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Kawasaki ZZR1400, in pista ci sa fare!

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Abbiamo portato la maxi giapponese in un posto insolito per lei: la pista, dove si è difesa con onore. La sua potenza è molta, ma trattabile, così come il suo peso, tanto che è piaciuta anche a una ragazza, che ci ha scritto le sue impressioni

La Kawasaki ZZR1400 in pista a Cremona per il test delle nuove gomme Continental
Duecentodieci cavalli, un'estetica disegnata dal vento e dimensioni da gigantessa. Un tempo l'avrebbero definita come una Gran Turismo Veloce, ovvero una moto confortevole, adatta ai viaggi, ma con prestazioni degne di una sportiva.
Approfittiamo di un invito della Continental per portare questo missile da autostrada tedesca sull'asfalto di un circuito, quello del nuovo impianto di Cremona, per provare le nuove ContiSportAttack 2, gomme adatte all'uso sportivo stradale. Insomma, moto da autostrada con quote ciclistiche, potenza e peso da maxi turistica e coperture sportive pensate per l'uso su strada; detta così il "tempone" non dovrebbe saltar fuori.
In effetti non pochi caschi si girano al nostro ingresso in pista: che ci fa qui 'sto bisonte? Il quattro cilindri ronza piano nei primi giri, ma si sente che è pronto a scaricare a terra tutta la sua forza appena saremo pronti a richiederla. Con calma, però, anche se il controllo di trazione impostato al minimo e l'ABS sportivo ci offrono un buon margine di tranquillità.
La pista di Cremona offre un misto stretto abbinato a un altro decisamente più veloce e la Kawa si comporta esattamente come ci aspettavamo. La spinta del 1400 cc è semplicemente possente, non è necessario salire di giri per gustare nello specchietto lo sviluppo di lunghe righe nere dal posteriore, quando si accelera in uscita di curva.
La potenza è tanta, ma l'interasse notevole e le geometrie votate alla stabilità penalizzano la "Kawasakona" nella sezione più tortuosa: i pif-paf, destra sinistra veloci, non sono certo il suo pane, anche perché il segreto per farla filare veloce sta tutto nella guida pennellata.
Vietato sbatacchiarla, o la ZZR1400 vi ripagherà con la stessa moneta. Viene premiata la guida dolce, dove si inizia con il frenare, anche forte, ma a moto verticale. Fidarsi troppo della tenuta laterale dell'anteriore frenando a moto molto inclinata potrebbe dare risultati poco divertenti. Si rilasciano i freni appena impostata la curva, si aspetta un attimo in percorrenza mentre le sospensioni si acquattano sulle gomme e poi, sì, comincia il divertimento. Che consiste quasi tutto nelle mostruose accelerazioni fuori dalle svolte, quasi sentiamo la gomma posteriore torcersi, sotto le bordate di kilogrammetri sempre a disposizione. Attenzione, però, perché i rettilinei in sella alla ZZR diventano inaspettatamente corti. In uscita dai tornantini, per capirci, si notano ancora le persone ai lati del campo visivo, ma percorsi pochi - ma pochi davvero - metri, tutto diventa "strisciato" e saggio è il pilota che mantiene lo sguardo lontano, all'ingresso della svolta successiva, perché si arriva al punto di staccata in un amen.
La staccata, appunto. L'ABS montato su questa Kawasaki è molto evoluto: interviene esattamente al limite dell'aderenza della gomma e non prima, con un taglio della potenza frenante molto morbido. Ma il taglio esiste e in pista questo non è il massimo. Se invece che frenare forte il pilota "stacca" chiedendo tutto all'impianto, la gomma anteriore procede sul filo dell'aderenza e questo è sufficiente perché l'ABS intervenga, come è successo a noi. Risultato, abbiamo appoggiato la ruota anteriore nella ghiaia; niente di grave, a parte i danni all'onore. Come per le sospensioni, vale la regola "vacci piano per andare forte" e quindi invece che dare una gran "manata" alla leva del freno è meglio incrementare la decelerazione con progressività, in modo che l'ABS lasci libero l'impianto frenante di esprimere tutta la sua potenza. Le Continental in questo non tradiscono: il grip è elevato nonostante si tratti di un prodotto stradale e soprattutto la perdita di aderenza è progressiva, la gomma "avverte" quando proprio non ne può più e a quel punto basta alleggerire il gas o il carico sul freno - a seconda della situazione - e tutto ritorna nei limiti della fisica.
Scesa dalla mia supersportiva 600 dopo due turni in pista, mi ritrovo "faccia a faccia" con questa moto imponente, un po' intimorita dalla sua stazza: l'impatto visivo è molto forte e sembra molto lenta e impacciata, almeno a vedersi. Sono però costretta a ricredermi nell'istante in cui salgo in sella e la sollevo, togliendole il cavalletto: perfettamente bilanciata, la sposto senza troppo sforzo, quasi non me ne capacito. Accendo e parto. Sembra facile, molto più mansueta e docile della mia nervosa supersport e mi dà subito una buona confidenza, mi mette a mio agio e dimentico il suo peso e quel paio di centinaia di cavalli che nasconde. Entro in pista con cautela e inizio a girare secondo le indicazioni che mi hanno dato, ad una andatura turistica perché questa moto non nasce certo per la pista. Imposto le prime curve e inizio subito ad avvertire la lunghezza del suo interasse, decisamente superiore rispetto a quello della mia piccola 600: la moto è stabile e precisa, una volta impostata la piega mantiene la traiettoria come se fosse su un binario. Rialzarla in uscita di curva è più semplice di quanto mi aspettassi, la moto è sorprendentemente agile e non sembra mai scomporsi, sicuramente merito di un buon telaio. Senza nemmeno accorgermene alzo un po' il ritmo e mi spingo in pieghe che non avrei mai pensato di fare con una moto di questo segmento: piacevolissima da guidare mi dà grande sicurezza, anche quando spalanco il gas uscendo dalle curve è sempre molto progressiva e non spaventa mai con reazioni impreviste. I suoi "chili di troppo" li sento principalmente in staccata dove, giocoforza, gli spazi di frenata sono decisamente più grandi della leggerissima media sportiva a cui sono abituata. Mentre guido le vibrazioni mi sembrano ridotte al minimo e la moto è molto confortevole: le sospensioni sono ben sostenute, ma morbide quanto basta per una andatura stradale allegra. Mostrano il loro limite solo quando si cerca di spingere davvero, ma l'abbiamo portata chiaramente fuori dal suo ambiente. In conclusione devo dire che la ZZR1400 Kawasaki mi ha decisamente sorpreso, è molto più gestibile e divertente di quanto il suo aspetto non mi facesse supporre. Dove andrei con lei? Già immagino la goduria di guidarla nelle ampie curve della Route des Grandes Alpes nella zona delle Gorge du Daluis, gustandomi fino in fondo qualche bella piega decisa, come ha dimostrato di poter fare nella prova in pista, mentre ammiro un panorama da favola a cavallo di questo bolide stabile, silenzioso e confortevole ma, soprattutto, molto divertente.
Kawasaki ZZR1400 Continental 2012
Kawasaki ZZR1400 Continental 2012
Kawasaki ZZR1400 Continental 2012
Kawasaki ZZR1400 Continental 2012

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