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Moto & Scooter

Fantic Motor Caballero: la storia di un mito tutto italiano

Carlo Pettinato
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Fantic Motor Caballero: la storia di un mito tutto italiano
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Fantic Motor Caballero: la storia di un mito tutto italiano
Fantic Motor Caballero: la storia di un mito tutto italiano

Nato come mezzo ricreativo di stampo fuoristradistico a fine anni ‘60, tra i ’70 e gli ‘80 si evolve in moto da regolarità da gara. Dopo morte e rinascita, arriva ai giorni nostri come scrambler moderna

1968, anno di cambiamenti, di movimenti di massa eterogenei, tutti pronti a contestare lo status quo e gli apparati dominanti. Soprattutto in questo periodo, tra i giovani si fa largo sempre più un desiderio di libertà, una voglia di ribellarsi e di evadere che tra le sue espressioni più sane trova il desiderio di possedere una motocicletta.  È in questo clima che nasce a Barzago, in provincia di Lecco, l’azienda Fantic Motor, fondata da Mario Agrati, della famiglia della Agrati-Garelli, e Henry Keppel, responsabile commerciale estero sempre di Garelli. I due, in poche parole, si staccano dalla storica azienda per dar vita ad una realtà nuova, tutta loro. Fantic nasce con un occhio sul mercato statunitense, dove i due hanno avuto occasione di recarsi spesso per lavoro, e lì, oltreoceano, imperversa la moda delle minimoto e dei go-kart. Si parte così, bastano pochi mesi e per loro arriva già l’onda del successo. Forti di un business già avviato grazie ad una serie di ordini importanti diretti negli Stati Uniti, si concentrano sul mercato domestico dove, anche qui, raggiungono in breve grandi risultati grazie ad un modello in particolare. Il Caballero, ed ecco la sua storia.  

LA PRIMA GENERAZIONE DI CABALLERO

Arriva al Salone del ciclo e del motociclo di Milano del 1969 ed è niente altro che un ciclomotore 50 cc da regolarità. In quanto tale, si guida senza patente ed è destinato ai quattordicenni. L’impostazione però è da moto grande, quella di una vera moto da fuoristrada, con grande luce a terra, parafanghi alti e ruote tassellate. Il motore è un italianissimo Minarelli a due tempi, costruito nella periferia di Bologna. Il nome pare derivi dal vizio del fumo di Keppel, che era solito acquistare le sigarette olandesi Caballero. Fantic Motor si distingue subito tra la massa di piccoli produttori per le campagne pubblicitarie audaci, ma il punto forte del Caballero è l’accessibilità, forte di un prezzo più abbordabile rispetto alla concorrenza più specializzata, come SWM, Ancillotti e altri ancora.
Poche stagioni e Caballero si aggiorna. Ora, è il ‘71, viene prodotto in due versioni, a 4 o a 6 marce, sempre motorizzato Minarelli. Le due moto si distinguono per il colore del serbatoio, naturalmente in metallo: il 4 marce è rosso, il 6 marce è azzurro. Dopo un paio di stagioni, il Caballero è già il più venduto tra i 50 cc da fuoristrada, pur senza avere le qualità di una moto specialistica. Si tratta per lo più di un cinquantino ricreativo, buono su tutti i terreni ma non per un impegno fuoristradistico gravoso. Vedi i cerchi in acciaio, le sospensioni con escursione limitata e i parafanghi anch’essi in metallo, pesanti e fragili.   

I SUCCESSI SPORTIVI E IL DECLINO

Nel ’73 segue la terza serie e arrivano diverse cilindrate, nascono la 80, la 100 e la 125. Proprio la cubatura di 125 cc dà il via all’impegno sportivo di Fantic Motor nella regolarità, che ha inizio nel 1974. Il 1978 è un anno particolarmente importante sotto questo punto di vista: con Fantic Motor la nazionale italiana vince il Vaso d’Argento alla Sei Giorni Internazionale di Enduro che si corre in Svezia. Gualtiero Brissoni è uno dei migliori interpreti della moto lombarda, con i titoli italiani nel biennio ’80-’81 a testimoniare. Proprio a inizio anni ’80, a causa della specializzazione del prodotto resasi necessaria per ben figurare in gara, inizia il declino della prima generazione di Caballero. La qualità delle moto è cresciuta e così i prezzi, che rendono i modelli meno appetibili per il grande pubblico, con i numeri di vendita che calano come conseguenza diretta. Di qui, l’impegno di Fantic nel mondo della regolarità scema e l’attenzione si sposta sul trial, su suggerimento dell’importatore olandese. Nel giro di qualche stagione il successo arriva anche qui, con le affermazioni nel Campionato del Mondo del 1985, ’86 e ’88. Questi buoni risultati però non bastano a tenere in piedi l’azienda, che negli anni ’90 è vittima di un inesorabile declino che culmina con la chiusura nel 1997.

LA RINASCITA DEGLI ANNI 2000

Ma per Caballero e la Fantic è tutto fuorché finita. Basta qualche anno di pazienza, ed ecco la fenice risorgere dalle proprie ceneri. È il 2003 quando l’imprenditore veneto Federico Fregnan, precedentemente impegnato nel business delle macchine da caffè, acquista il marchio e sposta la produzione in provincia di Treviso. La prima moto ad uscire dagli stabilimento di Dosson di Casier è immancabilmente un Caballero, nel 2006. La storia si ripete: un cinquantino da enduro curatissimo a far girare la testa dei quattordicenni, come quarant’anni prima. Stavolta però il prezzo non è d’aiuto. Il prezzo per le componenti di pregio è elevato: la moto è la più costosa sul mercato e supera di gran lunga tutta la concorrenza. Come negli anni ’70, il Caballero del nuovo millennio è disponibile in due versioni, Casa e Competizione, simili nell’estetica ma con numerose differenze tecniche. Il Casa ha un motore Minarelli a 6 marce standard, mentre il Competizione monta già di serie un più performante gruppo termico Athena, poi si distingue per l’espansione racing Big One e il carburatore da 21 mm di serie, l’assenza del miscelatore, la forcella Marzocchi Magnum con steli trattati, i freni Braking, il telaio rosso e i cerchi anodizzati neri. È poco fortunata la soluzione del radiatore in pezzo unico, valida per uso ricreativo ma insufficiente nel fuoristrada vero. Sui convogliatori, però, campeggia la leggendaria targhetta nero argento.  3.500 euro il prezzo del Casa, 4.500 quello del Competizione, quando la migliore concorrenza, leggasi Beta e HM, supera di poco i 3.000. Anche stavolta il Caballero corre in forma ufficiale nel campionato italiano e pure in quello francese di enduro, con risultati di buon livello, pur senza riuscire a fregiarsi del titolo nazionale in patria. Il 50 è poi affiancato dal 125 e dal 200 a 4 tempi, motorizzati ancora Minarelli ma raffreddati ad aria.
Il Caballero 50 Regolarità Competizione del 2006
Qualche anno più tardi, nel 2011, arrivano le grosse cilindrate, 250 e 300 a due tempi. Il nome completo è ora Fantic Caballero TZ, e si tratta di moto da enduro racing su base Gas Gas, con motore spagnolo e una ciclistica che, secondo le voci del tempo, era altresì basata su un progetto a marchio Gas Gas. Anche per questa c’è impegno in gara, con un team al mondiale di enduro che schiera tra gli altri il forte Maurizio Micheluz, secondo classificato agli Assoluti d’Italia classe 250 2t.  

UN NUOVO PASSAGGIO DI PROPRIETÀ

Il successo commerciale delle moto grandi è però scarso, tra gli appassionati se ne vendono e vedono decisamente poche. Va meglio con le piccole 50 e 125 4t, che tra i giovanissimi spopolano. Ma in breve, dopo appena una decina d’anni, il marchio Fantic Motor è di nuovo in difficoltà. Arriviamo quindi al 2014, quando il marchio passa di mano ancora una volta e diventa proprietà del gruppo VeNetWork, una cordata di imprenditori veneti che affida la gestione della casa all’attuale amministratore delegato, Mariano Roman. Con la nuova direzione, il Caballero cambia drasticamente i connotati. Se per tutta la sua storia è stato una moto da regolarità prima e da enduro poi, oggi è un mezzo da diporto che ai primi modelli s’ispira nell’estetica, ancora con un serbatoio in metallo a goccia, fanale anteriore rotondo e sella lunga. 
Il Caballero 700 del 2023
Oggi è disponibile in diverse cilindrate, tutte a quattro tempi, dalla piccola 125 sino alla 700 bicilindrica presentata a fine 2022, ad oggi l’evoluzione più recente. Nel mezzo la 250 e la 500, quest’ultima ammiraglia della gamma per un lungo periodo, fino all’arrivo della 700. I Caballero di oggi sono oggetti modaioli, ben costruiti, curati e rifiniti, che però non lasciano in secondo piano l’aspetto della qualità alla guida. Lato racing, l’impegno di Fantic continua, pur senza lo storico marchio Caballero. Oggi le Fantic Motor da enduro, motocross e pure rally raid sono moto specialistiche su base Yamaha, capaci di collezionare successi in giro per tutta Europa.

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