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Moto & Scooter
BMW Superbike: un giorno da "Macio"
di Leslie Scazzola
il 18/07/2013 in Moto & Scooter
In sella alla SBK di Marco Melandri: impressiona per le prestazioni del motore e la frenata, ma anche per il feeling immediato che trasmette. L'elettronica da MotoGP non è solo un "aiuto", ma definisce un nuovo stile di guida
Salire in sella ad una Superbike da Mondiale non è cosa di tutti i giorni, figurarsi girare a Imola con la BMW S1000RR numero "33" di Marco Melandri sulla carenatura. Timore reverenziale a parte, è in effetti difficile, se non impossibile, fare paragoni con la versione stradale di questa moto, tali sono le modifiche concesse dal regolamento. Se esteticamente infatti la S1000RR del team BMW Motorrad GoldBet è fedele al modello in vendita presso le concessionarie, si notano subito le sospensioni Öhlins di derivazione MotoGP e ancora gli enormi dischi freno anteriori da 328 mm, corredati di pinze monoblocco Brembo. Il telaio deve restare quello di serie, ma è concesso l'inserimento di rinforzi per adeguare la struttura alle accresciute prestazioni del motore. È prevista la possibilità di sostituire il forcellone e, nel caso specifico, la moto del team ufficiale BMW adotta un massiccio componente in alluminio con capriata inferiore di rinforzo.
I cerchi ruota da quest'anno devono essere da 17 pollici, mentre fino alla scorsa stagione erano previsti quelli da 16,5". Addentrarsi nello specifico dei regolamenti Superbike necessiterebbe di diverso spazio, pertanto ci limitiamo a citare le modifiche al motore, che deve mantenere l'alloggiamento nel telaio previsto di serie. Non è consentito modificare i carter, la pompa del carburante, il cambio (per il quale sono concessi ovviamente adeguamenti dei rapporti interni) e il sistema ride by wire. Le testate possono invece essere lavorate, ed è possibile sostituire bielle e pistoni.
Il risultato è riassumibile con i dati numerici nudi e crudi: oltre 225 CV a 14.000 giri per 165 kg di peso sono i riferimenti forniti da BMW per la sua Superbike. L'elettronica è "governata" da un'unità elettronica di controllo RSM5 sviluppata internamente e costantemente aggiornata, con il sistema ride by wire che comanda le valvole a farfalla dell'iniezione e le funzioni dinamiche di supporto alla guida, ovvero launch control (l'assistenza elettronica alle partenze) e il controllo di trazione.
Il risultato è riassumibile con i dati numerici nudi e crudi: oltre 225 CV a 14.000 giri per 165 kg di peso sono i riferimenti forniti da BMW per la sua Superbike. L'elettronica è "governata" da un'unità elettronica di controllo RSM5 sviluppata internamente e costantemente aggiornata, con il sistema ride by wire che comanda le valvole a farfalla dell'iniezione e le funzioni dinamiche di supporto alla guida, ovvero launch control (l'assistenza elettronica alle partenze) e il controllo di trazione.
La BMW S 1000 RR portata in pista da Marco Melandri ci accoglie in modo quasi naturale, nonostante le gambe soffrano di una posizione delle pedane leggermente troppo rialzata a causa della differenza di statura tra chi scrive e il campione ravennate. La Superbike del team BMW Motorrad GoldBet è agile, regala confidenza immediata e non impressiona. Almeno fino in terza marcia. Si perché è facile ipotizzare che i tecnici BMW abbiamo voluto addomesticare la loro moto attraverso una elettronica invasiva, capace di calmierare le prestazioni nelle prime marce. La cosa è evidente affrontando la Tosa in prima marcia: la SBK tedesca entra in curva con un'agilità sorprendente, in un lampo aggredisce il punto di corda e un istante dopo è possibile spalancare il gas senza remore e con la sicurezza di poter contare su un'aderenza della ruota motrice sempre impeccabile. Anzi, la moto "chiude" le traiettorie così facilmente che ci si sente subito dei campioni, invitandoci ad osare un po' di più alla curva successiva. In questo frangente ci torna in mente una frase pronunciata poco prima proprio da Marco Melandri: "L'elettronica non è più un aiuto, ormai è diventata uno stile di guida". Macio lascia intendere che la bravura del pilota oggi è anche quella di saper interpretare e sfruttare al meglio gli aiuti derivanti dal massiccio impiego di sensori e centraline. Resta il fatto che per un utente normale, sembra tutto davvero molto facile, all'inizio, anche se le nostre certezze vengano drammaticamente demolite una volta arrivati sul rettilineo dei box: se in prima, seconda e terza marcia la gestione del gas appare un gioco da ragazzi, una volta messa la quarta la moto cambia totalmente carattere, proiettandoci in "universo parallelo" dove i riferimenti per le frenate ci piombano addosso, ridicolizzando i nostri tempi di reazione. Pochi istanti che ci fanno capire il reale potenziale di questo motore e dei piloti chiamati ad usarlo al limite. L'elettronica per fortuna continua ad agire pesantemente sul controllo dell'impennata, tanto che la moto numero 33 macina strada alleggerendo solo un poco l'avantreno. I 225 CV arrivano tutti assieme, ed è incredibile la violenza con cui la spinta si fa sentire anche in quinta marcia. Non c'è da scherzare insomma, e a questo punto benediciamo la scelta elettronica molto prudenziale impostata dai tecnici, considerato che, contrariamente, il nostro breve test si sarebbe potuto trasformare in uno scontro fisico dal finale imprevedibile. Affrontiamo la staccata successiva scalando senza frizione, così come raccomandato dai tecnici: la moto accoglie le marce senza sobbalzi e in un lampo siamo nuovamente con il ginocchio a terra a un centimetro dal cordolo, in attesa dell'attimo giusto per spalancare il gas.
Se il motore stupisce per le prestazioni e l'impeccabile gestione elettronica, i freni sono un altro pianeta rispetto alla migliore componentistica stradale. Per rallentare nell'impostazione della doppia curva delle Acque Minerali, ad esempio, oppure per fermarsi quasi totalmente affrontando la prima variante, è sufficiente appoggiare un dito sulla leva e il gioco è fatto. Le staccate furibonde di cui la BMW è capace sono possibili anche grazie all'assetto perfettamente stabile, e soprattutto alla direzionalità dell'anteriore che non risente minimamente dell'azione sui freni. I pochi giri che abbiamo avuto a disposizione non ci consentono di esprimere giudizi su questa moto, a parte uno: chi è abituato alla versione stradale, ritroverebbe nella BMW numero 33 l'indole della propria moto, ma… perfetta.
Se il motore stupisce per le prestazioni e l'impeccabile gestione elettronica, i freni sono un altro pianeta rispetto alla migliore componentistica stradale. Per rallentare nell'impostazione della doppia curva delle Acque Minerali, ad esempio, oppure per fermarsi quasi totalmente affrontando la prima variante, è sufficiente appoggiare un dito sulla leva e il gioco è fatto. Le staccate furibonde di cui la BMW è capace sono possibili anche grazie all'assetto perfettamente stabile, e soprattutto alla direzionalità dell'anteriore che non risente minimamente dell'azione sui freni. I pochi giri che abbiamo avuto a disposizione non ci consentono di esprimere giudizi su questa moto, a parte uno: chi è abituato alla versione stradale, ritroverebbe nella BMW numero 33 l'indole della propria moto, ma… perfetta.
BMW Superbike: un giorno da "Macio"
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