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Yamaha MT-09 Tracer: la quarta via
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Yamaha svela a sorpresa la quarta incarnazione della piattaforma MT-09 a tre cilindri: dopo la base, la Street Rally e la Street Tracker, ecco la T-Rracer: è una crossover con tanta voglia di pieghe e di grandi viaggi. Sarà l'erede della bicilindrica TDM?
Quando hanno cominciato a circolare le voci sul possibile lancio da parte di Yamaha di una "nuova TDM", e che la moto avrebbe potuto essere dotata di motore a tre cilindri, la sorpresa è stata generale. Non tanto per la decisione di sfruttare la piattaforma, moderna e di successo, della MT-09; quanto perché una nuova TDM non sembrava più essere nei pensieri di Iwata. Eppure la Yamaha TDM non è una moto qualsiasi, ma un progetto che ha attraversato praticamente immutato due decenni, riscuotendo un gradimento costante. Forse perché era nata in un momento magico per Yamaha, la seconda metà degli Anni 80: gli anni della FZR e della V-Max, dei motori a cinque valvole. Solo in un periodo del genere avrebbe potuto vedere la luce questo strano esperimento, con un'estetica tutta sua e un motore bicilindrico nato per la Super Ténéré, ma vagamente ispirato alla supersportiva FZR da cui riprendeva anche telaio, forcellone, freni e fari. Eh già: perché la TDM, con la sua originale mescolanza, ha inventato il genere 'crossover'. Solo che nel 1991 il termine non esisteva: Yamaha era in anticipo di 20 anni.
Adesso che abbiamo visto la MT-09 Tracer, ha ancora senso parlare di erede della TDM? Nei comunicati Yamaha, la sigla non compare mai. Eppure un filo rosso c'è, perché la bicilindrica del 1991 si ispirava alla concept "Morpho", le cui sovrastrutture si adeguavano alla taglia e allo stile di guida del pilota; e se TDM ne riprendeva le forme ma non la sostanza, la MT-09 Tracer ne riprende la sostanza – l'ampio ventaglio di regolazioni – ma non la forma, che ricorda di più una Fazer.
La sella infatti è ora divisa in due porzioni, con quella anteriore regolabile in altezza di 15 mm e quella posteriore abbinata a due ampi maniglioni. Il manubrio può essere avanzato o arretrato rovesciando i riser asimmetrici. A questo aggiungiamo le regolazioni per parabrezza, erogazione motore e sospensioni.
La sella infatti è ora divisa in due porzioni, con quella anteriore regolabile in altezza di 15 mm e quella posteriore abbinata a due ampi maniglioni. Il manubrio può essere avanzato o arretrato rovesciando i riser asimmetrici. A questo aggiungiamo le regolazioni per parabrezza, erogazione motore e sospensioni.
Per il resto la MT-09 Tracer segue la ormai consolidata ricetta delle crossover moderne: base tecnica di una stradale, nuove sovrastrutture. Si tratta quindi fondamentalmente di una MT-09 dotata di cupolino, mezza carena e serbatoio da 18 litri per aumentarne l'attitudine ai viaggi. Non cambiano l'apprezzato tre cilindri in linea da 115 CV con scarico 3-in-1 basso, il telaio in alluminio pressofuso e la ciclistica poco o nulla orientata al fuoristrada, con ruote da 17", gomma posteriore da 180/55 (per quanto di mescola non più sportiva ma turistica) e sospensioni dall'escursione contenuta in 137 e 130 mm. Le concessioni al turismo riguardano i setting specifici dei tre D-Modes, le opzioni per l'erogazione motore abbinate ai ride-by-wire YCC-T, e la presenza di serie e del cavalletto centrale; arriva anche il traction control, disinseribile. Il peso resta contenuto in 210 kg in ordine di marcia.
A Iwata non hanno comunque lesinato con le dotazioni: la MT-09 Tracer dispone del cruscotto 'dot matrix' con doppio strumento quadrato, presa 12 V per alimentare gli accessori e soprattutto di un efficientissimo doppio faro Full LED. C'è poi come sempre un nutrito catalogo di accessori per il turismo, dalle borse laterali alle manopole riscaldate.
A Iwata non hanno comunque lesinato con le dotazioni: la MT-09 Tracer dispone del cruscotto 'dot matrix' con doppio strumento quadrato, presa 12 V per alimentare gli accessori e soprattutto di un efficientissimo doppio faro Full LED. C'è poi come sempre un nutrito catalogo di accessori per il turismo, dalle borse laterali alle manopole riscaldate.
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