Attualità
Ora basta: sulle moto cinesi avete rotto le scatole
In giro per i social troviamo troppo astio e pregiudizi nei confronti delle moto di produzione orientale. Contro cui si sta scatenando una tifoseria rumorosa e sguaiata. Proviamo a mettere in fila alcuni ragionamenti e a spiegare (con pacatezza) perché dovremo ringraziare Benelli, Moto Morini, Morbidelli e compagnia bella
Andiamo dritti al sodo: il tema è quello - non più nuovo, ma sempre generatore di sentimenti contrastanti - delle moto cinesi. Analizzando infatti i tanti commenti (alcuni decisamente sguaiati e pieni di volgarità, cifra sempre più comune dei social network di oggi) giunti a proposito del test della Morbidelli T 1002 VX, viene da chiederci che cosa sta succedendo all'intelletto di molti.
Ormai in Italia la discussione ponderata ha ceduto il passo alla polarizzazione, al tifo da ultras per qualunque cosa, al "con me o contro di me". E chi è contro di me è un cretino, ca va sans dire. Ovviamente, se noi di Dueruote proviamo una moto cinese e questa moto ci piace, quindi decidiamo di parlarne bene, siamo i "soliti venduti" ai cinesi.
Senza considerare coloro che apprezzano questo genere di moto, e che vengono bollati frettolosamente come "motociclisti non veri", persone scarsamente competenti in materia, gente che non sa guidare davvero. Come se per ricevere la patente di "vero motociclista" sia semplicemente necessario possedere un veicolo blasonato e che costa più di 20mila euro.
Per una volta, però proviamo a ragionare.