Attualità
Perché la crisi del Mar Rosso riguarda anche il mercato delle moto
Le tensioni nell'area del Canale di Suez rallentano le merci. E anche le consegne di moto e scooter (oltre che dei componenti semilavorati) sui nostri mercati. Il rischio è quello di bissare le forniture a singhiozzo del 2022
Abbiamo superato il Covid-19, il rincaro (fino a 15 volte tanto) dei trasporti marittimi, la mancanza di materiali per i semiconduttori. E nonostante tutto, il settore delle due ruote ce l'ha sempre fatta (come testimoniano i floridi dati di mercato italiani). Eppure le grane per il nostro mondo non sembrano essere finite qui. Il 2024 infatti si è aperto all'insegna dell'instabilità globale: i numerosissimi conflitti in corso in questo momento nel mondo stanno mettendo a rischio il passaggio strategico del canale di Suez.
"E a noi che ce ne frega?" diranno i lettori meno avveduti. Ce ne frega eccome. E' da lì infatti che transita la totalità delle merci (leggi: le moto finite) e dei componenti semilavorati con cui vengono assemblati moto e scooter nelle (poche) fabbriche rimaste sul suolo europeo.