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Y-AMT: anche Yamaha presenta il cambio automatico!

Christian Cavaciuti
di Christian Cavaciuti il 25/06/2024 in Moto & Scooter
Y-AMT: anche Yamaha presenta il cambio automatico!
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Dopo Honda, BMW e KTM, anche Yamaha annuncia il suo sistema di trasmissione automatizzata: si chiama Y-AMT ed è concettualmente simile all'ASA di BMW, anche se frizione e cambio sono gestiti in modo un po' diverso dal punto di vista meccanico. Annunciate potenzialità anche sportive, debutterà sulla YZF-R9?

Parlando del sistema BMW ASA qualche mese fa lo avevamo detto: siamo sicuri che anche altri ci staranno lavorando. Nel giro di poche settimane, sono infatti uscite allo scoperto prima KTM e ora Yamaha, che torna a proporre una sua versione del cambio manuale automatizzato (Yamaha Automated Manual Transmission, Y-AMT) dopo che nel 2006 ne era stata antesignana con l’YCC-S (Yamaha Chip Controlled Shift) della FJR 1300 A/S.

L’Y-AMT è a dire il vero piuttosto differente dall’YCC-S, che pure poteva già contare su uno dei primi sistemi ride-by-wire e su due attuatori assistiti idraulicamente per gestire frizione e cambio, come usava nell’industria automotive di quegli anni. Il sistema attuale è invece basato su una movimentazione elettro-meccanica, che somiglia molto al BMW ASA per quanto riguarda la frizione, normalmente chiusa come nei comuni cambi motociclistici e movimentata tramite un lungo alberino di comando parallelo all’albero primario del cambio, anche se in questo caso non c’è un sistema a chiocciola ma, a quanto sembra, uno a vite per vincere la resistenza delle molle frizione. La gestione delle marce è poi affidata a un altro alberino coassiale alla frizione, anziché alla croce di Malta che usa BMW.

Y-AMT: anche Yamaha presenta il cambio automatico!
Il sistema BMW ASA a confronto con lo Yamaha Y-AMT

Cambi automatici moto: schemi e differenze

Forti le differenze invece rispetto al sistema DCT di Honda e a quello AMT di KTM. Il DCT resta di gran lunga il più complesso e sofisticato dal punto di vista meccanico, con le due frizioni e i due alberi coassiali che permettono di non interrompere mai la trasmissione di coppia; il KTM AMT è invece basato su una frizione centrifuga normalmente aperta che si chiude quando il regime motore sale, come sugli scooter e sul sistema Rekluse delle MV Agusta SCS. Il sistema MV SCS controlla però solo la frizione, e non prevede l’automazione della cambiata: in questo senso è più simile all’e-clutch di Honda, mentre il DCT, il BMW ASA e l’AMT di KTM offrono anche le funzionalità della cambiata automatica.

Confusi? L’importante è sapere che al di là delle differenze tecniche, dal punto di vista pratico i sistemi di cambiata automatica vera e propria (Honda DCT, BMW ASA, KTM AMT e ora Yamaha Y-AMT) offriranno tutti le stesse caratteristiche: niente leva della frizione, mantenimento del pedale del cambio – in versione però “digitale”, senza rinvii meccanici – affiancata da pulsanti al manubrio per cambiare con le dita, oltre alla possibilità di lasciar decidere il rapporto al sistema nella modalità totalmente automatica. I sistemi di MV e KTM avranno una gestione della frizione meccanico-centrifuga, quelli di Honda, BMW e Yamaha una gestione automatico-elettrica, ma dal punto di vista di chi guida non cambierà molto.

Y-AMT: anche Yamaha presenta il cambio automatico!

Yamaha Y-AMT: debutterà sulla R9?

Come già per BMW, l’obiettivo di Yamaha è insomma quello di offrire un sistema più compatto, leggero ed economico dell’ormai diffusissimo Honda DCT, e che rispetto all’e-clutch offre anche la possibilità di lasciar gestire la cambiata alla centralina. I sistemi BMW, KTM e Yamaha si pongono insomma un po’ in mezzo all’offerta Honda costituita da e-clutch (la più entry-level delle trasmissioni automatiche) e DSG (la più premium). Meno ingombranti e invasivi rispetto a un DCT, potranno essere montati su più modelli con un aggravio di costo e di peso (qui 2,8 kg) contenuti.

Ci apprestiamo quindi ad avere una certa varietà tecnologica in fatto di trasmissioni automatiche, visto che ormai le Case più attive sul fronte dell’innovazione hanno tutte risposto alla sfida lanciata da Honda oltre 10 anni fa: all’appello manca ancora soltanto Ducati, visto che Kawasaki ha di fatto già introdotto una tecnologia di questo tipo – realizzata in maniera ancora diversa – sui suoi modelli ibridi Ninja 7 Hybrid e Z 7 Hybrid.

Al di là delle sfumature di gestione annidate negli algoritmi, e che spesso fanno la differenza nell’efficacia reale di questi sistemi, la soluzione Yamaha promette di essere la più rapida, tanto che l’Y-AMT è annunciato come in grado di aumentare il piacere nella guida sportiva mentre BMW ha subito dichiarato che l’ASA non aveva velleità di miglioramento della prestazione. A conferma di questo fatto, sull’Y-AMT accanto alla modalità automatica “D” (Drive) sarà prevista una modalità “D+”. Il sistema dovrebbe debuttare fra non molto; se dobbiamo fare una scommessa, puntiamo sulla attesa YZF-R9.

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