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BMW R nineT: good vibration
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Se cercate qualcosa di unico, ecco la nineT, un regalo per i novant'anni del marchio BMW, destinato agli amanti delle cafe racer. Se vi piacciono le moto con una forte personalità e personalizzabili, preparate l'assegno, 15.530 euro ed è vostra…
Cosa c'è di meglio che festeggiare un importante compleanno con un bel regalo? Forse è quello che hanno pensato gli ingegneri a Monaco quando hanno deciso di chiamare la loro nuova creatura R nineT. Che si pronuncia "ninety", novanta appunto, esattamente come gli anni di vita delle motociclette bavaresi. E cosi, dai primi disegni del 2008, siamo arrivati fino a qui: in un lussuoso garage di Montecarlo al cospetto di questa naked finalmente nella sua versione definitiva, pronta a correre sulle strade della Costa Azzurra.
La osserviamo con molta attenzione e rimaniamo colpiti dal livello delle finiture: la BMW nineT è una moto curata fin nei minimi dettagli, con un'immagine solida e molto fascino. Ma qui, e non sappiamo ancora bene perché, c'è qualcosa di diverso: questa BMW emana strane e attraenti vibrazioni che ci spingono a toccarla.
La nuova BMW nineT non è una R 1200 R leggermente rivista nello stile e nella componentistica; al contrario, è una moto completamente nuova, pensata, voluta e progettata con lo scopo di essere esattamente ciò che è: una vera, grande novità, destinata a rompere gli schemi.
La osserviamo con molta attenzione e rimaniamo colpiti dal livello delle finiture: la BMW nineT è una moto curata fin nei minimi dettagli, con un'immagine solida e molto fascino. Ma qui, e non sappiamo ancora bene perché, c'è qualcosa di diverso: questa BMW emana strane e attraenti vibrazioni che ci spingono a toccarla.
La nuova BMW nineT non è una R 1200 R leggermente rivista nello stile e nella componentistica; al contrario, è una moto completamente nuova, pensata, voluta e progettata con lo scopo di essere esattamente ciò che è: una vera, grande novità, destinata a rompere gli schemi.
La nuova roadster tedesca monta lo storico motore boxer nella sua penultima versione, quella bialbero con raffreddamento misto aria-olio, capace di erogare 110 CV a 7.500 giri. Il bicilindrico della nineT ha però un'elettronica rivista rispetto alla versione che equipaggia la R 1200 R, oltre che collettori ridisegnati e un terminale nuovo e decisamente più leggero.
I rapporti del cambio sono stati accorciati utilizzando quelli di un'altra icona di Monaco, la GS "triple black". L'obiettivo era enfatizzare il carattere e l'erogazione del boxer. Anche il telaio è inedito, composto da quattro parti modulari e in grado di accogliere una forcella tradizionale in luogo del classico Telelever: non una forcella qualsiasi, ma quella che equipaggia la supersportiva di casa, la S 1000 RR, ovviamente con tarature specifiche e priva di regolazioni.
Fa una certa impressione vedere una BMW con motore boxer dotata di forcella tradizionale, quasi come se la nostra nineT fosse prima passata tra le grinfie di qualche fantasioso preparatore. Il telaio modulare offre, infatti, la possibilità di configurare la moto a seconda dei gusti e delle esigenze personali. Di serie è fornita con telaietto reggisella e relative pedane passeggero per essere utilizzata in coppia. Poi se si decide di "spogliarla", nessun problema. Bastano poche viti per rimuovere la struttura posteriore e far diventare la ninet, un'affascinante monoposto in perfetto stile cafe racer, con tanto di coprisella in alluminio spazzolato. Esiste poi anche la possibilità di rimuovere la parte finale del reggisella, senza la quale non è però possibile circolare su strada in quanto non risulterebbe omologata. L'idea è fornire una sorta di "foglio bianco" a tutti quei preparatori che volessero cimentarsi nella sua personalizzazione, rendendo loro la vita meno difficile. Tutto l'impianto elettrico è, infatti, privo di fusibili ed è assistito da una centralina in grado di "accettare" il montaggio di accessori aftermarket alimentati con corrente 12V. L'impianto di scarico, Akrapovic, offre la possibilità di rimuovere i db killer per poter accontentare anche gli amanti delle sonorità più maschie.
Il serbatoio è una vera opera d'arte. Completamente in alluminio, è assemblato a Berlino da maestri saldatori e rifiniti con una meravigliosa verniciatura nera opaca che diventa brillante dopo l'applicazione del trasparente. Vengono lasciate prive di vernice le due "pance" che godono di una spazzolatura di fattura artigianale. Anche la copertura dello snorkel di aspirazione della cassa del filtro è in alluminio, cosi come la cover strumenti. Insomma, sulla nuova BMW nineT non c'è traccia di plastica o di simil-metallo.
I rapporti del cambio sono stati accorciati utilizzando quelli di un'altra icona di Monaco, la GS "triple black". L'obiettivo era enfatizzare il carattere e l'erogazione del boxer. Anche il telaio è inedito, composto da quattro parti modulari e in grado di accogliere una forcella tradizionale in luogo del classico Telelever: non una forcella qualsiasi, ma quella che equipaggia la supersportiva di casa, la S 1000 RR, ovviamente con tarature specifiche e priva di regolazioni.
Fa una certa impressione vedere una BMW con motore boxer dotata di forcella tradizionale, quasi come se la nostra nineT fosse prima passata tra le grinfie di qualche fantasioso preparatore. Il telaio modulare offre, infatti, la possibilità di configurare la moto a seconda dei gusti e delle esigenze personali. Di serie è fornita con telaietto reggisella e relative pedane passeggero per essere utilizzata in coppia. Poi se si decide di "spogliarla", nessun problema. Bastano poche viti per rimuovere la struttura posteriore e far diventare la ninet, un'affascinante monoposto in perfetto stile cafe racer, con tanto di coprisella in alluminio spazzolato. Esiste poi anche la possibilità di rimuovere la parte finale del reggisella, senza la quale non è però possibile circolare su strada in quanto non risulterebbe omologata. L'idea è fornire una sorta di "foglio bianco" a tutti quei preparatori che volessero cimentarsi nella sua personalizzazione, rendendo loro la vita meno difficile. Tutto l'impianto elettrico è, infatti, privo di fusibili ed è assistito da una centralina in grado di "accettare" il montaggio di accessori aftermarket alimentati con corrente 12V. L'impianto di scarico, Akrapovic, offre la possibilità di rimuovere i db killer per poter accontentare anche gli amanti delle sonorità più maschie.
Il serbatoio è una vera opera d'arte. Completamente in alluminio, è assemblato a Berlino da maestri saldatori e rifiniti con una meravigliosa verniciatura nera opaca che diventa brillante dopo l'applicazione del trasparente. Vengono lasciate prive di vernice le due "pance" che godono di una spazzolatura di fattura artigianale. Anche la copertura dello snorkel di aspirazione della cassa del filtro è in alluminio, cosi come la cover strumenti. Insomma, sulla nuova BMW nineT non c'è traccia di plastica o di simil-metallo.
E ora è il momento di raccontarvi, come va!
Come va
È arrivato il momento di verificare sul campo, o meglio sulle strade della Costa Azzurra, se le sensazioni visive sono all'altezza del feeling di guida. La posizione in sella è un ritorno al passato: siamo seduti "sopra" e non "dentro" alla moto. Il cuscino è duro quanto basta mentre il manubrio è veramente largo. Ma bastano proprio pochi chilometri per farci l'abitudine. All'avviamento registriamo un sussulto… del nostro cuore però.
La BMW nineT emette un borbottio cupo e il motore prende i giri in maniera fulminea. Tutto, nell'erogazione, è stato pensato per enfatizzare i bassi e i medi regimi. Spariamo le marce in sequenza per gustarci la schiena del boxer bavarese che in questa versione sembra vivere una nuova vita. Riprendiamo in mano il gas con marce lunghe appena sopra al minimo e, nulla, nemmeno un rifiuto. Veramente incredibile.
Nel primo tratto di strada del test i tornanti ci fanno apprezzare l'ampio braccio di leva del manubrio, ma è solo quando il raggio delle curve aumenta che cresce in maniera esponenziale il gusto alla guida della nineT. La roadster BMW segue fedelmente la traiettoria impostata anche se risulta un po' secca sulle asperità in rapida sequenza, anche a causa di una forcella a nostro avviso un po' troppo veloce nel ritorno. Peccato sia priva di regolazioni. Regolazioni delle quali invece non difetta l'ammortizzatore posteriore, sul quale agiamo subito per togliere un po' di precarico. E l'effetto si sente immediatamente con reazioni più morbide del posteriore.
Comunque sia, la BMW nineT non è una funbike tutta "penne e traversi" e nei rapidi cambi di direzione richiede un certo impegno fisico e un briciolo di malizia. Tuttavia, guidata in maniera rotonda, questa BMW regala grande confidenza e una piacevole sensazione di controllo. La frenata è all'altezza della situazione. Belle ed efficaci le pinze Brembo monoblocco, coadiuvate da un ottimo sistema ABS Bosch, qui nella versione priva di sistema integrale. Ed è proprio l'antibloccaggio l'unica concessione che la nineT fa all'elettronica, ormai presente in tutte le forme anche su moto di livello molto più basso della roadster BMW.
E questa è forse la cosa che più ci è piaciuta, ovvero l'azzeccato mix tra un'immagine decisamente retrò e fuori dagli schemi da un lato, e l'utilizzo di tutto lo sconfinato know-how di BMW per ottenere una moto con pochi filtri dall'altro. I difetti si sentono subito cosi come i pregi. Queste sono le moto che ci piacciono e che crediamo possano risvegliare la passione. Nella nuova BMW nineT l'industrializzazione ha ceduto il passo al design e questo ha permesso di creare una moto sanguigna e attraente, in grado di far riscoprire i piaceri nella guida.
La BMW nineT emette un borbottio cupo e il motore prende i giri in maniera fulminea. Tutto, nell'erogazione, è stato pensato per enfatizzare i bassi e i medi regimi. Spariamo le marce in sequenza per gustarci la schiena del boxer bavarese che in questa versione sembra vivere una nuova vita. Riprendiamo in mano il gas con marce lunghe appena sopra al minimo e, nulla, nemmeno un rifiuto. Veramente incredibile.
Nel primo tratto di strada del test i tornanti ci fanno apprezzare l'ampio braccio di leva del manubrio, ma è solo quando il raggio delle curve aumenta che cresce in maniera esponenziale il gusto alla guida della nineT. La roadster BMW segue fedelmente la traiettoria impostata anche se risulta un po' secca sulle asperità in rapida sequenza, anche a causa di una forcella a nostro avviso un po' troppo veloce nel ritorno. Peccato sia priva di regolazioni. Regolazioni delle quali invece non difetta l'ammortizzatore posteriore, sul quale agiamo subito per togliere un po' di precarico. E l'effetto si sente immediatamente con reazioni più morbide del posteriore.
Comunque sia, la BMW nineT non è una funbike tutta "penne e traversi" e nei rapidi cambi di direzione richiede un certo impegno fisico e un briciolo di malizia. Tuttavia, guidata in maniera rotonda, questa BMW regala grande confidenza e una piacevole sensazione di controllo. La frenata è all'altezza della situazione. Belle ed efficaci le pinze Brembo monoblocco, coadiuvate da un ottimo sistema ABS Bosch, qui nella versione priva di sistema integrale. Ed è proprio l'antibloccaggio l'unica concessione che la nineT fa all'elettronica, ormai presente in tutte le forme anche su moto di livello molto più basso della roadster BMW.
E questa è forse la cosa che più ci è piaciuta, ovvero l'azzeccato mix tra un'immagine decisamente retrò e fuori dagli schemi da un lato, e l'utilizzo di tutto lo sconfinato know-how di BMW per ottenere una moto con pochi filtri dall'altro. I difetti si sentono subito cosi come i pregi. Queste sono le moto che ci piacciono e che crediamo possano risvegliare la passione. Nella nuova BMW nineT l'industrializzazione ha ceduto il passo al design e questo ha permesso di creare una moto sanguigna e attraente, in grado di far riscoprire i piaceri nella guida.
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