Moto & Scooter
Kawasaki ZZR1400
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Siamo volati sull'anello di Nardò per spremere, in massima sicurezza, i 200 CV della nuova sport tourer di Akashi, che cresce di cilindrata e monta di serie l'ABS e il controllo di trazione. In vendita a 15.890 euro c.i.m
Nardò (Lecce) - Fuori solo un leggero restyling, "dentro" una moto rivista in molti elementi del motore e della ciclistica per puntare diritta alla leadership del settore. Una nicchia, quella delle maxi moto sport touring dalle altissime prestazioni, che in Italia conta pochi estimatori, ma che in paesi come Germania, Francia o Inghilterra, (oltre ovviamente agli USA) è capace di attirare molti clienti. Ed è proprio per confermarsi al vertice che ad Akashi hanno messo mano alla loro ZZR1400, arrivando a ottenere una moto che promette ben 200 CV a 10.000 giri, una coppia mostruosa di 162,5 Nm a 7500 giri e soprattutto una curva di erogazione notevolmente più robusta a tutti regimi.
Prima di infilare la tuta e scendere in pista, scopriamo com'è fatta!
Prima di infilare la tuta e scendere in pista, scopriamo com'è fatta!
Come è fatta
Rispetto al precedente modello la nuova Kawasaki ZZR1400 non rappresenta certo una rivoluzione in fatto di design, tanto che l'unica modifica evidente è rappresentata dal faro anteriore, dal profilo più appuntito.
Sottopelle, invece, gli interventi sono più importanti: il telaio monoscocca in alluminio vanta le medesime geometrie del precedente modello ma anche una rigidità tutta nuova (la Casa dichiara un aumento addirittura del 50%), ottenuta grazie a diverse fusioni per il cannotto di sterzo e la zona di collegamento del forcellone. L'obiettivo è di garantire migliore solidità e precisione nella guida, e in questo senso va anche l'introduzione di un forcellone più lungo e rigido del precedente.
A parità di schema strutturale e scelte tecniche, il nuovo propulsore quattro cilindri Kawasaki vanta invece una corsa maggiorata (4 mm) e una cilindrata che arriva oggi a 1441 cc. Grazie all'introduzione di nuove valvole e di un rapporto di compressione maggiorato la nuova bomba Kawasaki sfodera la bellezza di 200 CV a 10.000 che diventano 210 con l'airbox in pressione, oltre a un valore di coppia pari a 162,5 Nm a 7.500 giri. Numeri incredibili quindi (soprattutto il dato di coppia), che anche senza sedersi sulla moto e avviare il motore ci annunciano un propulsore capace di un "tiro" ai medi regimi che permette ben pochi confronti.
Sottopelle, invece, gli interventi sono più importanti: il telaio monoscocca in alluminio vanta le medesime geometrie del precedente modello ma anche una rigidità tutta nuova (la Casa dichiara un aumento addirittura del 50%), ottenuta grazie a diverse fusioni per il cannotto di sterzo e la zona di collegamento del forcellone. L'obiettivo è di garantire migliore solidità e precisione nella guida, e in questo senso va anche l'introduzione di un forcellone più lungo e rigido del precedente.
A parità di schema strutturale e scelte tecniche, il nuovo propulsore quattro cilindri Kawasaki vanta invece una corsa maggiorata (4 mm) e una cilindrata che arriva oggi a 1441 cc. Grazie all'introduzione di nuove valvole e di un rapporto di compressione maggiorato la nuova bomba Kawasaki sfodera la bellezza di 200 CV a 10.000 che diventano 210 con l'airbox in pressione, oltre a un valore di coppia pari a 162,5 Nm a 7.500 giri. Numeri incredibili quindi (soprattutto il dato di coppia), che anche senza sedersi sulla moto e avviare il motore ci annunciano un propulsore capace di un "tiro" ai medi regimi che permette ben pochi confronti.
Come va
Il muso allungato sull'anteriore e l'ampia zona sella/serbatoio concorrono a far sembrare la Kawasaki ZZR1400 più grande e imponente di quello che in realtà è. In sella, infatti, il dimensionamento è decisamente "importante", ma la posizione di guida non costringe il pilota a sdraiarsi sul serbatoio come si potrebbe supporre. Anzi, la maxi Kawasaki è sicuramente comoda e accogliente, e una volta in movimento anche i suoi 268 kg sembrano sparire per magia. Non è un fuscello, ma si lascia guidare con estrema disinvoltura anche a velocità molto basse, e solo facendo manovra da fermo si avverte il peso "importante".
Attenzione però, occorre darle del "Lei": la condizione fondamentale, soprattutto durante la fase di conoscenza, è quella di tenere a freno ogni prurito del polso destro, visto che l'elettronica sofisticata e il traction control, gadget quanto mai utili su questa tipologia di moto, da soli nulla potrebbero contro la forza devastante del quattro cilindri. Quindi, cervello ben collegato e via, con una prima marcia che sembra non finire mai ma anche un cambio dalla corsa breve e precisa che invita a snocciolare i rapporti.
Il quattro cilindri 1400 Kawasaki spinge sempre, a qualsiasi regime e con qualsiasi rapporto: basta girare la manopola destra per fare la conoscenza con un universo a sé stante del motociclismo, fatto di riprese che tolgono il fiato, lancetta del tachimetro che in un attimo vola oltre i 200 km/h e la percezione del tempo che accelera assieme al battito cardiaco del pilota. Non c'è tempo per distrarsi, quasi nemmeno una frazione di secondo per guardare gli strumenti.
Già a 1000 giri il motore è regolare, e questo consente di viaggiare in sesta marcia a circa 30 km/h senza il minimo rifiuto, ma a 5000 diventa una furia. Quel che accade dopo, tra 7000 e 11.500 giri è qualcosa che difficilmente si può descrivere, se non con un aggettivo: incredibile!
Il controllo di trazione, che svolge anche la funzione di controllo dell'impennata, diventa di primaria importanza, come abbiamo verificato nella prova di accelerazione da fermo: delle tre mappature disponibili la "1" è quella che regala le massime performance, mentre la "3" taglia la potenza con ampio margine. La scelta più estrema è comunque in grado di calmierare ogni velleità della ZZR1400 di puntare il cielo a ogni manata sul gas, e solo nei passaggi tra prima/seconda e seconda/terza marcia affrontati a tutto gas si sente la ruota sollevarsi dall'asfalto e qualche leggera oscillazione. Tutto ampiamente sotto controllo insomma, considerati i valori in campo.
Il bello di tutto questo è che il pilota può scegliere (e non parliamo della doppia mappatura elettronica selezionabile che tiene a bada la cavalleria): per divertirsi tra le curve è sufficiente inserire un rapporto lungo e godere dell'incredibile capacità di ripresa, e questo vale anche nei tornanti più stretti affrontati a velocità limitate. Se la precedente ZZR 1400 in questo frangente forniva coppia in quantità, la nuova Kawasaki si dimostra addirittura incredibile tanta è la veemenza con cui schizza fuori dalle curve. A questo si somma poi una piacevole maneggevolezza e un affidabile rigore nel tenere le traiettorie. Ovviamente quando il ritmo aumenta e si cerca il limite tra i cordoli, la guida necessariamente diventa più impegnativa, ma i compromessi sono limitati solo all'assetto delle sospensioni, tarate ovviamente per un utilizzo meno estremo, alle pedane che sfiorano l'asfalto nelle pieghe più estreme e a un feeling migliorabile con la leva del freno anteriore.
Attenzione però, occorre darle del "Lei": la condizione fondamentale, soprattutto durante la fase di conoscenza, è quella di tenere a freno ogni prurito del polso destro, visto che l'elettronica sofisticata e il traction control, gadget quanto mai utili su questa tipologia di moto, da soli nulla potrebbero contro la forza devastante del quattro cilindri. Quindi, cervello ben collegato e via, con una prima marcia che sembra non finire mai ma anche un cambio dalla corsa breve e precisa che invita a snocciolare i rapporti.
Il quattro cilindri 1400 Kawasaki spinge sempre, a qualsiasi regime e con qualsiasi rapporto: basta girare la manopola destra per fare la conoscenza con un universo a sé stante del motociclismo, fatto di riprese che tolgono il fiato, lancetta del tachimetro che in un attimo vola oltre i 200 km/h e la percezione del tempo che accelera assieme al battito cardiaco del pilota. Non c'è tempo per distrarsi, quasi nemmeno una frazione di secondo per guardare gli strumenti.
Già a 1000 giri il motore è regolare, e questo consente di viaggiare in sesta marcia a circa 30 km/h senza il minimo rifiuto, ma a 5000 diventa una furia. Quel che accade dopo, tra 7000 e 11.500 giri è qualcosa che difficilmente si può descrivere, se non con un aggettivo: incredibile!
Il controllo di trazione, che svolge anche la funzione di controllo dell'impennata, diventa di primaria importanza, come abbiamo verificato nella prova di accelerazione da fermo: delle tre mappature disponibili la "1" è quella che regala le massime performance, mentre la "3" taglia la potenza con ampio margine. La scelta più estrema è comunque in grado di calmierare ogni velleità della ZZR1400 di puntare il cielo a ogni manata sul gas, e solo nei passaggi tra prima/seconda e seconda/terza marcia affrontati a tutto gas si sente la ruota sollevarsi dall'asfalto e qualche leggera oscillazione. Tutto ampiamente sotto controllo insomma, considerati i valori in campo.
Il bello di tutto questo è che il pilota può scegliere (e non parliamo della doppia mappatura elettronica selezionabile che tiene a bada la cavalleria): per divertirsi tra le curve è sufficiente inserire un rapporto lungo e godere dell'incredibile capacità di ripresa, e questo vale anche nei tornanti più stretti affrontati a velocità limitate. Se la precedente ZZR 1400 in questo frangente forniva coppia in quantità, la nuova Kawasaki si dimostra addirittura incredibile tanta è la veemenza con cui schizza fuori dalle curve. A questo si somma poi una piacevole maneggevolezza e un affidabile rigore nel tenere le traiettorie. Ovviamente quando il ritmo aumenta e si cerca il limite tra i cordoli, la guida necessariamente diventa più impegnativa, ma i compromessi sono limitati solo all'assetto delle sospensioni, tarate ovviamente per un utilizzo meno estremo, alle pedane che sfiorano l'asfalto nelle pieghe più estreme e a un feeling migliorabile con la leva del freno anteriore.
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