...E SEMPRE I SOLITI PROBLEMI
Purtroppo però l'annuncite (malattia endemica della politica italiana) si riflette in modo negativo sul nostro mondo, e sul nostro modo di essere motociclisti. Abbiamo condotto una piccola
inchiesta tra le buche di Milano, ma qui come nelle altre grandi città affollate da moto e scooter la politica del rattoppo fatto male prevale su quella dell'investimento massiccio e strutturale sul rifacimento delle infrastrutture.
Intanto
in moto si continua a morire - purtroppo anche per nostra responsabilità - e pare proprio che non si riesca a scendere sotto una soglia minima di decessi.
Come in tutti i problemi complessi, non esiste una soluzione univoca. Il pattugliamento costante delle strade può costituire un deterrente, ma è utopia pensare di militarizzare le città con migliaia di vigili urbani. E nemmeno un nuovo
Codice della strada può risolvere un problema di fondo del nostro Paese, ossia un tasso di
(dis)educazione stradale che ci piazza agli ultimi posti non solo in Europa. La strada continua a essere una giungla e ognuno ha le sue responsabilità. Ormai lo
smartphone è un accessorio fondamentale e, in auto, nessuno riesce a staccarsene quando è alla guida.
Il rispetto delle regole è sempre soggettivo; ognuno pensa di essere nel giusto e depreca i comportamenti sbagliati degli altri.