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Moto nel mondo: quando due ruote fanno la differenza

Stefano Gaeta il 30/12/2024 in Attualità
Moto nel mondo: quando due ruote fanno la differenza
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Dall’Asia all’Europa, mille usi straordinari e incredibili adattamenti: viaggio tra trasporti impossibili, creatività e necessità

L’idea diffusa rispetto all’uso dei mezzi a due ruote è legata a due principali tipi di utilizzo: il primo strettamente ludico, indipendentemente dal tipo di passione che ci lega al mondo della moto. Il secondo è più legato alla praticità che è quello che riguarda gli spostamenti quotidiani. Una realtà che riguarda principalmente le grandi città dove una moto o uno scooter sono i mezzi di trasporto perfetti per affrontare traffico e ansia da parcheggio. Senza trascurare l’efficacia di un mezzo a due ruote per raggiungere proprio le grandi città, quando si vive fuori, per raggiungere il proprio posto di lavoro o la scuola.

In alcune parti del mondo però la moto, quando c’è, è l’unico mezzo di trasporto con il quale poter fare tutto, spesso sfruttandola al limite del pensabile. Come vedremo, i modi di utilizzo sono i più fantasiosi e lontani dalle logiche di sicurezza. Il 99% delle pittoresche modifiche che abbiamo trovato, fatte a moto e scooter per renderli efficaci, sono davvero lontanissime da ogni più logica norma di sicurezza. D’altronde le cose in certe zone del mondo funzionano così e di certo le priorità sono diverse da quelle che abbiamo noi.

 

Moto nel mondo: quando due ruote fanno la differenza
Un habal habal nelle Filippine

TRAYSIKEL E HABAL-HABAL: LE INVENZIONI DEI FILIPPINI

I filippini sono molto attivi nell’inventarsi marchingegni in grado di aumentare abitabilità e capacità di carico delle loro piccole moto, di solito monocilindriche di circa 150 cc di derivazione Honda.

Il più diffuso è il Traysikel. Su una classica monocilindrica viene montata una sorta di sidecar, autocostruito in semplici tubi saldati con una piattaforma sulla quale appoggiarsi, al quale va ad aggiungersi una struttura sempre in tubi che si monta nella parte posteriore della moto. Nasce per trasportare cinque, al massimo sei persone con relativi bagagli ma non è difficile immaginare che possa viaggiare con un carico “umano” al limite del possibile. Come ci si potrà immaginare vengono installati doppi ammortizzatori in grado di sostenere un carico di quell’importanza ma saremmo curiosi di sapere se in qualche modo viene messa mano anche al telaio dato che abbiamo visto alcune foto che immortalavano dodici persone a bordo. Calcolando una media di 60 kg a persona, si superano facilmente i 700 chili di massa. Incredibile come il pilota riesca a guidare con un carico così mal disposto e sbilanciato, dei veri fenomeni.

Simile, ma con alcune differenze, l’altrettanto famoso habal-habal. La base di partenza è quasi sempre la stessa, una mono da poco più di 150 cc, a quali viene aggiunto un prolungamento, fuori dall’asse posteriore, del telaietto reggi sella insieme a delle coppie di ammortizzatori che lo sostengono. Spesso viene anche sostituito il forcellone con uno più lungo per aumentare ulteriormente la capacità di carico. Ai lati della piccola moto spuntano due lunghe e strette piattaforme orizzontali, sostenute da tubi a sezione quadrata, sulle quali poggiano semplici assi di legno dove trovano posto altri passeggeri o eventuali merci ingombranti.

Fermo restando che vedere le foto di questo alternativo mezzo di trasporto fa ancora una volta sorgere la domanda su come sia effettivamente possibile guidarlo quando è a pieno carico, con le strade che molto spesso non sono proprio in condizioni spettacolari, ma colpisce soprattutto molto che nessuno a bordo sia dotato della benché minima forma di protezione evidenziando quanto la necessità di spostarsi o trasportare merce sia di gran lunga più importante del prendersi cura della propria incolumità. Uno scotto da pagare che per noi occidentali sembra veramente incredibile.

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Un gruppo di Traysikel nelle Filippine

LE MOUNTAIN BIKES DEL VIETNAM

Tipiche delle zone rurali e più remote del Vietnam sono le cosiddette Mountain Bikes (da non confondersi con le nostre, a pedalata muscolare o assistita; ndr) che hanno preso il posto degli animali per gli utilizzi più gravosi. Ancora una volta la base di partenza è una piccola Honda, o una sua fedele copia cinese, con un motore monocilindrico da circa 110 cc. e la trasmissione semi-automatica. I proprietari ed utilizzatori hanno un amore incondizionato per le loro moto che sono ovviamente la loro fonte di sostentamento. Dimostrano quindi anche grandi capacità meccaniche per potersi occupare della manutenzione ed effettuare le modifiche necessarie a rendere la Mountain Bikes in grado di sostenere utilizzi così gravosi.

Al posteriore trovano posto anche quattro ammortizzatori per lato montati su forcelloni allungati per affrontare le salite più impervie. Vengono modificati anche i telai con fazzoletti di rinforzo saldati con quello che hanno a disposizione e montati dei sistemi di protezione della catena di trasmissione per salvaguardarla il più possibile da fango e pietre. Queste Mountain Bikes vengono utilizzate per trasportare principalmente sacchi di caffè o canna da zucchero e per portare il legname verso i villaggi dopo essersene approvvigionati nella foresta. Incredibile scoprire che questi utilissimi mezzi di trasporto sono di fatto vietati: biusogna fare molta attenzione a non incappare nella polizia con il rischio che, oltre ad una salata multa, venga anche sequestrata la moto.

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Un tuk tuk in Vietnam

TUK TUK: IL TRE RUOTE SIMBOLO DEL SUD-EST ASIATICO

Molto conosciuto è il tuk tuk, il taxi più diffuso nel sud est asiatico. C’è anche un po’ di Italia in questo mezzo così riconoscibile visto che si tratta di fatto di una rivisitazione della nostra leggendaria Ape Piaggio, prodotta nel far east. Il classico tre ruote viene adibito al trasporto passeggeri, siano essi local o turisti, che trovano posto nella parte posteriore adibita a zona di seduta e di carico di eventuali bagagli. Il nome nasce dal rumore prodotto dal propulsore che in origine era due tempi. Sono spesso decorati per renderli più attraenti e ultimamente hanno ceduto anche la fascino del marketing visto che sulle fiancate compaiono frequentemente delle scritte pubblicitarie. 

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Un boda boda in Kenya

BODA BODA: I MOTOTAXI DEL KENYA TRA PASSATO E FUTURO

Paese che vai, nome che trovi. In Kenya i moto taxi vengono chiamati Boda Boda. Pare che il nome derivi da “from border to border” (da confine a confine) perché in origine le piccole e svelte moto venivano utilizzate per trasportare passeggeri che non dovevano fermarsi ad eventuali posti di blocco delle forze dell’ordine e poter eventualmente sconfinare velocemente senza dare troppo nell’occhio. Da mezzi nati per fini illegali i Boda Boda sono diventati mezzi di trasporto per turisti molto diffusi soprattutto nella famosa Malindi. Anche qui zero attenzione alla sicurezza e scarso rispetto delle regole.

Per muoversi nel delirante traffico della città africana in maniera agevole ci sono però poche alternative. Un tentativo di regolamentazione di questo estemporaneo mezzo di trasporto collettivo è arrivato dal presidente del Kenya che ha agevolato la nascita di un progetto volto ad utilizzare mezzi a propulsione elettrica, Electric Boda, con driver certificati che siano garanzia di rispetto delle regole e maggiore attenzione alla sicurezza. Iniziativa interessante visto che il Kenya produce il 90% della sua energia da fonti rinnovabili.

 

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Un mototaxi a Parigi

PARIGI E I MOTOTAXI DI LUSSO: GOLDWING E COMFORT A CINQUE STELLE

A Parigi troviamo un diffuso servizio di mototaxi. Nulla a che vedere con le piccole monocilindriche ma bensì delle lussuose e super accessoriate Honda Goldwing guidate da esperti rider. Idea che nasce dalla necessità di affrontare il traffico spaventoso che affligge ad ogni ora del giorno e della notte le tangenziali che girano intorno alla capitale francese e, soprattutto, raggiungere l’aeroporto senza doversi muovere con molte ore di anticipo.

Viste le caratteristiche delle moto in questione c’è la sicurezza di viaggiare comodi quasi come in macchina usufruendo di un servizio a cinque stelle. Viene fornito tutto l’abbigliamento necessario con giacca da moto, spesso dotata di airbag, casco, guanti e protezioni per il maltempo coccolati dalla sella riscaldata. C’è la possibilità di caricare un trolley da cabina e il casco è dotato di interfono per poter parlare con il pilota o ascoltare musica. Bisogna di certo fidarsi molto di chi guida anche perché in Francia è si vero che esiste un grande rispetto per i motociclisti ma, la regola non scritta che prevede che la auto in coda lascino un ampio spazio per permettere un agevole passaggio delle moto, può farti vivere l’esperienza di viaggiare ad alta velocità tra due interminabili file di auto in colonna. La sicurezza di arrivare in tempo a destinazione è quasi assicurata così come quella di vivere alcuni quarti d’ora carichi di adrenalina. Non ultimo, pare che le mototaxi parigine siano mediamente abbastanza costose rispetto ai ben più impacciati taxi tradizionali.

 

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