco, senza lesinare troppo sull'acceleratore.
Il pacchetto sicurezza è completato da un ABS del quale abbiamo gradito la taratura poco invasiva: in questo è aiutato da un impianto frenante di ottimo livello, con pinze anteriori Brembo, perfette nell'attacco e sempre gestibili grazie alla calibrata potenza disponibile.
Suzuki GSX-S1000: full power
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