Attualità
Caos autovelox: il ministero fa retromarcia, niente decreto-sanatoria

Clamoroso: il Mit ha ritirato la bozza di decreto europeo che avrebbe messo uno stop ai ricorsi
Venerdì abbiamo dato conto - come riferiva il Corriere della Sera - della bozza di decreto presentata dal Ministero dei trasporti all'Unione europea, che puntava a mettere fine una volta per tutte alle controverse interpretazioni in materia di autovelox. Come sappiamo, infatti, la zona grigia che si trova tra omologazione e approvazione è da sempre terreno di caccia per avvocati intraprendenti, uomini di legge cavillosi e irriducibili utenti della strada che proprio non ne vogliono sapere di pagare le sanzioni per eccesso di velocità.
Nella bozza di decreto si puntava a superare questa sottile distinzione (sulla quale il Mit si è spesso espresso in un senso, mentre la Cassazione lo ha spesso sconfessato), omologando d'ufficio i dispositivi o sistemi approvati dal 2017 in avanti. E che avrebbe salvato una decina di modelli più recenti e obbligato allo spegnimento quelli più datati, lasciando alle aziende produttrici l'onere di scegliere se richiedere un'omologazione del modello o meno.
LA RETROMARCIA DEL MINISTERO
Adesso però, a sorpresa, il MIT ha deciso di mettere in pausa il decreto, che era già stato presentato a Bruxelles. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non ha specificato nella sua comunicazione se il decreto sarà rivisto, riscritto o definitivamente archiviato. Quel che è certo è che lo stop al provvedimento riporta il settore in una situazione di incertezza normativa. In caso di contestazioni da parte degli automobilisti, ogni sanzione dovrà essere esaminata caso per caso da prefetti e giudici.




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