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Sicurezza e strade: perché il boom di lavori non è un buon segnale per i motociclisti

Marco Gentili
di Marco Gentili il 09/10/2024 in Attualità

Nel 2024 saranno prodotte 36 milioni di tonnellate di asfalto, un dato record. Peccato che nelle strade urbane i lavori siano sempre al palo...

Nel primo semestre di quest’anno la produzione di bitume ha registrato un deciso aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+7,3%). Un trend positivo che porta la stima di produzione annuale del conglomerato bituminoso per l’intero 2024 a quota 36 milioni di tonnellate, il secondo dato più alto registrato negli ultimi 15 anni (nel 2021 si raggiunse quota 37 milioni di tonnellate).
 
La crescita registrata quest’anno è collegata prevalentemente ai lavori promossi da ANAS, tornata ad investire negli ultimi anni in maniera massiccia nel settore stradale e alle attività di manutenzione messe a terra dalle concessionarie autostradali sui 7.000 km di competenza lungo il territorio nazionale.

La fotografia emerge dalla nuova analisi trimestrale effettuata dall’Associazione SITEB - Strade Italiane E Bitumi, resa nota in occasione della giornata di apertura di Asphaltica 2024, il Salone dedicato alle tecnologie e soluzioni per pavimentazioni stradali.

 

LE STRADE COMUNALI E PROVINCIALI SONO MESSE MALISSIMO

Tutt’altro discorso riguarda i restanti circa 500mila km di strade asfaltate, due terzi dei quali sono gestiti dai Comuni che non sempre dispongono delle risorse necessarie per la manutenzione e che necessiterebbero di essere messi in sicurezza. E questo non rappresenta un buon segnale per il mondo delle due ruote, sia quello legato al commuting urbano, sia quello legato al turismo, che magari non frequenta le strade gestite da Anas o da Autostrade, che godono di migliori livelli di manutenzione. E che sono quelle dove avviene il maggior numero di incidenti.
 
“Negli ultimi anni sono stati compiuti notevoli passi avanti nelle manutenzioni stradali, dopo i pesanti tagli del passato collegati alla spending review e al patto di stabilità che hanno ulteriormente peggiorato la situazione nel nostro Paese. Siamo però ancora ben lontani dall’avere una rete in perfetta efficienza. Negli anni ’90 la produzione di asfalto raggiungeva i circa 43-44 milioni di tonnellate/anno e quando si scendeva sotto questo limite ci si preoccupava. Quello che oggi manca è un corretto approccio, soprattutto da parte delle Istituzioni locali, all’attività di manutenzione che troppo spesso insegue l’emergenza con le buche da tappare e difetta di pianificazione, controlli tecnici sulla durabilità delle opere e prevenzione. Senza contare che le recenti normative sull’end of waste dei rifiuti da costruzione e demolizione e i criteri ambientali minimi (CAM) per le strade rappresentano un’opportunità da cogliere a pieno per rendere la nostra rete più sostenibile e sicura”, ha sottolineato il Direttore SITEB e Presidente del Comitato Asphaltica – Stefano Ravaioli.

 

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