Un po' Flat, un po' Off-Road
Rossi, che ha visto entrambi i concept, non ha avuto dubbi: “Ha scelto la seconda proposta - dice Frascoli - chiedendoci alcune modifiche mirate che ne valorizzassero l’aspetto tecnico, il portatarga nella posizione tradizionale invece che basso sulla ruota, e altri dettagli. Due zone sono state particolarmente impegnative. Quella centrale per la necessità di armonizzare la carrozzeria strettissima della WR con gli ingombri della XJR e la fanaleria inserita nei fianchetti: supporti fari e ingombro sterzo a fine corsa sono stati impegnativi, ma ne è valsa la pena per ottenere una vista frontale modernissima” racconta il designer.
Spicca la mascherina portanumero molto compatta e con la presa d’aria in stile
R1M come unica protagonista. La
XJR 1300 da cui è nata Mya è stata acquistata da MotoShop, dealer Yamaha di Parma. È stato utilizzato il telaio originale, modificando la parte posteriore, il forcellone e la posizione degli attacchi degli ammortizzatori. Il motore è passato dalle sapienti mani di
Francesco Penati, ex capo meccanico di
Gilera ai tempi di
Ian Witteveen, mentre l’impianto di scarico è stato fatto da
Akrapovic, che lo ha sviluppato in Slovenia nell’inverno 2016. L’impianto frenante presenta una pompa sviluppata da Brembo con specifiche da MotoGP.
L’impianto elettrico, il serbatoio che si trova sottosella (con pompa della benzina a depressione) sono stati studiati dal team guidato da Francesco Penati. La forcella Öhlins per
Yamaha YZ450, modificata da Giuseppe Andreani, è stata invece un gentile omaggio di Michele Rinaldi. Pedane e relative piastre sono state disegnate da Rodolfo Frascoli, mentre buona parte della componentistica appartiene al catalogo accessori o al magazzino ricambi della Casa di Iwata, come la fanaleria (presa a prestito da una Yamaha R1M) e i comandi al manubrio.