Moto & Scooter
Lo smog ferma anche le moto
Da quest’anno in molte città targhe alterne e blocchi totali interessano anche le 2 ruote. Ecco chi può o non può circolare, le informazioni su omologazioni e divieti, quando e come aggiornare la carta di circolazione

SUZUKI
di Riccardo Matesic
Novità spiacevole del 2003 è l’estensione delle targhe alterne e del blocco della circolazione anche a moto e motorini
Come ogni inverno si torna a parlare di divieti di circolazione per smog e si tornano a mettere all’indice i motorini. Quest’anno c’è però una novità particolarmente sgradita che riguarda anche motociclisti e ciclomotoristi che, diversamente dal passato, sono coinvolti nelle restrizioni delle targhe alterne in città come Milano, Torino, Bologna e Firenze; addirittura, a Roma la zona detta del Tridente è rimasta chiusa a ogni tipo di traffico privato (esclusi i residenti dotati di garage) per un paio di mesi, con un provvedimento che la Giunta capitolina sta pensando di riproporre.
Ma le limitazioni al traffico non si fermano qui. In Lombardia oltre a Milano sono stati 40 i comuni interessati dalle targhe alterne; altri 11 quelli della fascia intorno a Torino mentre in Emilia Romagna sono addirittura tutti i centri con più di 25.000 abitanti quelli dove si circola a targhe alterne il giovedì e la domenica. A Roma infine, la ZTL è ormai “off limits” per i motorini Euro 0 (ovvero quelli omologati prima dell’itroduzione dei limiti sulle emissioni allo scarico).
Insomma, se fino a oggi capitava che solo i motorini Euro 0 fossero occasionalmente fermati, e solo nei centri storici, d’ora in poi sempre più spesso moto e motorini di tutti i tipi, quindi anche Euro 1 e 2, saranno soggetti alla circolazione a targhe alterne mentre per gli Euro 0 la vita sarà sempre più dura.
Il motivo di questa stretta va ricercato nelle nuove normative europee, che impongono il controllo di un inquinante che fino a oggi non avevamo tenuto in considerazione: il particolato, o PM10.
Con il passare degli anni l’influenza del Parlamento Europeo si fa sentire sempre di più nella nostra vita. È quello che sta succedendo con i divieti di circolazione per smog nelle nostre città. L’Italia ha dovuto recepire delle norme europee che fissano sia gli standard per la misurazione di determinati inquinanti (decreto legislativo n. 351 del 4 agosto 1999) sia i limiti e le soglie di attenzione ed allarme per lo sforamento di tali limiti (decreto del Ministro dell’ambiente n. 60 del 2 aprile 2002).
Così oggi, in virtù di tali norme, i comuni e prima ancora le regioni, sono vincolati a misurare costantemente determinati inquinanti, individuandone anche le sorgenti. Il tutto finisce in statistiche dettagliate che vengono girate dapprima al Ministero dell’Ambiente e da questo direttamente alla Comunità Europea.
In caso di sforamento dei limiti, la legge impone di varare dei piani per la riduzione dei valori fuori norma e, nei casi peggiori, il blocco immediato del traffico, individuato nella maggior parte dei casi come una delle principali fonti di inquinamento.
Le norme prevedono il monitoraggio di inquinanti classici, quali il monossido di carbonio, gli ossidi di azoto, il biossido di zolfo, il benzene, gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), l’arsenico e di alcuni metalli pesanti quali piombo, Nickel, Cadmio e Mercurio, e di inquinanti di cui si è parlato meno in passato, come i particolati, vale a dire il PM10 (parti inferiori a dieci micron di diametro) e il PM2,5 (parti inferiori a 2,5 micron).
E sono proprio i particolati che ci stanno mettendo in crisi, perché, dopo aver ridotto con gli interventi degli ultimi anni il livello di benzene nell’aria, ora ci si sta accorgendo che sono molto alte le concentrazioni di particolato nelle nostre città, quasi sempre oltre i limiti regionali (50 µg/m³ a Milano, Torino e Bologna, 65 a Roma, 40 a Napoli).
E qui sono guai per noi, perché i motori a due tempi, principalmente quelli di vecchia concezione come i motorini Euro 0 sono uno sorgente riconosciuta di particolato, che si forma dalla combustione dell’olio.
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Il problema particolato è dunque particolarmente sentito dai ciclomotoristi e dai possessori di scooter a due tempi, perché insieme ai motori diesel di vecchia generazione, i nostri 2T sembrano essere i maggiori produttori di particolato.
Il guaio è che gli ambientalisti stanno mettendo all’indice per le emissioni di PM10 e PM2,5 anche i motorini Euro 1, o, per meglio dire, tutti i propulsori a due tempi, visto che da rilievi fatti nei laboratori dell’ENEA (ne abbiamo già parlato su Motonline), è emerso che il catalizzatore allo scarico riesce a ridurre significativamente la quota di particolato emessa solo quando il motore gira a lungo a gas tutto aperto.
È questo il motivo del coinvolgimento così massiccio delle due ruote nei divieti di circolazione e nei provvedimenti di via libera alle targhe alterne.
Qualche dubbio ci viene però quando si va a misurare quantitativamente l’incidenza delle varie fonti di inquinamento da particolato. Il traffico influirebbe infatti globalmente solo per il 55%, e parlando di PM10 i veicoli commerciali sarebbero ancora i principali imputati. C’è poi il particolato degli scarichi industriali: a Napoli per esempio il traffico veicolare emette nell’aria 240 tonnellate di PM10 l’anno, mentre la centrale Enel di Vigliene da sola ne emette 170!
Qualcun altro ricorda anche che se all’inizio del 2002 a Milano si sono misurate punte di 400 µg/m³ di PM10, contro un limite attualmente fissato a 50 µg/m³, a Londra nel 1952 si misuravano abitualmente concentrazioni di 5000 µg/m³!
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A parte quando vengono imposte le targhe alterne, dunque, oggi l’unica possibilità per continuare a circolare nei centri urbani e soprattutto nei centri storici, sembra essere la conformità alla normativa d’omologazione Euro 1 riportata sul libretto di circolazione. Un problema con il quale fino a oggi si erano confrontati esclusivamente gli utenti delle grandi città e che ora debbono iniziare a porsi anche gli abitanti delle piccole e medie città italiane, perché l’emergenza smog da quando si parla anche di particolati riguarda un po’ tutte le zone urbane d’Italia.
Quello che pochi sanno è che le Case costruttrici di moto e ciclomotori, in molti casi hanno aggiornato le omologazioni dei veicoli da loro prodotti. Questo significa che magari il mezzo in vostro possesso con pochi interventi meccanici (ma a volte non servono neanche questi!) può avere la carta di circolazione aggiornata con la dicitura “rispetta la direttiva 97/24/CE cap. 5”, quella che apre le porte dei centri storici.
La spesa è minima, nell’ordine dei 15 euro, e le pratiche si possono svolgere presso gli uffici provinciali del Dipartimento dei Trasporti Terrestri (quella che fino a un anno fa si chiamava Motorizzazione). In alcuni casi però, come in quello della Honda, sono richiesti interventi come il montaggio del catalizzatore, e sono i concessionari stessi che si incaricano, oltre a risolvere i problemi meccanici, di aggiornare la carta di circolazione.
A tutti voi consigliamo dunque di contattare il vostro concessionario di fiducia per chiedere se il veicolo in vostro possesso è aggiornabile Euro 1. Noi per conto abbiamo già ricevuto delle segnalazioni dalle case costruttrici che vi riportiamo e che aggiorneremo appena anche le altre case vorranno compilare un elenco dei modelli omologabili Euro 1.
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Il bollino blu torna d’attualità. Sì, avete letto bene, sembra che nel giro di pochissimo tempo, addirittura uno o due mesi, potrebbe essere lanciato sperimentalmente in alcune città, a partire da Roma.
Se n’era parlato già un paio di anni fa, al momento in cui furono presentate le revisioni, perché a breve sarebbero dovuti partire anche i controlli sui gas di scarico. Poi, ricorderete, ne era nato uno scontro con la Comunità Europea, che contestava l’analisi dell’anidride carbonica (CO2) emessa allo scarico a 40 Km/h piuttosto che quella del monossido di carbonio (CO) con motore al minimo. In effetti, nessuna normativa d’omologazione prende in considerazione il CO2 e l’esame proposto rischiava di mettere fuori dalle città proprio i motorini Euro 1 e 2.
Così l’Europa ha ricordato che tutto ciò avrebbe violato il principio di libera circolazione delle merci, e ha invitato a utilizzare una metodica in accordo con le prove d’omologazione per la misurazione dei gas di scarico, sia in sede di revisione che per il rilascio dell’eventuale bollino blu.
Ciononostante pare che a breve, come dicevamo in apertura, per circolare in alcuni centri urbani, indipendentemente dalla revisione, i veicoli Euro 0 dovranno superare l’analisi del CO2 sul banco a 40 Km/h. Per tutti gli altri non dovrebbero esserci problemi grazie allo stop dell’Europa, e anche in sede di revisione gli Euro 1 dal 1° luglio saranno assoggettati alla semplice misurazione del CO con motore al minimo.
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Questo l’elenco dei modelli aggiornabili Euro 1 che abbiamo avuto da alcune case costruttrici. Nel caso in cui non servano interventi tecnici sarà sufficiente recarsi direttamente a un ufficio provinciale del Dipartimento dei Trasporti Terrestri dove, pagando circa 15 euro in conti correnti si potrà avere l’aggiornamento della carta di circolazione. Qualora invece servano interventi tecnici occorrerà rivolgersi alla rete ufficiale di assistenza concordando le modalità dell’operazione.
HONDA
Sono aggiornabili gli scooter SH50, a partire dalla serie 96YM (riconoscibile per le ruote in lega), Sky 50 (tutte le versioni), X8R-S e X8R-X. L’operazione di montaggio del “kit retrofit” e di aggiornamento della carta di circolazionecosta dai 110 ai 150 Euro e può essere effettuata esclusivamente presso i concessionari ufficiali.
In tema di moto e scooter targati, invece, per i modelli che non riportano sul libretto l'omologazione Euro 1 (ovvero consegnati alla clientela prima del maggio1999, come pure tutti i modelli PANTHEON, FORESIGHT, CB500, CBR600F, SHADOW VT600C, VARADERO, VFR, CBR1100XX, HORNET, DEAUVILLE, SHADOW VT750C, XLR125R e CITYFLY antecedenti a tale data), si può richiedere l'aggiornamento della carta di circolazione senza alcuna modifica tecnica.
KAWASAKI
Tra i modelli che non riportano sul libretto l'omologazione Euro 1, i seguenti possono richiedere l'aggiornamento della carta di circolazione senza alcuna modifica tecnica:
VN800 (1998)
VN800 CLASSIC (dal 1996 al 2001)
EL250 (dal 1996 al 2000)
ZX-7R (1999)
ZRX1100 (1999)
Aggiornabili Euro 1 senza modifiche tutte le versioni circolanti dei seguenti modelli
AN 125 - 150 - 250 – 400
GSX 750
GSX 600F - 750F
GZ 125 – 250
SV 650 - 650S
TU 250X
UC 125X - 150X
VL 125 – 250
TL1000S
XF650
VZ800X
VL1500
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O meglio, arrivano le domeniche a piedi. Infatti, sette comuni italiani, si sono accordati autonomamente per un programma comune di domeniche ecologiche durante le quali il traffico veicolare privato sarà sospeso per l’intera giornata nell’ambito della rete viaria urbana.
Le città in questione sono Venezia (?!), Roma, Firenze, Palermo, Genova, Messina e Napoli. Quattro le date scelte: 9 marzo, 6 aprile, 18 maggio e 9 novembre. A queste si aggiungerà in tutta Italia il 22 settembre, giornata europea senz’auto.
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