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Moto & Scooter

Yamaha T-Max Black Max: troppo avanti!

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Un mezzo sportivo adatto tanto agli spostamenti quotidiani quanto al turismo. Divertente nei tratti misti e capace di una buona prestazione anche tra i cordoli della nostra pista di Vairano. Il prezzo è salato

Ai recenti saloni di Parigi, Tokio e Milano abbiamo visto alcune Case presentare inediti prototipi di moto automatiche. In sostanza gli sforzi dei progettisti sono andati nella direzione di proporre mezzi dalle ciclistiche “solide” in grado di offrire un buon controllo nella guida abbinate a motori di cilindrata superiore a 600 cc.



Gli ingegneri Yamaha avevano gia ben chiara la ricetta che abbiamo appena descritto nel duemila, anno in cui fece il suo debutto il T-Max, un mezzo a cui il termine 'scooter' è sempre andato stretto, per via delle sensazioni che è capace di trasmettere grazie a una ciclistica a punto e a un motore scattante e potente che lo hanno sempre messo in competizione con una moto naked seicento.
Ma il T-Max è superiore anche sul piano del prezzo che pur elevato (9.190 euro c.i.m) non gli ha impedito di diventare un best seller nelle vendite.
In questa nuova versione, il bicilindrico di Iwata ha confermato in pieno le nostre aspettative, risultando ancora una volta il riferimento tra gli scooter sportivi.
Il T-Max in questo inedito allestimento presenta una nuova livrea nero opaco con telaio verniciato color di canna di fucile, inoltre si distingue per le pinze dei freni rosse e per la sella rivestita in tessuto rosso e nero.
Per il resto è quello di sempre: il telaio è in tubi dalla particolare struttura detta a diamante. La forcella ha steli da 41 mm e un comportamento molto simile per scorrevolezza a quello di una motociclistica.
Al posteriore troviamo invece un forcellone oscillante realizzato in alluminio pressofuso a cui è ancorato l’ammortizzatore idraulico che lavora in trazione.
L’impianto frenante è composto da tre dischi, tutti dello stesso diametro: 267 mm. All’anteriore, sul doppio disco lavorano pinze a doppio pistoncino, mentre sul disco posteriore troviamo una sola pinza (anch’essa a doppio pistoncino).
I cerchi a cinque razze, lavorati dal pieno, hanno misure differenti, quello davanti è da 14 pollici con pneumatico 120/70 mentre al posteriore ne troviamo uno da 15 pollici, su cui è montato una gomma da 160/60. I Bridgestone montati di primo equipaggiamento dal disegno del battistrada sportivo garantiscono un ottimo rendimento e un grip elevato.
La strumentazione si compone di tre elementi: due strumenti analogici per la velocità e contagiri e un display lcd posizionato al centro dove viene indicato il livello della benzina, la temperatura del liquido di raffreddamento, l’orologio e i contachilometri totali e parziali.

Nel retroscudo troviamo un piccolo vano porta oggetti, mentre alzando il sellone si accede al vano sottosella illuminato, dentro il quale è possibile alloggiare il casco integrale e l’antifurto meccanico a U.
Il propulsore è un bicilindrico parallelo otto valvole con alimentazione ad iniezione elettronica con corpi farfallati da 31 mm montato all’interno del telaio in posizione avanzata. Rispetto agli altri scooter questa soluzione consente di centrare le masse ottenendo quindi un baricentro quasi perfetto, caratteristica che si traduce in una guida molto più simile a quella di una moto.
La potenza di cui dispone il motore è di 44, 3 CV. La trasmissione finale adotta un innovativo sistema a due catene in bagno d’olio che garantisce un’ottima progressione di funzionamento e una risposta dolce nei continui apri e chiudi. Il T-Max monta di serie l’antifurto immobilizer.
Saliti in sella al T-Max ci si trova ben inseriti nello scooter. Il manubrio è proteso verso il busto mentre le gambe assumono un'angolazione corretta pur non disponendo di molto spazio. La sella è abbastanza alta da terra (795 mm) e ha una conformazione larga dei fianchi che non facilità l’appoggio dei piedi a terra ai piloti sotto il metro e settanta.
I comandi sul manubrio sono di buona fattura, intuitivi e facilmente azionabili; le leve dei freni non sono però regolabili nella distanza. Sul blocchetto di destra è posizionato il pulsante per attivare le quattro frecce.
Fatti i primi metri, le sensazioni trasmesse dal motore sono molto positive. Il bicilindrico Yamaha spinge forte e ha un erogazione lineare. Anche partendo con un filo di gas la frizione prende sotto i 2.000 giri. Il sistema ad iniezione funziona bene e non presenta nessun incertezza nello stress della guida cittadina.

Nel traffico le dimensioni abbondanti non sono un problema: infatti il T-Max può contare su un'agilità superiore alla media. Pur avendo un interesse di 1.575 mm si riescono a compiere svolte e inversioni di marcia senza fatica, quasi si fosse alla guida di un mezzo più corto. A limitare il comfort nell’utilizzo urbano sono al massimo le sospensioni dalla taratura abbastanza rigida, che su strade un po’ dissestate e sul pavè trasmettono qualche vibrazione. La frenata è potente, e facilmente modulabile in particolare il doppio disco anteriore.
Negli spostamenti autostradali il motore a 130 Km/h indicati gira a circa 5.000 giri e non vibra. Inoltre si apprezza la protezione offerta dal cupolino, abbiamo però riscontrato che si creano però dei vortici nella parte bassa dello scudo.
La posizione di guida non affatica, solo l’imbottitura della sella è un po’ duretta e sulle lunghe distanze può dare un po’ fastidio.
Il doppio fanale è potente e in grado di offrire un ottima visuale nelle ore notturne. Gli specchi retrovisori pur non avendo grandi dimensioni svolgono bene la loro funzione e non vibrano.
Anche a velocità sostenuta il T-Max conserva una stabilità molto elevata e sui curvoni non si innescano ondeggiamenti.
Nei percorsi più guidati ci si diverte a giocare con il gas, e grazie alla precisione di inserimento in curva affrontare le strade collinari e di montagna è un vero piacere. Le sospensioni filtrano bene il fondo stradale e comunicano al pilota con precisione le variazioni dell’asfalto. Bisogna però dosare la frenata sul disco posteriore che tende a bloccare la ruota se pinzato con decisione.


Il T-Max si rivela adatto anche per i viaggi, è possibile infatti montare un bauletto (disponibile tra gli accessori) e delle borse semirigide (disponibili negli accessori after-market) che unite al vano sottosella, in grado di ospitare un casco integrale e poco più, offre una capacità di carico discreta.
I cataloghi dei produttori di accessori sono pieni di articoli per personalizzare il T-Max nella tecnica e nell'estetica.
Ci aspettavamo dei consumi più elevati, invece il T-Max si è dimostrato meno "assetato" del previsto, con una percorrenza media di 20,3 Km/lt.
In coppia il passeggero gode di una porzione di sella buona, di un maniglione a cui aggrapparsi mentre le pedane sono estraibili. Pur essendo più esposto alle turbolenze del pilota non si può certo lamentare per la scarsità del comfort.
Il peso di 227, 5 Kg in ordine di marcia, che non si avverte in movimento, è invece un po’ limitante nelle manovre da fermo. Nelle soste si può utilizzare sia il cavalletto centrale che la pratica stampella laterale che si estrae con facilità stando in sella. Inoltre si può inserire il freno di stazionamento, che agisce sul freno posteriore, tirando la leva che si trova sotto al manubrio dalla parte sinistra.

Affrontare i cordoli con il T-Max significa dimostrare, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto questo Yamaha sia vicino al comportamento di una moto. A conferma di quanto detto, la Malossi organizza per questo scooter un trofeo in cui gareggia insieme al Gilera Nexus 500.
Prima di entrare in circuito siamo consapevoli della necessità di dover adottare un “nuovo” stile di guida che si adatti al ridotto freno motore e alla necessità di lavorare solo di freni.
Entriamo e dopo aver scaldato le gomme nei primi giri iniziamo a portare il T-Max verso il suo limite.
La posizione in sella consente di caricare il manubrio e di stringere il tunnel centrale con le gambe per ottenere il miglior controllo nell’impostazione delle traiettorie. Sul rettilineo dopo la linea di partenza ruotiamo con decisione la manopola del gas. Il bicilindrico sale velocemente, buttiamo un occhio sul contagiri e leggiamo 6.500 giri, prima di dover frenare per impostare le prima variante del circuito. L’anteriore morde con decisione e lo scooter affonda leggermente sulla forcella senza destabilizzarsi. Impostiamo l’ingresso curva con facilità grazie alla precisione dell’avantreno.


Riapriamo il gas e la trasmissione, grazie alla discreta coppia di cui dispone il motore, fa salire rapidamente la velocità. Pinziamo nuovamente con decisione e impostiamo il curvone sulla sinistra. Lo scooter segue la traiettoria impostata senza allargare. Pieghiamo fino a sentire il limite imposto dal cavalletto centrale che striscia sull’asfalto. La sensazione è che “puntandosi” ci alleggerisca di colpo l’avantreno, quindi non forziamo oltre nelle prossime pieghe. In questo frangente i pneumatici ci hanno dato una buona sensazione di tenuta, anche se la temperatura dell’asfalto era molto bassa. Merito della sezione adeguata e del profilo sportivo del battistrada.
Nei cambi di direzione del tratto misto il T-Max se l’è cavata abbastanza bene, ovviamente il peso si fa sentire e la guida di corpo che su una moto è naturale su uno scooter non si riesce a adottare.
Ci ripresentiamo sul rettilineo di ritorno e apriamo il gas, il contagiri segna 7.500 e la velocità è prossima ai 175 Km/h indicati.
Stiamo per chiudere il giro quando imbocchiamo la curva Sud. Qui il poco freno motore ci ha costretto ad anticipare la frenata. Tiriamo le leve con decisione, senza esagerare su quella posteriore che facilmente tende al bloccaggio, e lo Yamaha si acquatta prontamente. La sensazione è quella di essere su un cuscino d’aria.


Il trasferimento di carico è comunque limitato per via della taratura delle sospensioni abbastanza rigida e ci permette di impostare una traiettoria rotonda che teniamo sotto controllo sfiorando il freno posteriore. Conclusa la curva ci ripresentiamo, aprendo il gas, sul rettilineo di partenza.
Il verdetto del circuito conferma le doti ciclistiche e del motore del T-Max ma ha anche aggiunto che la guida in pista del T-Max richiede molta “concentrazione” per via della tecnica di guida particolare richiesta. Noi tolto il casco eravamo sudati, e non perché faccesse caldo.

* rilevamenti effettuati sulla nostra pista di Vairano (Pv)
Motore:4 tempi, bicilindrico parallelo raffreddamento a liquido, cilindrata 499c, Alesaggio x corsa 66 x 73mm, rapporto di compressione 11:1 Distribuzione DOHC, 8 valvole
Potenza massima 32,6 kW (44,3 CV) a7.500 giri/min. Coppia massima 47,6Nm (4,85kg-m)a 6.250 giri/min. Lubrificazione a carter secco, accensione TCI elettronica. Avviamento elettrico. Trasmissione a catena. Cambio con variatore automatico. Capacità serbatoio carburante 14 litri. Quantità olio 3,6 litri

Ciclistica:Telaio a diamante Sospensione ant. forcella telescopica 41mm sospensione post. forcellone presso fuso. Freno ant. doppio disco 267mm, freno post. disco 267mm, pneumatico ant. 120/70-14 M/C (55H), pneumatico post. 160/60-15M/C (67H), escursione ant. (mm) 120, escursione post. (mm) 117

Dimensioni: lunghezza (mm) 2.235, larghezza (mm) 775, altezza (mm) 1.410, altezza sella (mm) 795, interasse (mm) 1.575, distanza minima dal suolo (mm) 130 peso a secco (kg) 205

Impianto di scarico: Euro 2

Nel vano sottosella trova posto un casco integrale e qualche altro piccolo oggetto

La distribuzione azzeccata dei pesi garantisce allo Yamaha un ottimo equilibrio dinamico

Quanto piega! Il limite lo dà il cavalletto...I pneumatci Bridgestone garantiscono un buon appoggio in piega

A centro curva si può correggere la traiettoria sfiorando il freno posteriore

L’ingresso in curva è preciso come quello di una moto, inoltre si può correggere la traiettoria sfiorando il disco posteriore

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