Moto & Scooter
XJ 400 Brat Style, meccanica artigiana
Farsi la café racer nel box è un sogno diffuso tra i motociclisti. Molti però non sanno nemmeno da che parte iniziare. Ecco allora qualche dritta utile per farsi la propria special su misura, partendo da un bell'esempio di "artigianato" low budget
La XJ 400 è dunque un progetto figlio di una contaminazione motociclistica internazionale, che lo stesso Davide spiega così: "Il computer serve per cercare la moto e i pezzi, ma progettare con photoshop le linee di desing non rispecchia il mio modo di lavorare. Preferisco andare nel box, stappare una birra e disegnare a mano. Provo e sperimento i materiali, oltre ai lavori di carrozzeria, finché non ottengo quello che ho in testa. E' un hobby da condividere anche con gli amici o con altri appassionati. Non a caso con un amico vorremmo iniziare a realizzare anche uno scrambler derivato da una moto da enduro. E' un lavoro coinvolgente, dove all'occasione è divertente fare da tutor a chi vuole imparare l'arte dell'elaborazione". Perfetto, è quello che ci serve.
Vediamo allora i passi che sono stati necessari per realizzare la Xj 400 Brat Style.
L'intervista con Davide, il costruttore della XJ 400 Brat Style, nasce quindi con la finalità di capire quanto sia realmente accessibile e concreto il mondo delle "special fatte in casa".
La prima domanda è semplice, come si diventa "preparatori"?
"L'hobby nasce dalla voglia di mettere le mani su moto e motorini; come credo succeda alla maggior parte degli appassionati delle due ruote. Io nasco come fuoristradista, una disciplina dove si fa spesso di necessità virtù. Nel senso che fin da quando vai a fare la prima endurata della vita, devi avere un minimo di dimestichezza con le piccole riparazioni che possono rendersi necessarie. Da lì a cominciare a modificarla il passo è veramente breve. Si cerca subito qualche cavallo in più, un particolare speciale per la ciclistica e per le sospensioni. Alla fine trasformi tutto e lasci l'indispensabile meccanico appartenuto all'originale".
Come si sceglie le moto da acquistare per la trasformazione?
"Prima di tutto serve un'ispirazione. Io vado per curiosità alla fiera di Novegro (MI) a vedere queste motorette dalla personalità incredibile, ma poco conosciute. Moto che nel boom degli Anni '70-'80 sono passate in secondo piano perché da originali lasciavano il tempo che trovavano. E adesso sono quelle che acquisto più volentieri per la preparazione. Sono moto che magari hanno avuto uno scarsissimo successo commerciale, almeno in italia. Ad esempio l'XJ 400 ha avuto un buon successo in Francia, ma poco da noi".
Dove si trovano queste tipologie di moto a buon prezzo?
"Prima bisogna farsi un'idea in rete. Internet è perfetto per capire quali modelli sono adatti allo scopo e quali si possano reperire in Italia. Poi bisogna selezionare quelli che si identificano con il proprio stile. Personalmente poi io parto e vado a cercarle dai ferri vecchi o comunque dagli appassionati. Scelgo quelle con massimo 2-3 proprietari che le abbiano tenute bene e usate poco. Sai, quelle custodite nei box e lontane dall'umidità e le intemperie. Certo bisogna avere anche l'occhio per trovare moto che almeno di motore siano a posto, perché è importante partire da una buona base. Altrimenti si passa un sacco di tempo a rimettere mano alla meccanica, invece che dedicarsi al restauro della parte estetica. E' importante anche il prezzo di acquisto, che deve essere onesto per lasciare più spazio di manovra al budget per gli accessori".
Trovata la moto, come bisogna procedere?
"In Italia i prezzi dei ricambi sono vertiginosi, quindi bisogna avere una strategia. Partendo dall'esigenza di fare una moto personalizzata, ma che non faccia venire l'ansia. Ovvero quando la si lascia per strada non deve nascere la paura di ritrovarla mezza smontata. Allora è necessario cercare accessori meno appariscenti, ma simili a quelli dei marchi più blasonati. Così ho scoperto dei pezzi molto interessanti, ma che non vengono importati da noi, e costano il 50-60% in meno di quello che offre l'aftermarket locale. Alla fine poi tanto è tutto materiale fatto nel sud est asiatico. Ad esempio gli scarichi conici Megathon, usati anche nelle moto realizzate dalla Wrench Monkees, all'estero costano molto meno rispetto all'offerta degli store di customizzazione italiani. Anche se comunque non sono omologati e sarebbe un problema per la revisione. Per questo è preferibile orientarsi su una modifica "da libretto". Alcuni pezzi li prendo in Germania, come i fari e le frecce, che così hanno già l'omologazione europea. Mentre la strumentazione arriva dall'Olanda e gli ammortizzatori dagli Stati Uniti. Bisogna realizzare una preparazione a prova di Vigile, che in caso di controllo può complimentarsi per il lavoro sulla moto, invece di accertare parti non in regola".
Sul fronte estetico come si lavora?
"Una cosa bellissima di questo mestiere è che se inizialmente ci si sente più 'meccanici', con l'esperienza si prende la mano anche sui dettagli di carrozzeria. Ad esempio, la modifica della sella dell'XJ 400 è studiata con sostanze plastiche, lavorate a caldo e con seghetto alternativo. Portate poi da un tappezziere che cintura, cuce e conclude il lavoro in qualità. Mentre l'abbinamento dei colori, come si nota nelle foto ambientate, è scelto su una base di un nero molto opaco, abbinato al serbatoio lasciato in acciao vivo che tira all'ossido ruggine. Sono abbinamenti volutamente aggressivi, dove poi si può aggiungere del contrasto e un pizzico di colore: tipo l'oro della ghiera dell'ammortizzatore dell'XJ. Non gusta anche un tocco di modernità, come usare strumentazioni digitali o appunto parti meccaniche performanti come le molle posteriori a gas. In generale non bisogna lasciare che il fascino old-style penalizzi la guidabilità e l'uso del mezzo. Concendendosi qualche finezza, come ad esempio lavorare con la nastratura di cotone, sempre nero opaco, per coprire o avvolgere alcune parti. Una cura dei particolari che rende la moto indossabile".
E' utile fare dei cambiamenti radicali al modello scelto?
"Partendo dal presupposto che la moto deve avere sempre un'impiantistica perfettamente funzionante, almeno sul fronte di strumentazione e freni, si tratta di un lavoro di rifinitura e sostituzione. Sulla XJ 400 sono state cambiate le pastiglie e la pinza del disco, accorciando anche il tubo del circuito frenante anteriore, per avere una risposta alla leva un po' più moderna. Di assetto poi personalmente voglio la moto un po' rigida e un po' caricata sull'anteriore. Quindi olio e molle più duri sul davanti, mentre al posteriore ho montato una molla replica su disegno dei Bitubo a gas regolabili. Sul discorso colorazione invece bisogna sperimentare. Nel caso della Brat Style siamo proprio nel campo della moto con pochi fronzoli e con particolari mirati, che possono essere sostituiti velocemente. Della serie che se strada facendo un dettalio non piace più, basta un pit-stop nel box e si toglie. E' un retaggio che arriva proprio dall'enduro. Quindi la verniciatura diventa un plus monetario e di tempo, perché la moto prima di tutto va vissuta come una cosa personale e in evoluzione. Per questo le prove sono importanti. Un altro esempio è il 'paraginocchio' sul serbatoio, che è solo verniciato perché rispetto al neoprene o altri rivestimenti su questa moto si contestualizzava meglio. Ogni scelta deve convincere ed essere coerente con l'obiettivo finale voluto dal preparatore".
Ecco la lista delle modifiche fatte sulla Yamaha XJ 400 B.S.
La scelta della componentistica di una special deve essere molto accurata. Visto che deve tenere conto di tutti gli aspetti estetici e funzionali del progetto, fondamentali per ottenere un risultato finale soddisfacente. Inoltre, le voci di spesa e il rapporto costi-benefici, saranno determinanti per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Nel caso della Yamaha Xj 400 Brat Style, questa è la scheda tecnica delle parti montate. Una lista aftermarket mirata, dove alcuni accessori sono indicati con il paese d'acquisto del pezzo. Un appunto significativo sotto il capitolo del "risparmio".
Xj 400 Brat Style
- Fanale, stop, frecce della Shin-yo (omologata) -GER
- Scarichi Megathon -FRA
- Filtri aria conici in rete metallica cafe racer -FRA
- Nastratura scarichi in fibra ceramica (Heatwrap) -ENG
- Strumentazione (Contachilometri totale, più parziale. Spie: frecce, folle, olio, abbaglianti) Heiden Tuning -NED
- Ammortizzatori Clevis su disegno ispirato Bitubo/WP -USA
- Sella fatta a mano
- Codino derivato dall'originale (segato e ridotto)
- Fiancatine forate con rete metallica fatte a mano
- Rinforzi telaio reggisella (dopo essere stato accorciato di almeno 15cm) fatti a mano
- Portatarga fatto a mano
- Manubrio enduro Acerbis in alluminio -ITA
- Manopole spugna rally-raid Pro Grip -ITA
- Soffietti forcelle di derivazione automobilistica (erano dello snodo di sterzo di una Opel)
- Pastiglie e ganasce nuovi
- Modifica impianto frenante anteriore
- Molti particolari nastrati con nastro di cotone per bici da corsa vintage
- Catena corona e pignone nuovi
- Termometro olio integrato
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