Moto & Scooter
Yamaha Tricker
Pagina principale
Invitante col suo look essenziale: la nuova 250 cc sembra un po’ un trial ma si guida come una scrambler ed è adatta a tutti per la sua semplicità. Un’ entry level anche nel prezzo: 3990 euro f.c.
di MariaVittoria Bernasconi
“Non saltare sul letto, non calpestare i fiori. Togli i piedi dal divano...” Se i limiti vi ricordano un’adolescenza difficile e nel traffico vi prende una pazza voglia di salire sul cofano della macchina che ostruisce il passaggio, per voi Yamaha ha realizzato la Tricker. Scavalcare le auto resterà vietato, ma tutto sembrerà più semplice: dal marciapiede alle buche, niente ferma il biker metropolitano con le ruote da 16” e 19”. Tricker gioca la carta della facilità, con dimensioni che possono attrarre ragazzi e ragazze di qualsiasi taglia, conquistandosi il titolo di entry level della casa dei tre diapason. Del resto il punto di partenza del progetto era proprio la BMX: semplice, col telaio resistente a tutto e il manubrio che gira all’infinito. Dal progetto è venuto fuori un prototipo, l’Air Tricker, con motore 250 cc raffreddato a liquido, col telaio in carbonio e tutta una serie di chicche da intenditori (come il sistema realizzato a mano per far girare a 360° il manubrio,
appunto).
Da questo gioiello si è poi arrivati alla versione di serie col motore sempre da 250 cc, ma raffreddata ad aria. Più economica ma decisamente fruibile da tutti i polsi: i piloti più abili potrebbero divertirsi nel giardino di casa a provare le evoluzioni dello stuntman di turno, perché la moto invoglia davvero. Oppure pensare a delle gomme un po’ più abrasive per la gita sugli sterrati fuori città, quelli leggeri che a farli fanno godere. Una moto che mancava, in un segmento che languiva perchè fatto solo di pistolate enduro a tasselli profondi, con forse l’unica eccezione del Beta Alp. Il tutto ad un prezzo accettabile, 3.990 euro. E’ disponibile in tre varianti di colore e ci sono in catalogo diversi accessori.
“Non saltare sul letto, non calpestare i fiori. Togli i piedi dal divano...” Se i limiti vi ricordano un’adolescenza difficile e nel traffico vi prende una pazza voglia di salire sul cofano della macchina che ostruisce il passaggio, per voi Yamaha ha realizzato la Tricker. Scavalcare le auto resterà vietato, ma tutto sembrerà più semplice: dal marciapiede alle buche, niente ferma il biker metropolitano con le ruote da 16” e 19”. Tricker gioca la carta della facilità, con dimensioni che possono attrarre ragazzi e ragazze di qualsiasi taglia, conquistandosi il titolo di entry level della casa dei tre diapason. Del resto il punto di partenza del progetto era proprio la BMX: semplice, col telaio resistente a tutto e il manubrio che gira all’infinito. Dal progetto è venuto fuori un prototipo, l’Air Tricker, con motore 250 cc raffreddato a liquido, col telaio in carbonio e tutta una serie di chicche da intenditori (come il sistema realizzato a mano per far girare a 360° il manubrio,
appunto).
Da questo gioiello si è poi arrivati alla versione di serie col motore sempre da 250 cc, ma raffreddata ad aria. Più economica ma decisamente fruibile da tutti i polsi: i piloti più abili potrebbero divertirsi nel giardino di casa a provare le evoluzioni dello stuntman di turno, perché la moto invoglia davvero. Oppure pensare a delle gomme un po’ più abrasive per la gita sugli sterrati fuori città, quelli leggeri che a farli fanno godere. Una moto che mancava, in un segmento che languiva perchè fatto solo di pistolate enduro a tasselli profondi, con forse l’unica eccezione del Beta Alp. Il tutto ad un prezzo accettabile, 3.990 euro. E’ disponibile in tre varianti di colore e ci sono in catalogo diversi accessori.
Com’è fatta
Un giocattolo. Ecco come appare al primo sguardo: dimensioni da trial, manubrio largo, sella bassa e un peso di 118 kg, gestibile proprio da tutti. Il serbatoio è coperto da due fiancatine in plastica e contiene 6 litri, che, a sentire Yamaha, dovrebbero bastare a percorrere 150 km! Una vera scrambler moderna, con il piccolo faro tondo che occhieggia all’anteriore e il manubrio alto rispetto alla sella; con il faro posteriore che sembra un po’ riesumato da un modello più datato, ma che non stona nell’insieme.
I dettagli sono essenziali, nel senso che c’è tutto quello che ci deve essere e niente di più. Scarna, senza pezzi facilmente deteriorabili nelle acrobatiche manovre che a volte ci si trova a fare nel traffico. Così le frecce sono piccole e montate su supporti elastici, i parafanghi sono ben dimensionati ed appiccicati alle gomme. Anche la strumentazione è spartana: tachimetro analogico e le tre spie essenziali. Peccato ci sia ancora l’anacronistico rubinetto della riserva, da girare quando il motore inizia a borbottare e scalcia.
I dettagli sono essenziali, nel senso che c’è tutto quello che ci deve essere e niente di più. Scarna, senza pezzi facilmente deteriorabili nelle acrobatiche manovre che a volte ci si trova a fare nel traffico. Così le frecce sono piccole e montate su supporti elastici, i parafanghi sono ben dimensionati ed appiccicati alle gomme. Anche la strumentazione è spartana: tachimetro analogico e le tre spie essenziali. Peccato ci sia ancora l’anacronistico rubinetto della riserva, da girare quando il motore inizia a borbottare e scalcia.
Come va su strada
Appena in sella le sospensioni morbide cedono e si avverte la piacevole sensazione di comodità: in marcia si sentono davvero poco le asperità del terreno. La sella è sottile e poco imbottita, soprattutto vicino al serbatoio, motivo per cui a volte vien voglia di guidare in piedi: non per fare gli enduristi e superare ostacoli di varia natura, ma perché un po’ indolenziti dall’uso prolungato (tutta una giornata in moto!). Le manopole si afferrano bene, come le leve che sono a portata di tutte le mani. La leva della frizione è a cavo me risulta cedevole e non stanca mai. La partenza è brillante una volta innestata la prima, le marce non sono lunghe ma tirano abbastanza da aver voglia di cambiare. Il monocilindrico da 250 cc sprigiona 19 CV in maniera fluida e piena, girando preciso e silenzioso.
Per l’uso a cui è destinata, la Tricker non fa rimpiangere più potenza o più prontezza. I freni sono efficaci e morbidi e vantano un disco da 220 mm all’anteriore e da 203 mm al posteriore. La frenata è modulabile e la moto decelera decisa. Il cambio è fluido e silenzioso, anche se sembra entrare un po’ in crisi nei ripetuti e rapidi passaggi tra prima, seconda e terza che a volte il traffico richiede. La guida è davvero intuitiva, la Tricker si lascia conoscere e condurre senza difficoltà. Il suo corpo sottile e flessuoso e la leggerezza unita alle dimensioni regalano un feeling immediato a chiunque. L’angolo di sterzo poi è una vera chicca da città: si gira quanto si vuole! Forse si potrebbe ipotizzare una versione , per i più giovani che prima puntavano ad una più prosaica TW 125, e che ora potrebbero pretendere più divertimento ed uno stile più appagante. Cosa volere di più? Solo provare un Air Tricker…
Per l’uso a cui è destinata, la Tricker non fa rimpiangere più potenza o più prontezza. I freni sono efficaci e morbidi e vantano un disco da 220 mm all’anteriore e da 203 mm al posteriore. La frenata è modulabile e la moto decelera decisa. Il cambio è fluido e silenzioso, anche se sembra entrare un po’ in crisi nei ripetuti e rapidi passaggi tra prima, seconda e terza che a volte il traffico richiede. La guida è davvero intuitiva, la Tricker si lascia conoscere e condurre senza difficoltà. Il suo corpo sottile e flessuoso e la leggerezza unita alle dimensioni regalano un feeling immediato a chiunque. L’angolo di sterzo poi è una vera chicca da città: si gira quanto si vuole! Forse si potrebbe ipotizzare una versione , per i più giovani che prima puntavano ad una più prosaica TW 125, e che ora potrebbero pretendere più divertimento ed uno stile più appagante. Cosa volere di più? Solo provare un Air Tricker…
Dati tecnici
Motore: a 4 tempi, monocilindrico, raffreddamento ad aria, alesaggio per corsa 74x58 mm, cilindrata 249 cc, rapporto di compressione 9,5:1, distribuzione SOHC; alimentazione a carburatore Mikuni MV 33/1, capacità serbatoio carburante 6 litri. Lubrificazione a carter umido.
Trasmissione: Primaria ad ingranaggi, finale a catena. Frizione multidisco in bagno d’olio con comando a cavo, cambio a cinque marce.
Ciclistica: Telaio a semi doppia culla in acciaio. Sospensione anteriore forcella telescopica, escursione ruota 180 mm; posteriore forcellone in acciaio scatolato con monoammortizzatore, escursione ruota 172 mm. Ruote: cerchi da 19” all’anteriore e 16” al posteriore. Freni: disco anteriore da 220 mm, posteriore disco singolo da 203 mm.
Dimensioni: lunghezza 2000, larghezza 810, altezza sella 790, interasse 1.330. Peso a secco 118 kg. Prestazioni dichiarate: Potenza 14 kW (19 CV) a 7.500 giri, coppia 18,8 Nm a 6.250 giri.
Trasmissione: Primaria ad ingranaggi, finale a catena. Frizione multidisco in bagno d’olio con comando a cavo, cambio a cinque marce.
Ciclistica: Telaio a semi doppia culla in acciaio. Sospensione anteriore forcella telescopica, escursione ruota 180 mm; posteriore forcellone in acciaio scatolato con monoammortizzatore, escursione ruota 172 mm. Ruote: cerchi da 19” all’anteriore e 16” al posteriore. Freni: disco anteriore da 220 mm, posteriore disco singolo da 203 mm.
Dimensioni: lunghezza 2000, larghezza 810, altezza sella 790, interasse 1.330. Peso a secco 118 kg. Prestazioni dichiarate: Potenza 14 kW (19 CV) a 7.500 giri, coppia 18,8 Nm a 6.250 giri.