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Moto & Scooter
Scegliere l'usato: Yamaha YZF-R1 seconda serie
di Alessandro D'Aiuto
il 23/12/2014 in Moto & Scooter
Dopo l’acerba R1 "prima maniera", la sportiva Yamaha raggiunge la maturità con il modello 2002-2003. Divertente ed efficace, si fa amare grazie all'iniezione, che rende il motore meno scorbutico. Oggi si trova a cifre interessanti
Nel 1998, la Yamaha lascia un segno indelebile nel mondo delle supersportive, lanciando la prima YZF-R1. È una moto estrema, compatta, leggera, potentissima e non certo facile da sfruttare. Quattro anni dopo, la casa giapponese presenta la sua evoluzione: la YZF-R1 del 2002 porta alla completa maturità quella quattro cilindri che ha cambiato il modo di interpretare il segmento delle race replica, rendendo davvero minima la differenza tra un mezzo da competizione e uno targato.
Le migliorie che il modello 2002 può vantare rispetto alla primissima R1 si apprezzano soprattutto sui percorsi aperti al traffico. Con l'adozione dell'alimentazione a iniezione elettronica, viene accusata dai puristi di aver perso un filo di "ignoranza", ma su strada ripaga il piccolo sacrificio con gli interessi, offrendo una regolarità di funzionamento e una facilità di utilizzo sconosciute al precedente modello.
Il tutto senza dover rinunciare alla consueta adrenalina: visti con gli occhi di oggi, gli oltre 150 CV dichiarati sono forse pochi per una mille e strapperanno un sorriso a chi giudica una moto fermandosi alle cifre scritte sui depliant... Ma nell’uso normale, questa potenza basta e avanza: scendere in pista con questa moto e farla correre come si deve, infatti, non è roba per tutti.
Ma perché nel 2014 bisognerebbe mettersi in caccia di una R1 del 2002 o del 2003" Una moto così si cerca o per specifico "innamoramento" o, più prosaicamente, perché si trovano parecchi esemplari ben tenuti e a buon prezzo. Le quotazioni "ufficiali" delle supersportive di questi tempi vanno prese un po' con le molle: i modelli validi, anche più recenti, sono numerosi e chi vuol davvero vendere si deve mettere il cuore in pace e prepararsi a calare il prezzo o a contrattare furiosamente. Tant'è che molti esemplari prendono la strada dei paesi dell'est.
Il nostro consiglio, se vi piace la protagonista di questo articolo, è quello di non superare i 3.000 euro e, possibilmente, di puntare ai 2.500. Tra i 3.500 e i 4.000 si cominciano a trovare infatti delle belle R1 del 2004, la serie successiva che segna un ulteriore salto generazionale. A 4.000/4.500 euro si apre poi tutto un mondo che va dalla Ducati 999 alla MV Agusta F4 750, passando per la GSX-R 1000 K5... Insomma, con una cifra davvero ragionevole ci si può togliere il piacere di possedere una bella supersportiva dell'era "preelettronica".
Di mappature, ABS e traction control - infatti - ancora non se ne parlava. Gli aspetti da controllare prima di procedere all'acquisto di una moto con dieci anni di carriera sono sempre gli stessi: lo stato generale, i segni di incidenti o cadute, l'eventuale resoconto dei tagliandi e possibilmente la completa originalità del mezzo. Le R1 finivano ovviamente in mano a molti pistaioli e se ci sono parti aftermarket installate, è importante chiedere al venditore anche i pezzi originali. Come detto per la "cugina" FZS 1000, anche per la R1 vi consigliamo di controllare il funzionamento del cambio, che non gradisce un utilizzo decisamente turistico e cambiate a regimi troppo bassi. L'eventualità che si presentino problemi è remota, ma nel dubbio il comando non deve presentare impuntamenti e, una volta raggiunto un regime di almeno 5-6.000 giri, offrire passaggi tra una marcia e l'altra precisi.
Il tutto senza dover rinunciare alla consueta adrenalina: visti con gli occhi di oggi, gli oltre 150 CV dichiarati sono forse pochi per una mille e strapperanno un sorriso a chi giudica una moto fermandosi alle cifre scritte sui depliant... Ma nell’uso normale, questa potenza basta e avanza: scendere in pista con questa moto e farla correre come si deve, infatti, non è roba per tutti.
Ma perché nel 2014 bisognerebbe mettersi in caccia di una R1 del 2002 o del 2003" Una moto così si cerca o per specifico "innamoramento" o, più prosaicamente, perché si trovano parecchi esemplari ben tenuti e a buon prezzo. Le quotazioni "ufficiali" delle supersportive di questi tempi vanno prese un po' con le molle: i modelli validi, anche più recenti, sono numerosi e chi vuol davvero vendere si deve mettere il cuore in pace e prepararsi a calare il prezzo o a contrattare furiosamente. Tant'è che molti esemplari prendono la strada dei paesi dell'est.
Il nostro consiglio, se vi piace la protagonista di questo articolo, è quello di non superare i 3.000 euro e, possibilmente, di puntare ai 2.500. Tra i 3.500 e i 4.000 si cominciano a trovare infatti delle belle R1 del 2004, la serie successiva che segna un ulteriore salto generazionale. A 4.000/4.500 euro si apre poi tutto un mondo che va dalla Ducati 999 alla MV Agusta F4 750, passando per la GSX-R 1000 K5... Insomma, con una cifra davvero ragionevole ci si può togliere il piacere di possedere una bella supersportiva dell'era "preelettronica".
Di mappature, ABS e traction control - infatti - ancora non se ne parlava. Gli aspetti da controllare prima di procedere all'acquisto di una moto con dieci anni di carriera sono sempre gli stessi: lo stato generale, i segni di incidenti o cadute, l'eventuale resoconto dei tagliandi e possibilmente la completa originalità del mezzo. Le R1 finivano ovviamente in mano a molti pistaioli e se ci sono parti aftermarket installate, è importante chiedere al venditore anche i pezzi originali. Come detto per la "cugina" FZS 1000, anche per la R1 vi consigliamo di controllare il funzionamento del cambio, che non gradisce un utilizzo decisamente turistico e cambiate a regimi troppo bassi. L'eventualità che si presentino problemi è remota, ma nel dubbio il comando non deve presentare impuntamenti e, una volta raggiunto un regime di almeno 5-6.000 giri, offrire passaggi tra una marcia e l'altra precisi.
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