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Moto & Scooter
Yamaha XMax 250: Merry XMax!
di Nicola Andreetto
il 06/11/2009 in Moto & Scooter
La seconda generazione dello scooter giapponese conferma la praticità e le qualità di guida che lo hanno reso celebre e migliora sotto ogni aspetto. Disponibile da dicembre a 4.890 euro, chiavi in mano
Yamaha XMax 250: Merry XMax!
Trovare difetti alla seconda generazione dello Yamaha X-max è impresa ardua. Ancora una volta il bestseller giapponese dimostra di essere molto più che il fratello minore del TMAX e dopo aver creato una nicchia, quella che alla Yamaha definiscono degli "scooter sportivi a ruota alta", rilancia con le sue armi migliori: qualità costruttiva, bilanciamento dinamico e praticità. 50.000 esemplari in meno di 5 anni sono numeri da leader, specie quando si ha una cilindrata che sta al confine tra i maxi e i piccoli e quando si hanno delle ruote da 15 e 14 pollici ovvero al confine tra piccole e alte.
Il rinnovamento per il 2010 punta al bis (crisi permettendo) e cosa che fa ancora più piacere, non ritocca il prezzo di listino fermo a 4.890 euro c.i.m..
Il rinnovamento per il 2010 punta al bis (crisi permettendo) e cosa che fa ancora più piacere, non ritocca il prezzo di listino fermo a 4.890 euro c.i.m..
Sul nuovo X-Max aumentano la protezione aerodinamica e la capacità di carico
La meccanica ha ricevuto migliorie di fino, con un radiatore più efficiente coaudiuvato dal particolare disegno del fender anteriore. Sono poi cambiati alternatore e cinghia ed è stata incrementata la capacità della coppa dell'olio per venire incontro ai clienti più sbadati. Non sarebbe guastato un aiutino sullo spunto, ma è una lamentela da incontentabili.
Il telaio tubolare in acciaio è più rigido e benché simile nell'aspetto e identico nelle quote massime al precedente, è stato completamente ridisegnato.
La Kayaba si è occupata delle sospensioni: la forcella si è rivelata eccellente mentre i due ammortizzatori suppliscono una connaturata rigidità con quattro regolazioni di precarico.
Il telaio tubolare in acciaio è più rigido e benché simile nell'aspetto e identico nelle quote massime al precedente, è stato completamente ridisegnato.
La Kayaba si è occupata delle sospensioni: la forcella si è rivelata eccellente mentre i due ammortizzatori suppliscono una connaturata rigidità con quattro regolazioni di precarico.
Colpisce poi l'efficacia di un'estetica completamente diversa eppure riconoscibile al volo. I progettisti italiani hanno fatto un buon lavoro come pure gli operai spagnoli: assemblaggi e cura dei dettagli sono più che convincenti.
La capacità di carico record è stata implementata e ai 43 litri del vano sottosella, nel quale si possono alloggiare due caschi integrali e al quale mancherebbe solo una luce di cortesia per essere un baule degno di una citycar, si aggiunge il raddoppio del cassetto nel retroscudo che con lo spostamento della batteria passa a circa 9 litri.
Il quadro strumenti di chiara ispirazione automobilistica è completo e leggibile, la sella ampia e ben rifinita anche se un po' rigida e la dotazione in ogni caso da prodotto di fascia alta o premium per dirla con la lingua del marketing. La frenata "tradizionalista" è pronta ed efficace e una certa sicurezza viene offerta anche dalle coperture Michelin all'altezza della reattività dell'X-max.
Il rigore dinamico è immutato: abbastanza rapido nel prendere la traiettoria, rigoroso nel tenerla l'X-max è stabile e agile al tempo stesso.
Insomma una quadratura del cerchio difficile da battere e che permette andature notevoli per un 250. La protezione aerodinamica è leggermente migliorata su gambe e busto grazie al nuovo profilo dello scudo e allo schermo, come pure è aumentata l'abitabilità anche se ancora un po' risicata per gli spilungoni. D'ora in poi ci sono però due posti per mettere i piedi giacché alla Yamaha hanno accolto le richieste di chi voleva stendere le gambe sul retroscudo. In compenso le pedane del passeggero hanno perso la protezione in gomma e non sono il massimo dell'agio. La posizione del secondo è però degna di una touring, specie se si dota l'X-max dello schienalino venduto in optional a 149 euro.
A tal proposito va detto che sono numerosi e interessanti gli accessori studiati dalla Yamaha già durante il progetto come il cupolino sportivo o la presa da 12 V. Curiosamente, però, sono spariti i paramani, immolati sull'altare di una maggiore ricercatezza estetica.
La capacità di carico record è stata implementata e ai 43 litri del vano sottosella, nel quale si possono alloggiare due caschi integrali e al quale mancherebbe solo una luce di cortesia per essere un baule degno di una citycar, si aggiunge il raddoppio del cassetto nel retroscudo che con lo spostamento della batteria passa a circa 9 litri.
Il quadro strumenti di chiara ispirazione automobilistica è completo e leggibile, la sella ampia e ben rifinita anche se un po' rigida e la dotazione in ogni caso da prodotto di fascia alta o premium per dirla con la lingua del marketing. La frenata "tradizionalista" è pronta ed efficace e una certa sicurezza viene offerta anche dalle coperture Michelin all'altezza della reattività dell'X-max.
Il rigore dinamico è immutato: abbastanza rapido nel prendere la traiettoria, rigoroso nel tenerla l'X-max è stabile e agile al tempo stesso.
Insomma una quadratura del cerchio difficile da battere e che permette andature notevoli per un 250. La protezione aerodinamica è leggermente migliorata su gambe e busto grazie al nuovo profilo dello scudo e allo schermo, come pure è aumentata l'abitabilità anche se ancora un po' risicata per gli spilungoni. D'ora in poi ci sono però due posti per mettere i piedi giacché alla Yamaha hanno accolto le richieste di chi voleva stendere le gambe sul retroscudo. In compenso le pedane del passeggero hanno perso la protezione in gomma e non sono il massimo dell'agio. La posizione del secondo è però degna di una touring, specie se si dota l'X-max dello schienalino venduto in optional a 149 euro.
A tal proposito va detto che sono numerosi e interessanti gli accessori studiati dalla Yamaha già durante il progetto come il cupolino sportivo o la presa da 12 V. Curiosamente, però, sono spariti i paramani, immolati sull'altare di una maggiore ricercatezza estetica.
Yamaha XMax 250: Merry XMax!
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