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Viaggiare all'estero con una 125 cinese. Perché no?

Redazione
dalla Redazione il 24/07/2024 in Attualità
Viaggiare all'estero con una 125 cinese. Perché no?
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Un nostro lettore ci racconta la sua esperienza in Repubblica Ceca con la Keeway Superlight 125: "Mezzo affidabile e poco considerato, che in autostrada si comporta bene. Perché in Italia i 125 non ci possono ancora andare?"

Riceviamo dal nostro lettore Gabriele (che si firma come Tk Desimon) questa testimonianza, che abbiamo abbreviato per ragioni editoriali e che vi invitiamo a leggere per gli spunti di riflessione che offre:

 

"Sono un ragazzo di 29 anni e vi scrivo per condividere una mia recente avventura motociclistica e per cogliere l'occasione di presentare anche una riflessione personale. Sabato 13 luglio sono partito da Magnano in Riviera (in provincia di Udine) e mi sono diretto a Praga a bordo della mia moto 125 cc, ritornando a Magnano in Riviera il giorno seguente, dopo aver percorso 1.331 km. La moto in questione è una Keeway Superlight 125 gommata Dunlop D404.

Questo viaggio è stato effettuato principalmente per tre scopi: come sfida personale prima di tutto; in secondo luogo per testare la resistenza e l'affidabilità della moto che, essendo di fabbricazione cinese, è stata vittima di ingiusti pregiudizi da parte di tantissimi motociclisti con moto "di marca"; terzo, per dimostrare che anche un 125, con manutenzione, un po' di pazienza e savoir faire, ti porta ovunque. Ora la riflessione personale: Come detto, ho effettuato lunghi tratti in autostrada, con traffico anche abbastanza intenso in alcune occasioni, mantenendo la destra con giubbotto ad alta visibilità sempre indossato, sia di notte che di giorno, e conoscendo molto bene i limiti della moto, (ormai la guido da 24mila km) evitando di fare manovre e sorpassi azzardati. All'estero, la circolazione in autostrada delle moto 125 cc è consentita da anni. In Italia questa cosa non è permessa, ma non riesco ancora a capire il perché si concede la circolazione ai mezzi 150 cc, visto che la differenza di potenza, coppia e velocità massima raggiungibile è di poco superiore a quella di un 125cc. Dopo aver percorso oltre 1.300 km in due giorni, con larga parte del tragitto in autostrada, mi sento di poter dire che una moto 125 cc se usata con coscienza, può affrontare tranquillamente l'autostrada. 

Mi piacerebbe che la mia avventura serva a cambiare il pregiudizio sulla qualità delle moto cinesi, viste da tempo come inaffidabili e di bassa fattura generale, guardate da molti motociclisti quasi con sdegno, dopo averne appreso marca e provenienza. Devo ammettere che quando l'ho comprata ero partito con questa idea in testa: "E' cinese, ho speso poco, vediamo quanto dura, al massimo la cambio quando si rompe". Invece km dopo km e naturalmente manutenzione dopo manutenzione (cambio olio ogni 2.500 km invece che ogni 3mila come richiede la casa, corretta pressione pneumatici, riscaldamento prima di partire, ed accortezze anche nell'utilizzo, evitando surriscaldamenti ecc), questa moto mi sta regalando soddisfazioni che non ho con altre moto "di marche ben più blasonate".

La moto chiaramente non è esente da difetti, ad esempio un cambio non molto preciso, la verniciatura piuttosto delicata ed uno strano e per nulla rassicurante "cloc" proveniente dal manubrio in alcune buche (che a quanto pare sembra sia causato dalla forcella anteriore che arriva troppo presto a fine corsa), dalle modeste prestazioni del motore ad aste e bilancieri (che comunque tira i 9.000 giri, anche se dopo i 7.500 perde coppia ed è abbastanza inutile tentare di andare oltre, si fa solo rumore a mio avviso), inferiore ai 125 cc di altre marche, e dagli pneumatici di serie con cui la moto viene venduta (marca Cordial) che definire pericolosi, soprattutto sul bagnato, vuol dire essere fin troppo buoni (ma cambiando pneumatici, la moto cambia completamente comportamento), e le vibrazioni del motore vengono trasmesse al manubrio e se lo si tiene a regimi elevati, si fanno sentire parecchio.

Io mi sento di fare un plauso a Keeway, che con una moto molto semplice e dal prezzo veramente accessibile, ha saputo unire affidabilità, ottimi consumi di carburante e di gestione".

 

CHE COSA NE PENSA LA REDAZIONE

La riflessione che fa il nostro Gabriele è più che condivisibile sotto ogni aspetto. Partiamo al primo, quello normativo. Da anni a Dueruote sosteniamo l'anacronismo di una norma come quella che vieta ai 125 cc di essere guidati in autostrada o tangenziale: il livello prestazionale e tecnologico dei mezzi attualmente in commercio li rende più che adeguati per compiere tratti (più o meno lunghi, a seconda delle necessità del pilota) sulla rete a pedaggio. Inoltre quello di permettere ai motoveicoli da 150 cc (di fatto, identici in tutto e per tutto ai 125) di accedere a questa tipologia stradale è una delle tante ipocrisie all'italiana. Ci aspettiamo che, quanto prima, anche il nostro Codice della strada possa finalmente recepire le modifiche necessarie ad adeguarci a quello che da anni avviene in tutta Europa, senza che questo abbia portato danno alla sicurezza o incrementi di incidenti.

Ancora più condivisibile il secondo aspetto: dietro alla ritrosia di molti nei confronti delle moto di fabbricazione cinese c'è solamente un pregiudizio da bottegai, secondo il quale "in Europa e in Italia le cose le sappiamo fare meglio". Purtroppo, e da molti anni, non è più così: il livello qualitativo raggiunto dai costruttori orientali, unito ai prezzi bassissimi che riescono a praticare grazie alle economie di scala (che solamente chi produce milioni e milioni di veicoli ogni anno può graantire), sta facendo breccia tra i consumatori, anche tra quelli più avveduti.

I dati di mercato e il successo di marchi come Benelli, Keeway, CFMoto e Voge, ma anche Kove e QJ Motor, sono la cartina di Tornasole di questo fenomeno, ormai inarrestabile.

 

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