Attualità
I feriti negli incidenti stradali sono molti di più di quanto pensiamo

Lo rivela l'ETSC nel suo ultimo studio. Alla base di questa differenza un sistema di raccolta dati inefficiente. Ma il report contiene molti dati interessanti (e allarmanti) sulle due ruote. Vediamoli nel dettaglio
Secondo le statistiche ufficiali ogni anno nell'Unione Europea i feriti per incidenti stradali sono circa 1.291.000. Di questi, 141mila (l’11% del totale) sono gravi. Una cifra fortemente sottostimata, secondo il Rapporto dell'ETSC, Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti”), organizzazione internazionale indipendente, senza scopo di lucro, impegnata a ridurre i decessi e le lesioni nel settore dei trasporti.
Tre i motivi principali delle sottostime: incongruenze nella raccolta delle informazioni, mancati rilievi da parte della polizia – che non sempre può valutare la gravità delle lesioni, senza contare che molti incidenti con infortuni gravi che coinvolgono pedoni e ciclisti, ma non veicoli a motore, non vengono denunciati – e la difficoltà dei Governi a collegare le informazioni detenute dagli Enti sanitari con quelle rilevate dalla polizia.
Problemi tutt’altro che irrilevanti – rileva il Rapporto ETSC - dal momento che la maggior parte dei Governi nazionali non riesce a migliorare significativamente la sicurezza stradale a causa di un quadro incompleto su dove e quando si verificano gli incidenti e sul numero di feriti.
Nel sottolineare, infine, il forte ritardo rispetto all’obiettivo UE 2030 – riduzione del 50% di morti e feriti gravi sulle strade – il Rapporto ETSC evidenzia come, tra 2013 e 2023, in 24 Stati membri dell'UE, i decessi siano diminuiti del 16%, mentre i feriti gravi solo del 13%.
LA QUESTIONE MOTO
In questo quadro, è ancora allarme per quanto riguarda gli utenti di veicoli a due ruote, che rappresentano una categoria particolarmente esposta al rischio di incidenti stradali gravi. Secondo i dati raccolti nei paesi dell’UE, costituiscono in media il 19% di tutti i feriti gravi sulle strade. In proporzione alla distanza percorsa, il rischio di morte per un motociclista è da 9 a 30 volte superiore rispetto a quello di un automobilista. E per ogni decesso tra gli utenti di moto e scooter, si contano circa sette feriti gravi.
Le cause più frequenti di incidenti gravi per chi guida moto o ciclomotori includono l’uscita di strada, gli impatti con guardrail, le curve strette affrontate a velocità eccessiva e talvolta guasti meccanici, soprattutto ai pneumatici. Per questo motivo, le misure infrastrutturali devono tenere conto delle caratteristiche di guida di questi veicoli, con interventi come l’installazione di barriere “amiche delle moto”, la progettazione di curve più sicure e l’adozione di pavimentazioni di qualità.
OCCHIO AD ABBIGLIAMENTO TECNICO FASULLO E AIRBAG
Un elemento cruciale nella riduzione della gravità delle lesioni è l’uso del casco. Numerosi studi internazionali hanno confermato che il casco è in grado di ridurre il rischio di morte o lesioni gravi di almeno un terzo, e nello specifico riduce del 69% il rischio di traumi cranici. L’utilizzo corretto del casco rimane quindi una delle più semplici ed efficaci forme di protezione.
Altrettanto importante è l’abbigliamento protettivo. Giacche, pantaloni, guanti, stivali e altri capi certificati secondo gli standard europei (EN 17092, EN 13634, ecc.) contribuiscono a ridurre sensibilmente la gravità delle lesioni in caso di caduta. Le protezioni interne (body armour) sono particolarmente efficaci nel limitare i danni in aree critiche del corpo. Tuttavia, si segnala che circa un quarto dei capi protettivi in commercio non offre una protezione sufficiente, soprattutto a causa di materiali danneggiati o scarsa resistenza agli impatti.
Una tecnologia emergente, ma promettente, è quella delle giacche con airbag integrato. Pensate per proteggere in particolare il torace e il collo durante gli incidenti in cui il conducente viene sbalzato dal veicolo, queste giacche stanno mostrando risultati positivi in termini di prevenzione dei traumi toracici, sebbene siano necessari ulteriori studi per valutarne l’efficacia su larga scala.
Sul fronte normativo, il documento dell'ETSC sottolinea l’importanza dell'introduzione di controlli tecnici periodici obbligatori per motocicli e ciclomotori (come già avviene in Italia): il primo a quattro anni dall’immatricolazione, poi ogni due anni e infine annualmente. Viene inoltre ribadita l’importanza di rendere obbligatori i freni antibloccaggio (ABS) su tutte le moto, e di valutare la possibilità di estenderli anche ai ciclomotori.




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