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Anteprime
Overbikes Thor 50-125, il primo test
di Alfredo Verdicchio
il 10/07/2014 in Anteprime
Abbiamo provato il nuovo scooter Thor della Overbikes (by Pelpi International), nelle versioni da 50 e 125 cc. In vendita già dal mese di marzo, costano rispettivamente 1.890 euro e 2.190 euro, entrambi f.c.
Overbikes Thor 50-125, il primo test
Il dio del tuono norreno c'entra poco e nulla, tranne per il fatto che addosso al nuovo scooter sportivo della Pelpi International calza davvero a pennello. E non si offenderanno nemmeno gli estimatori del personaggio a fumetti targato Marvel, visto che a guardarlo il Thor è davvero un bello scooter.
Non che sarebbe potuto essere il contrario, dato che anche chi non mastica di moto tutti i giorni nel frontale dello scooter vedrebbe i tratti inconfondibili della Ducati 1098. Somiglianza accentuata tra l'altro dalla colorazione rossa con banda centrale e l'utilizzo di luci a led di posizione che donano al Thor uno sguardo da moto vera. Visto dagli specchietti fa una scena esagerata. Stessa bella impressione (e di deja-vu) che si prova guardando la zona posteriore dello stesso, dove trova posto il faro posteriore con luci a led, piccolo e a filo con le plastiche proprio come sulla sportiva di Borgo Panigale.
Al design riuscito anche degli specchietti e alle plastiche ben accoppiate, si contrappongono poi un paio di dettagli poco curati in stile far east (per chi non lo sapesse, la Pelpi Int. commercializza prodotti realizzati in Cina sulla base di specifiche richieste tecniche ed estetiche) come la cromatura dell'ammortizzatore (regolabile nel precarico della molla) e la staffa grezza che regge lo scarico.
Cadute di stile (come le spie della strumentazione poco visibili di giorno) che comunque non vanno a influire più di tanto sulla valutazione statica dello scooter più che positiva, soprattutto pensando al prezzo di listino davvero allettante: 1.890 euro f.c. per il Thor 50 2t a liquido e 2.190 euro f.c. per il Thor 125 4t.
Non che sarebbe potuto essere il contrario, dato che anche chi non mastica di moto tutti i giorni nel frontale dello scooter vedrebbe i tratti inconfondibili della Ducati 1098. Somiglianza accentuata tra l'altro dalla colorazione rossa con banda centrale e l'utilizzo di luci a led di posizione che donano al Thor uno sguardo da moto vera. Visto dagli specchietti fa una scena esagerata. Stessa bella impressione (e di deja-vu) che si prova guardando la zona posteriore dello stesso, dove trova posto il faro posteriore con luci a led, piccolo e a filo con le plastiche proprio come sulla sportiva di Borgo Panigale.
Al design riuscito anche degli specchietti e alle plastiche ben accoppiate, si contrappongono poi un paio di dettagli poco curati in stile far east (per chi non lo sapesse, la Pelpi Int. commercializza prodotti realizzati in Cina sulla base di specifiche richieste tecniche ed estetiche) come la cromatura dell'ammortizzatore (regolabile nel precarico della molla) e la staffa grezza che regge lo scarico.
Cadute di stile (come le spie della strumentazione poco visibili di giorno) che comunque non vanno a influire più di tanto sulla valutazione statica dello scooter più che positiva, soprattutto pensando al prezzo di listino davvero allettante: 1.890 euro f.c. per il Thor 50 2t a liquido e 2.190 euro f.c. per il Thor 125 4t.
Circa mille euro in meno rispetto alla diretta concorrenza più blasonata come l'Aprilia SR50 o lo Yamaha Aerox R. Rispetto ai quali, in più, gode di uno spazio a bordo superiore, abbastanza da poter ospitare piloti di una certa stazza e altezza, senza che questi si sentano limitati nei movimenti dallo scudo troppo vicino alle ginocchia o dalla pedana poco distante dal piano di seduta.
Iniziamo il test del nuovo Thor partendo dalla versione 50 con motore a due tempi raffreddato a liquido. Il monocilindrico non è un fulmine di guerra nel prendere i giri nei primi metri… e non solo: non è la potenza a mancare (4,3 CV a 5.000 giri), ma quanto la linearità dell'erogazione ai bassi regimi, con buchi evidenti soprattutto quando si va a riprendere il gas in uscita di una curva. Peccato, visto che poi dopo i 30 km/h il Thor 50 ha un netto cambio di carattere per poi trovare il muro invalicabile del limite dei 45 km/h imposti dal Codice Stradale. Un comportamento comunque nella norma: è il limite dei cinquantini, che se non sbloccati offrono poche emozioni e soddisfazioni.
A non convincere del tutto, invece, è la scelta da parte dei tecnici di adottare una taratura rigida per le sospensioni. Capiamo la volontà di abbinare una ciclistica rigida a uno scooter sportivo, ma qui le molle sia della forcella sia dell'ammortizzatore sono tanto dure da sembrare pensate per i soli "taglia forte" più che per i teenager. Una rigidezza tale da rendere il Thor poco comunicativo nelle curve e ridurre il feeling con lo sterzo anche sul dritto. Nulla di preoccupante, ma la forcella è talmente bloccata che alla massima velocità l'avantreno sembra soffrire di chattering. Infatti, anche le minime imperfezioni dell'asfalto non vengono copiate, così come le buche più profonde, dove si percepisce un lieve affondamento dell'ammortizzatore seguita da una risposta secchissima che va a scaricarsi totalmente sul fondoschiena del pilota.
Iniziamo il test del nuovo Thor partendo dalla versione 50 con motore a due tempi raffreddato a liquido. Il monocilindrico non è un fulmine di guerra nel prendere i giri nei primi metri… e non solo: non è la potenza a mancare (4,3 CV a 5.000 giri), ma quanto la linearità dell'erogazione ai bassi regimi, con buchi evidenti soprattutto quando si va a riprendere il gas in uscita di una curva. Peccato, visto che poi dopo i 30 km/h il Thor 50 ha un netto cambio di carattere per poi trovare il muro invalicabile del limite dei 45 km/h imposti dal Codice Stradale. Un comportamento comunque nella norma: è il limite dei cinquantini, che se non sbloccati offrono poche emozioni e soddisfazioni.
A non convincere del tutto, invece, è la scelta da parte dei tecnici di adottare una taratura rigida per le sospensioni. Capiamo la volontà di abbinare una ciclistica rigida a uno scooter sportivo, ma qui le molle sia della forcella sia dell'ammortizzatore sono tanto dure da sembrare pensate per i soli "taglia forte" più che per i teenager. Una rigidezza tale da rendere il Thor poco comunicativo nelle curve e ridurre il feeling con lo sterzo anche sul dritto. Nulla di preoccupante, ma la forcella è talmente bloccata che alla massima velocità l'avantreno sembra soffrire di chattering. Infatti, anche le minime imperfezioni dell'asfalto non vengono copiate, così come le buche più profonde, dove si percepisce un lieve affondamento dell'ammortizzatore seguita da una risposta secchissima che va a scaricarsi totalmente sul fondoschiena del pilota.
Molto meglio la versione 125 del Thor, sul quale i 20 kg in più di peso riescono a far lavorare meglio sia la forcella e ancora di più l'ammortizzatore. Il che rende il Thor 125 non solo più confortevole, ma soprattutto più comunicativo e intuitivo nel comportamento dinamico. In poche parole, quando ci si trova di fronte a una curva ci si fida di più a piegare, che da affrontare ci sia una lenta rotonda o una curva più veloce. In più, il Thor 125 può contare su di un motore convincente, non tanto per la potenza a disposizione (solo 9 CV scarsi a 8.000 giri), quanto per la spinta ai bassi e medi regimi interessante. Certo la velocità di punta non è elevata, di certo più bassa di altri 125 cc, eppure a noi il fatto che abbia corpo sin da subito piace parecchio.
Per concludere la frenata, nella media della categoria, quindi potente il giusto rispetto alle potenze in gioco, ma come spesso accade abbinati a comandi al manubrio poco comunicativi e duri: per frenare forte le leve vanno strizzate per bene.
Per concludere la frenata, nella media della categoria, quindi potente il giusto rispetto alle potenze in gioco, ma come spesso accade abbinati a comandi al manubrio poco comunicativi e duri: per frenare forte le leve vanno strizzate per bene.
Overbikes Thor 50-125, il primo test
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