Moto & Scooter
Yamaha MT-03: bentornato Mono!
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In sella alla monocilindrica stradale del momento. 660 cc facili facili per una moto che fa di stile e versatilità le sue armi vincenti. L'abbiamo portata in pista a Vairano. La prova è completa delle prestazioni rilevate
MariaVittoria Bernasconi, foto Alberto Cervetti e Max Pandullo
Una nuova proposta di Yamaha, che ama allargare gli orizzonti, soprattutto per semplificare la vita a tutti. Dopo la mastodontica MT-01, infatti, ecco la MT-03, versione easy della stessa famiglia. MT infatti è diventato un brand, con tanto di accessori ad hoc e una filosofia ben definita a far da comun denominatore.
Una nuova proposta di Yamaha, che ama allargare gli orizzonti, soprattutto per semplificare la vita a tutti. Dopo la mastodontica MT-01, infatti, ecco la MT-03, versione easy della stessa famiglia. MT infatti è diventato un brand, con tanto di accessori ad hoc e una filosofia ben definita a far da comun denominatore.
I progettisti hanno dato un taglio particolare a entrambe le moto, in modo che fossero riconoscibili al primo sguardo: così le linee esagerate della 01 si ridimensionano sulla 03, ma rimangono simili e visibili nel serbatoio e nel posteriore.
Uniche. Infatti se la prima era una bicilindrica enorme e appariscente, questa MT-03 è una monocilindrica contenuta nelle dimensioni e divertente che ha come obbiettivo una larga fascia di utenti.
Chi ama il supermotard non può che farsi tentare da questa naked con il vezzo della maneggevolezza estrema, che la porta a essere molto a suo agio sui misti davvero stretti.
L’altro terreno d’adozione è la città, dove sfida commercialmente gli scooter più sportivi, le naked più economiche, anche a quattro cilindri, e ancora le supermoto, il fenomeno delle metropoli di oggi. Il suo target sono gli esordienti, le fanciulle (alla presentazione in Spagna c’erano addirittura 4 tester donne, e non è un caso) e tutti coloro che desiderano semplicità e schiettezza nella guida. Ma anche chi si vuole divertire sul serio, perché noi sulle curve spagnole della presentazione alla stampa l’abbiamo provata con l’intento di arrivare al suo limite. Ed è stata dura. Il prezzo, visto quello che offre la concorrenza, di primo acchito potrebbe sembrare alto: ma a 6.490 euro la MT-03 offre molto in termini di componentistica e qualità delle finiture. Questa moto è omologata Euro 2 ed è già disponibile presso le concessionarie una demo bike da provare prima dell'acquisto.
Uniche. Infatti se la prima era una bicilindrica enorme e appariscente, questa MT-03 è una monocilindrica contenuta nelle dimensioni e divertente che ha come obbiettivo una larga fascia di utenti.
Chi ama il supermotard non può che farsi tentare da questa naked con il vezzo della maneggevolezza estrema, che la porta a essere molto a suo agio sui misti davvero stretti.
L’altro terreno d’adozione è la città, dove sfida commercialmente gli scooter più sportivi, le naked più economiche, anche a quattro cilindri, e ancora le supermoto, il fenomeno delle metropoli di oggi. Il suo target sono gli esordienti, le fanciulle (alla presentazione in Spagna c’erano addirittura 4 tester donne, e non è un caso) e tutti coloro che desiderano semplicità e schiettezza nella guida. Ma anche chi si vuole divertire sul serio, perché noi sulle curve spagnole della presentazione alla stampa l’abbiamo provata con l’intento di arrivare al suo limite. Ed è stata dura. Il prezzo, visto quello che offre la concorrenza, di primo acchito potrebbe sembrare alto: ma a 6.490 euro la MT-03 offre molto in termini di componentistica e qualità delle finiture. Questa moto è omologata Euro 2 ed è già disponibile presso le concessionarie una demo bike da provare prima dell'acquisto.
Estetica e tecnica
Tutto nuovo o quasi su questa MT-03: nuovi il telaio, il forcellone con ammortizzatore laterale e le sovrastrutture. Il cuore invece è molto rodato, si tratta infatti del conosciutissimo 660 cc a iniezione che equipaggia le XT in gamma Yamaha (oltre che le Aprilia Pegaso e la Derbi Mulhacèn), mentre l’avantreno - forcella e freni - sono eredità della FZ6.
Tutto in vista sulla monocilindrica, a partire da particolari ben rifiniti, come ad esempio i coperchietti del radiatore e le piastre di supporto del faro in alluminio: la qualità si vede e si tocca.
L’aspetto generale è compatto ed equilibrato: la moto è corta, soprattutto nel posteriore, e molto bassa. I progettisti hanno spostato le masse verso il baricentro della moto, così da rendere stabile ed equilibrato il comportamento sia nelle manovre a motore spento che in movimento.
La strumentazione è davvero essenziale, ma c’è tutto quello che serve in uno spazio ridotto, proprio sopra al faro: un contagiri analogico e un display digitale con tachimetro, velocità e contachilometri parziale, oltre alle spie d’ordinanza.
Molto piacevole il particolare dell’ammortizzatore posto lateralmente accanto al motore che oltre all’estetica migliora anche la dinamica, centralizzando i pesi.
Bello anche il posteriore con gli scarichi sotto la sella: il dubbio è che le maniglie del passeggero siano troppo vicine ai terminali, che a onor del vero sono ben isolati dal calore.
Grazie alle dimensioni compatte non c’è dubbio che la MT-03 si adatti un po’ a tutte le corporature e soprattutto l’altezza sella di 805 mm agevola le mini size.
Tutto in vista sulla monocilindrica, a partire da particolari ben rifiniti, come ad esempio i coperchietti del radiatore e le piastre di supporto del faro in alluminio: la qualità si vede e si tocca.
L’aspetto generale è compatto ed equilibrato: la moto è corta, soprattutto nel posteriore, e molto bassa. I progettisti hanno spostato le masse verso il baricentro della moto, così da rendere stabile ed equilibrato il comportamento sia nelle manovre a motore spento che in movimento.
La strumentazione è davvero essenziale, ma c’è tutto quello che serve in uno spazio ridotto, proprio sopra al faro: un contagiri analogico e un display digitale con tachimetro, velocità e contachilometri parziale, oltre alle spie d’ordinanza.
Molto piacevole il particolare dell’ammortizzatore posto lateralmente accanto al motore che oltre all’estetica migliora anche la dinamica, centralizzando i pesi.
Bello anche il posteriore con gli scarichi sotto la sella: il dubbio è che le maniglie del passeggero siano troppo vicine ai terminali, che a onor del vero sono ben isolati dal calore.
Grazie alle dimensioni compatte non c’è dubbio che la MT-03 si adatti un po’ a tutte le corporature e soprattutto l’altezza sella di 805 mm agevola le mini size.
In sella
La triangolazione manubrio-sella-pedane è davvero azzeccata sulla monocilindrica Yamaha: appena a bordo ci si accomoda in una posizione che pare adatta sia alla guida veloce, con rapidi spostamenti, sia alla tranquilla andatura cittadina. Le braccia arrivano bene al manubrio e le leve sono morbide da azionare e alla giusta distanza, quella del freno comunque è regolabile su 5 posizioni. Una volta in sella ci si accorge che i carichi sono davvero ben distribuiti: anche se la moto si dovesse inclinare pericolosamente da ferma, non è difficile riprenderla e raddrizzarla. Si parte e il motore gira morbido e brillante soprattutto ai bassi, fino ai 6.000 giri, poi volendo si può continuare a tirare fino a circa 7.000, ma non è vantaggioso. La MT-03 si mostra agile soprattutto nel misto stretto, dove sembra davvero imbattibile, anche tenendo come paragone le sorelle XT.
Sul dritto veloce tentenna un po’, soprattutto alle andature più sostenute – la massima di aggira attorno ai 170 km/h indicati- ma sui curvoni rimane stabile e ben piantata. Tende a raddrizzare repentinamente se si tocca il freno anteriore in curva, un po’ per la potenza frenante del doppio disco e un po’ per l’assetto morbido delle sospensioni. I freni, come dicevamo, sono incisivi e modulabili, un comportamento che se dall’anteriore non giunge inaspettato, al posteriore ci ha davvero stupito. In sella ci si muove molto facilmente da una parte all'altra , tanto che si possono azzardare posizioni in stile motard o all’opposto, col ginocchio un po’ aperto. Al contrario, gli spostamenti in senso longitudinale sono un po' difficoltosi a causa della sella "a due piani".
Il percorso del test ha previsto un tratto da 320 curve contate, da percorrere in entrambi i sensi, oltre ad un lungo tratto in montagna. Risultato: quattro ore di estremo divertimento. Quando si scende, si vuole subito rimontare in sella.
Sul dritto veloce tentenna un po’, soprattutto alle andature più sostenute – la massima di aggira attorno ai 170 km/h indicati- ma sui curvoni rimane stabile e ben piantata. Tende a raddrizzare repentinamente se si tocca il freno anteriore in curva, un po’ per la potenza frenante del doppio disco e un po’ per l’assetto morbido delle sospensioni. I freni, come dicevamo, sono incisivi e modulabili, un comportamento che se dall’anteriore non giunge inaspettato, al posteriore ci ha davvero stupito. In sella ci si muove molto facilmente da una parte all'altra , tanto che si possono azzardare posizioni in stile motard o all’opposto, col ginocchio un po’ aperto. Al contrario, gli spostamenti in senso longitudinale sono un po' difficoltosi a causa della sella "a due piani".
Il percorso del test ha previsto un tratto da 320 curve contate, da percorrere in entrambi i sensi, oltre ad un lungo tratto in montagna. Risultato: quattro ore di estremo divertimento. Quando si scende, si vuole subito rimontare in sella.
Un giro in pista a Vairano
Per provare più a fondo la Yamaha l’abbiamo portata sulla nostra pista di Vairano.
Le condizioni atmosferiche non erano ottimali, per via della temperatura dell’aria intorno ai quattro gradi, e quella dell’asfalto che non superava i dieci.
Tra i cordoli del circuito la monocilindrica giapponese si è rivelata un oggetto molto particolare, capace di regalare emozioni a metà strada tra quelle offerte da una naked e quelle di una supermotard.
La posizione di guida molto caricata in avanti e il manubrio largo consentono di avere un buon controllo della moto; di contro, la compattezza la rende inaspettatamente nervosa, anche se la potenza limitata previene molti pericoli. Spostarsi sulla sella è molto facile per via della sua conformazione e cercare il limite è molto naturale.
Come abbiamo riscontrato su strada, il motore dispone di una moderata coppia, e in pista l’abbiamo sfruttato tutto senza però tirarlo mai fino al limitatore. Il cambio è a punto e anche nell’utilizzo esasperato non ha perso la sua precisione.
Nelle varianti siamo rimasti sorpresi dalla rapidità, forse troppa per una moto dedicata ai neofiti, con cui la MT-03 scende in piega: merito anche dei pneumatici Pirelli Scorpion Sync che garantiscono un buon appoggio in piega. La sensazione però è che tanta sveltezza sia un po’ un limite, perché non si percepisce da subito la fase di inserimento.
La percorrenza dei curvoni è buona, la moto è stabile e le pedane strisciano sull’asfalto facendo scintille. Nel tratto più guidato con la Yamaha ci si diverte proprio, e grazie ai rapporti corti si gioca con la coppia del motore per uscire in fretta dalle curve e buttarsi sul rettilineo infilando tutte le marce.
Alla massima velocità la moto è abbastanza stabile, e ci prepariamo ad affrontare l’ultimo tratto del circuito dove la MT verrà messa a dura prova. La staccata è violenta, e la forcella morbida affonda sensibilmente senza però provocare fastidiosi trasferimenti di carico che destabilizzano la moto. L’inclinazione raggiunta nella curva Sud è oltre le aspettative e in uscita raddrizziamo la moto spalancando ancora il gas per affrontare un nuovo giro.
In sostanza non ci aspettavamo una MT così divertente in pista, anche se si vorrebbe un po’ più motore per poter impensierire una supermotard. Il verdetto di Vairano è stato molto positivo e ci riserviamo di ritornare in pista con delle condizioni atmosferiche che consentano di poter cercare ancora il limite di questa street-motard.
Prestazioni rilevate
* rilevamenti effettuati sulla nostra pista di Vairano (Pv)
Dati tecnici dichiarati
Motore: monocilindrico 4 tempi, raffreddamento a liquido, cilindrata 660cc. Alesaggio per corsa 100 x 84 mm. Rapporto di compressione 10,0:1. Distribuzione SOHC, 4 valvole. Alimentazione a iniezione elettronica, capacità serbatoio carburante 15 litri. Lubrificazione a carter secco.
Trasmissione: frizione a dischi multipli in bagno d'olio, cambio a 5 marce, trasmissione a catena.
Ciclistica: telaio in tubi d’acciaio con capriata a diamante. Sospensioni: ant. forcella telescopica, posteriore forcellone. Freni: ant. doppio disco 298 mm, post. disco 245 mm. Pneumatici: ant. 120/70-17, post. 160/60-17.
Dimensioni (in mm) e peso: lunghezza 2.070, larghezza 860, altezza sella 805. Interasse 1.420.
Distanza minima dal suolo 200. Peso a secco 174.5 kg.
Prestazioni dichiarate: potenza massima 33,4kW (45 CV) a 6.000 giri/min. Coppia massima 56,Nm (5,73 kg-m) @ 5.250 giri/min.
Trasmissione: frizione a dischi multipli in bagno d'olio, cambio a 5 marce, trasmissione a catena.
Ciclistica: telaio in tubi d’acciaio con capriata a diamante. Sospensioni: ant. forcella telescopica, posteriore forcellone. Freni: ant. doppio disco 298 mm, post. disco 245 mm. Pneumatici: ant. 120/70-17, post. 160/60-17.
Dimensioni (in mm) e peso: lunghezza 2.070, larghezza 860, altezza sella 805. Interasse 1.420.
Distanza minima dal suolo 200. Peso a secco 174.5 kg.
Prestazioni dichiarate: potenza massima 33,4kW (45 CV) a 6.000 giri/min. Coppia massima 56,Nm (5,73 kg-m) @ 5.250 giri/min.
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