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Triumph Thunderbird Commander, cruiser all'inglese
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Più bassa, più maneggevole e comoda, la nuova Triumph Thunderbird Commander punta a conquistarsi un posto tra le maxi cruiser forte di un motore muscoloso e progressivo come pochi. Già disponibile presso le concessionarie a 17.800 euro chiavi in mano
Il mercato cruiser fa ancora oggi numeri di tutto rispetto (circa 240.000 pezzi nel mondo), tanto che Triumph non ha mai smesso di essere propositiva. Così per il 2014 arrivano le rinnovate Thunderbird Commander e Commander LT, la sorella con borse, poggiaschiena per passeggero e parabrezza di serie che, a differenza degli Stati Uniti, in Italia viene prodotta solamente su richiesta, così come la piccola Triumph America.
Ma torniamo sul pezzo forte della casa di Hinckley, la Thunderbird, già disponibile presso le concessionarie a 17.800 euro c.i.m. Non fatevi ingannare dalle apparenze, anche se a prima occhiata la maxi cruiser Triumph sembra tale e quale alla prima versione presentata ormai cinque anni fa (come vola il tempo!), sotto tutto quell'acciaio si celano importanti novità sia a livello ciclistico sia di materiali utilizzati.
Ma torniamo sul pezzo forte della casa di Hinckley, la Thunderbird, già disponibile presso le concessionarie a 17.800 euro c.i.m. Non fatevi ingannare dalle apparenze, anche se a prima occhiata la maxi cruiser Triumph sembra tale e quale alla prima versione presentata ormai cinque anni fa (come vola il tempo!), sotto tutto quell'acciaio si celano importanti novità sia a livello ciclistico sia di materiali utilizzati.
I tecnici inglesi hanno praticamente ridisegnato l'ossatura portante della moto, alla ricerca di una maggiore agilità nella guida, maneggevolezza nelle manovre ottenuti con un abbassamento del baricentro e quote ciclistiche meno aperte: nello specifico l'angolo del cannotto di sterzo passa da 32° a 30,1°, l'avancorsa da 151 mm a 135 mm. Di contro è cresciuto l'interasse (il forcellone è nuovo) e non di poco: 1.665 mm di adesso contro i 1.615 mm precedenti. A variare è anche la parte posteriore del telaio, quella relativa alla seduta, che è stata abbassata per offrire un migliore controllo della moto nelle manovre lente, rendendo ancora più facile (e sicuro) l'appoggio dei piedi a terra. Che su di una moto da 348 kg dichiarati non guasta mai. Le novità relative alla ciclistica comprendono anche il comparto sospensioni, che nonostante mantengano una taratura di base piuttosto morbida (in linea con la filosofia turistica della moto) riescono non solo a digerire bene le imperfezioni delle strade (gli ammortizzatori hanno una maggiore escursione, 109 contro i 95 mm delle precedenti versioni), ma anche a garantire una buona stabilità di marcia sul veloce.
Come tutte le cruiser di una certa stazza, la Triumph Thunderbird va guidata rotonda, senza forzarla a fare la sportiva che tanto non lo è, anche se la discreta maneggevolezza, l'erogazione progressiva del twin e la prontezza con cui risponde ai comandi del gas a ogni regime invogliano parecchio a darci dentro. Fattibile e divertente su strade con curve medio veloci, meno quando il ritmo si fa più sincopato e le curve vicine tra loro. Nei cambi di direzione il peso e la lunghezza si fanno sentire con puntualità svizzera, così come qualche ondeggiamento (mai fastidioso) da parte del posteriore tra una accelerata e una frenata e di fronte ad avvallamenti presi in velocità. Insomma, tutto nella norma, così come l'impianto frenante (potente e non troppo aggressivo nell'attacco su entrambi gli assi), dotato di serie di ripartitore della frenata che entra in funzione quando si agisce con troppa energia solo sul posteriore e l'ABS, poco invasivo ma lo stesso in sofferenza per via del peso elevato da rallentare. Un appunto sulle leve al manubrio di grosse dimensioni in puro stile custom: si sposeranno bene con la tipologia di moto ma se non si dispone di mani giganti rendono difficile una buona presa e la conseguente gestione del comando. Con delle leve più sottili sicuramente la dosabilità della frenata ne guadagnerebbe di molto, così come la frizione che ogni tanto "scappa via" dalle dita.
Come tutte le cruiser di una certa stazza, la Triumph Thunderbird va guidata rotonda, senza forzarla a fare la sportiva che tanto non lo è, anche se la discreta maneggevolezza, l'erogazione progressiva del twin e la prontezza con cui risponde ai comandi del gas a ogni regime invogliano parecchio a darci dentro. Fattibile e divertente su strade con curve medio veloci, meno quando il ritmo si fa più sincopato e le curve vicine tra loro. Nei cambi di direzione il peso e la lunghezza si fanno sentire con puntualità svizzera, così come qualche ondeggiamento (mai fastidioso) da parte del posteriore tra una accelerata e una frenata e di fronte ad avvallamenti presi in velocità. Insomma, tutto nella norma, così come l'impianto frenante (potente e non troppo aggressivo nell'attacco su entrambi gli assi), dotato di serie di ripartitore della frenata che entra in funzione quando si agisce con troppa energia solo sul posteriore e l'ABS, poco invasivo ma lo stesso in sofferenza per via del peso elevato da rallentare. Un appunto sulle leve al manubrio di grosse dimensioni in puro stile custom: si sposeranno bene con la tipologia di moto ma se non si dispone di mani giganti rendono difficile una buona presa e la conseguente gestione del comando. Con delle leve più sottili sicuramente la dosabilità della frenata ne guadagnerebbe di molto, così come la frizione che ogni tanto "scappa via" dalle dita.
A non convincere invece sono le pedane, ora lunghe e larghe (quindi più comode delle più sportive adottate sulle vecchie versioni)... ma "bloccate", nel senso che a contatto con l'asfalto non salgono se non di qualche centimetro per poi letteralmente murare. Soluzione che se da un lato preserva la cromatura dei nuovi scarichi (dal sound pieno e non più a fetta di salame) dall'altro costringe la Thunderbird ad allargare inesorabilmente la traiettoria impostata. Un limite fastidioso che oltre a togliere quel gusto sportivo nella guida che a noi italiani piace parecchio, costringe ad affrontare con una certa attenzione i tornanti. Peccato. Anche perché i Metzeler ME 880 Marathon di primo equipaggiamento sono dei bei pneumatici, per la facilità con cui gestiscono la coppia poderosa e il loro comportamento sempre sincero, pure su fondi non proprio perfetti in fatto di grip.
Alla voce comfort di viaggio, la Thunderbird Commander 2014 si migliora, sfoggiando inediti cuscini con imbottitura rivista nei materiali per pilota (con appoggio lombare, molto apprezzato) e passeggero (cresce la superficie d'appoggio), tanto efficace da dare un sentito contributo nel filtrare i colpi più duri e smorzare totalmente le vibrazioni presenti (soprattutto sulla pedana sinistra) solo quando si tirano un po' le prime tre marce. Scarsa, ovviamente, la protezione aerodinamica, mentre pratico e per nulla ingombrante il comando a bilanciere del cambio, rapportato correttamente e dagli innesti precisi e nemmeno tanto duri.
Alla voce comfort di viaggio, la Thunderbird Commander 2014 si migliora, sfoggiando inediti cuscini con imbottitura rivista nei materiali per pilota (con appoggio lombare, molto apprezzato) e passeggero (cresce la superficie d'appoggio), tanto efficace da dare un sentito contributo nel filtrare i colpi più duri e smorzare totalmente le vibrazioni presenti (soprattutto sulla pedana sinistra) solo quando si tirano un po' le prime tre marce. Scarsa, ovviamente, la protezione aerodinamica, mentre pratico e per nulla ingombrante il comando a bilanciere del cambio, rapportato correttamente e dagli innesti precisi e nemmeno tanto duri.
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