Moto & Scooter
Benelli Caffénero 125
Lo scooter di casa Benelli punta tutto sull'agilità nel traffico, la praticità d'uso e l'essenzialità. Abbiamo provato la versione con motore da 125 cc, già disponibile nel concessionari a 2090 euro c.i.m.
Oggi, quando dici Benelli, ti trovi a pensare subito alla Tornado o alla TNT. Due moto che hanno saputo distinguersi tra le più blasonate sportive e naked del mondo, stampandosi in modo indelebile nella mente di chiunque le abbia provate o almeno viste dal vivo. Poi, ripensandoci bene, torna alla memoria che il marchio di Pesaro, nato nei primi del '900, ha iniziato e costruito la sua storia proprio grazie ai motorini di piccola cilindrata.
Dal celebre Leoncino 125 del dopoguerra la Benelli ha saputo spaziare attraverso le epoche e le cilindrate. In pratica realizzando motori dai 50 cc fino ai 1130 cc in dotazione alle suddette moto.
Il Caffénero 125 esibisce subito le sue dimensioni contenute, con una larghezza di soli 715 mm e un interasse di 1360 mm. Compatto quindi, anche se la sella risulta un po' alta, a quota 800 mm. Le dimensioni ne agevolano lo spostamento a motore spento, nonostante il peso in ordine di marcia (130 kg) non sia proprio "piuma". I cerchi da 16" sono comunque in lega di alluminio e le ruote alte montano gomme da 100/80 e 120/80. Il telaio è monoculla in tubi d'acciaio che consente di realizzare la struttura portante con la pratica pedana piatta al centro.
Nella parte posteriore trova invece il giusto alloggio il motore da 124,6 cc che, per non abbandonare le tradizioni, monta ancora un carburatore da 26 mm. In questa configurazione, il propulsore risulta capace di una potenza massima di 12,1 CV a 8250 giri e una coppia massima di 12,5 Nm a 6000 giri, sempre rispettoso della normativa Euro 3.
Per quanto riguarda la ciclistica, le sospensioni sono forcella telescopica da 33mm all'anteriore e a doppio ammortizzatore idraulico al posteriore, mentre i freni sono a disco da 240mm fronte e retro, con pinza flottante a 2 pistoncini.
Girando la chiave si illumina la strumentazione, nella quale risaltano il contachilometri e il contagiri, entrambi analogici e ben dimensionati: tra questi sono posizionate verticalmente le spie dei fari, delle frecce e un piccolo orologio digitale. Più sotto si notano gli indicatori dei livelli dei liquidi, della temperatura e del carburante. Al primo contatto la sella appare spaziosa e può ospitare comodamente il passeggero, che a sua volta beneficia del maniglione posteriore unito al portapacchi, nonché di due pratiche pedane dedicate, a scomparsa e apribili lateralmente.
Il design è piuttosto semplice e minimalista, con gli indicatori di direzione posizionati sul manubrio in linea con i due fari sottostanti, che sono a loro volta incastonati nello scudo e divisi dalle griglie del radiatore. Esteticamente l'insieme risulta decisamente sobrio nell'aspetto, anche se la scritta 'Caffénero', presente sulla fiancata, usa uno stile grafico poco contestualizzato con il mezzo e, diciamola tutta, un po' tamarro. Detto ciò, andiamo a scoprire come si comporta il Benelli su strada.
Il primo contatto col Caffénero è di quelli che ti lasciano un attimo perplessi. Nel senso che appena acceso, in una gelida mattina avvolta nella tipica nebbia padana, il simpatico scooter ha immediatamente deciso di spegnersi.
Lecito pensare: "Ma come, ti chiami Caffénero, dovresti darmi la carica, e invece mi muori tra le mani così?! Ah già, il carburatore, con le basse temperature non tiene il minimo..." Infatti che l'oggetto va scaldato a dovere, pena sistematici spegnimenti al semaforo.
Fredda mattinata dicevamo, traffico delirante sulle strade della City lombarda e cosa salta subito all'occhio? Che il cupolino di serie è praticamente inesistente. Inverosimilmente basso e totalmente inutile come protezione contro l'aria gelida. Tanto che è fisiologico accucciarsi, ingobbensosi nella speranza vana di proteggersi un po'. Operazione che richiede una conseguente regolazione degli specchietti, che a questo punto, però, si... allentano subito. Perfetto. Semaforo rosso, su la visiera bagnata fuori ed appannata dentro, e pit-stop rapido a due mani per riavvitare il supporto dello specchio al manubrio. Operazione tutto sommato semplice e che, con un paio di strattoni decisi, evita il ripresentarsi del problema. In compenso gli specchietti sono costruiti per puntare stranamente verso l'alto e non si dimostrano particolarmente regolabili.
Fortuna che in tutto questo la comoda pedana piatta e l'abitabilità generale agevolano un discreto confort di bordo. Così ci si può finalmente concentrare sulla guida dello scooter, che nella partenza da fermo non si dimostra proprio brillantissimo. Diciamo che aiutarsi, dando una spintina col piede, diventa facilmente un abitudine, anche se una volta in movimento il motore si rivela più pronto e brillante del previsto. Almeno finché non finisce il modesto arco di erogazione utile, coincidente con una velocità di punta che si attesta a circa 90 km/h, intorno agli 8000 giri/min.
Nel mezzo, però, la prestazione di questo propulsore da 125cc è più che onesta e sufficiente per girare senza pensieri tra le auto, rilassandosi anche pensando ai consumi ridotti, visto che il serbatoio da 7,4 litri è piccolo ma con meno circa 10 euro si riesce ancora a fare il pieno. Così, macinando diversi chilometri a gas spalancato, il Caffénero si dimostra decisamente ristretto nei consumi.
Il punto di forza di questo Benelli resta senza dubbio l'agilità. Infatti, ogni genere di manovra in movimento beneficia dell'interasse corto e dell'angolo di sterzata generoso, che permettono uno slalom tra le auto degno di una bicicletta. Un vero toccasana per chi è sempre in ritardo e teme il traffico dell'ora di punta. Lasciandosi prendere la mano dal Caffénero, si finisce per tenere una guida piuttosto iperattiva e nervosetta, fatta di molti stop&go, che di conseguenza chiamano in causa continuamente i freni. Questi hanno il pregio di lavorare all'unisono e con perizia, anche se non è presente un sistema di frenata combinata. L'utilizzo delle leve si dimostra sincero e l'anteriore - ben proporzionato in quanto a forza frenante - non evidenzia bloccaggi o, peggio, spazi di arresto eccessivamente lunghi. Usando il posteriore si ottiene un generale ed efficace schiacciamento del mezzo verso l'asfalto, complice probabilmente l'escursione piuttosto generosa delle sospensioni, che però si dimostrano pronte e ben tarate per digerire con la giusta rigidezza ogni tipo di asfalto, pavè o buca compresi, presenti sulla propria strada. Allo stesso modo, questo ruota alta si rivela amichevole sui fondi bagnati e nella percorrenza di curva, anche a velocità interessanti.
Per l'utenza metropolitana quotidiana appare dunque azzeccato e visto il design non troppo appariscente, si spera nemmeno troppo appetibile per eventuali ladri... Ricordiamo inoltre che nel sotto sella c'è spazio solo per un bloccadisco o una catena. Quindi per alloggiare almeno un casco jet è invece necessario montare un bauletto posteriore. In generale anche la qualità costruttiva non è male e appare abbastanza in linea con il prezzo. Sempre che il caffè vi piaccia prenderlo di corsa, nero e senza zucchero.
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