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MV Agusta Superveloce 1000 Serie Oro: elogio dei sensi
Superveloce 1000 Serie Oro, la massima espressione del nuovo corso di MV Agusta sotto l’ala di KTM. Stilosa, barocca, esagerata ma non eccessiva: è il vero e proprio atto primo di una Casa che vuole diventare la più premium di tutte. 500 esemplari numerati, 70.700 euro e dettagli di alta gioielleria. Senza dimenticare prestazioni e elettronica
L'entrata di MV Agusta nell'orbita KTM ha portato alla casa di Schiranna un po' di sano ottimismo, oltre a una linea di montaggio completamente nuova fatta per produrre circa 70 moto al giorno; facendo due conti, sono circa 15.000 moto all'anno, l'obiettivo dichiarato nei piani a medio e lungo termine dopo l’acquisto della quota maggioritaria da parte della Casa austriaca. Di fatto, girando per il sito produttivo affacciato sul lago, il forte senso della storia di questa casa è ancora preponderante sulle logiche produttive che guardano all'ottimizzazione.
Già, perché questo deve fare un produttore adesso: essere profittevole e saper gestire gli andamenti di un mercato molto altalenante, senza dimenticare chi è, cosa rappresenta e da dove viene. Soprattutto per chi ha una storia che meriterebbe la S maiuscola. A conti fatti questo l'ottimismo, nemmeno troppo latente, ha fatto e sta facendo bene qui.
Nelle promesse fatte dalla Casa austriaca c’è la volontà di mantenere produzione, design e processi qui a Varese e ottimizzare l’efficienza della supply chain attraverso le logiche ottimizzate in questi ultimi anni da parte di KTM. Colpo al cerchio e colpo alla botte, insomma.
SUPERVELOCE 1000 SERIE ORO: 208 CV DI GRINTA
Beh, ma allora da dove parte questo nuovo corso di MV Agusta? A dire la verità, già la Enduro Veloce è nata in questo periodo di convivenza, ma è questo un progetto che ha visto la sua genesi prima di questa rivoluzione. Il nuovo corso, la nuova storia, ricomincia, come ormai da trent’anni a questa parte, con una serie speciale. Anzi, con una Serie Oro. Si tratta di un esempio chiaro, lampante e molto ben definito di quello che vuole essere il futuro di questo sodalizio austro-italiano: la costruzione di prodotti assolutamente premium con una forte identità stilistica.
Sulla Superveloce 1000, la base di partenza era già nettamente valida dal punto di vista estetico. Nata come 800, Serie Oro la prima, prese successivamente la strada della produzione seriale, riuscendo a far convivere un’indiscussa personalità estetica con le entusiasmanti prestazioni assicurate dal tre cilindri. La Superveloce 1000 Serie Oro non è del tutto altro, ma è di più. Sotto il vestito, urla il quattro cilindri da 208 cavalli, in grado di raggiungere quota 14.000 giri grazie ai lavori effettuati all’interno del propulsore stesso, che ora vanta valvole e bielle in titanio, sedi valvole con trattamento DLC e bronzine specifiche, oltre che numerosi altri componenti interni alleggeriti, al fine di diminuire l’inerzia e contralbero di bilanciamento, per minimizzare le vibrazioni. A nutrire il quattro in linea, pensano corpi farfallati Mikuni da 50 mm, gestiti elettronicamente.
DOTAZIONI DI GRAN LUSSO
Il telaio, come consueto a Schiranna, è una struttura mista acciaio diamantato e piastre in alluminio, poi mono braccio posteriore e sospensioni interamente firmate Öhlins. La linea segue ovviamente le intoccabili proporzioni della 800, ma ha dettagli, finiture e virtuosismi ancora più definiti. Leggermente diversa la parte frontale della carenatura, con nuove prese d’aria in prossimità dei proiettori anteriori (annegati in un pezzo di alluminio circolare ricavato dal pieno) e un andamento della parte laterale della carenatura più movimentato, che svela un po’ di più della parte meccanica. Il posteriore è leggermente seduto, con un nuovo andamento del codino impreziosito da una aletta con funzione deportante e, soprattutto, dai quattro scarichi a “canne d’organo”, realizzati appositamente da Akrapovic per questa moto e firma stilistica che la vincola alle supersportive più iconiche del recente passato MV.
Ad osservarla da lontano, un po’ distaccati, la Superveloce 1000 non si discosta così tanto dalla 800, anche in termini dimensionali. Compatta, filante, bassa. Ciò che le rende innegabilmente lontane è la quantità di dettagli realizzati ad hoc, rigorosamente con materiali di pregio o processi produttivi costosi ed elitari. E il posteriore, come detto. Ovviamente è decisamente importante la dotazione elettronica. I controlli di sicurezza (anti-lift, ABS cornering, controllo di trazione regolabile su otto livelli, sospensioni a controllo elettronico non semiattive, launch control, 4 mappatura, cruise control e quick shifter) vengono monitorati attraverso il display TFT da 5,5 pollici, e controllati tramite il blocchetto multifunzione sinistro o tramite la app dedicata. È infatti possibile fare il proprio setup della moto dal telefono e inviarlo direttamente alla centralina, tramite la connettività BT.
70MILA EURO PER UN OGGETTO DA COLLEZIONE
La posizione in sella è rastremata, raccolta, come si addice a una supersportiva con una ergonomia volutamente a metà strada tra la F4 e la Brutale. Il colpo d’occhio sul serbatoio dalle forme morbide è impreziosito dalla cinghia in vero cuoio, che ha esclusivamente una funzione estetica. Non è l’unico dettaglio barocco che la Superveloce mette sul piatto; osservandola con un po’ di attenzione, si notano tanti dettagli fatti per attirare lo sguardo, a cominciare da tutti quei componenti ricavati da un unico pezzo, dalle pedane regolabili o dal pivot del forcellone, anch’esso regolabile.
Sebbene le prestazioni dichiarate elevino questa moto nella parte altissima della classifica prestazionale, molte esemplari finiranno nei salotti buoni di qualche collezionista. Facoltoso, ça va sans dire, perché il prezzo da sborsare per mettersi in salotto (o in garage) questo primo atto del nuovo corso della maison di Schiranna (che porta fieramente nel proprio logo la dicitura “Motorcycle Art“), è di 70.700 euro.
Come ogni serie limitata che si rispetti, 500 esemplari numerati. Poi, se vedremo una Superveloce 1000 dedicata anche a un pubblico più ampio, non è dato saperlo: lo stesso management di MV è stato decisamente vago a riguardo. Forse sì, forse no, intanto deliziatevi gli occhi: questo è quello che sanno fare. Meglio.
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