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Un anno di moto: che cosa ci ha lasciato il 2023

Marco Gentili
di Marco Gentili il 27/12/2023 in Attualità
Un anno di moto: che cosa ci ha lasciato il 2023
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Stanno per volgere al termine 12 mesi intensi e di ottimi risultati per il nostro mondo. Che però ha sempre di fronte a sé sfide di cui non riesce a venire a capo

Fine dicembre, tempo di bilanci. Tra un panettone e un cenone, la fine dell'anno è il momento per guardare in modo retrospettivo a ciò che è successo nel corso degli ultimi 12 mesi. Un periodo importante e per fortuna privo di scossoni epocali per il nostro settore, che continua a percorrere una strada ben tracciata almeno da quando è uscito dal tunnel del Covid-19.

 

UN MERCATO IN SALUTE

Anche se siamo ancora in attesa dei dati definitivi di dicembre. il 2023 si conferma un anno di numeri eccellenti per il nostro settore. L'incertezza economica generale, unita alla stasi del mercato delle quattro ruote, fa volare moto e scooter: i numeri delle immatricolazioni a fine novembre hanno toccato i 310mila pezzi (con le moto a +46% e gli scooter a +30% rispetto al 2019), riportando i numeri ai livelli del 2010. Un "momentum" positivo che non accenna a fermarsi. Le previsioni sono ancora positive, nuovi operatori orientali si sono affacciati sul mercato, i numeri sono in crescita per tutti. C'è ancora molto, molto spazio per le due ruote

Certo, se allarghiamo l'orizzonte al resto d'Europa, per un Italia che va bene (anzi, meglio di tutti) abbiamo una Germania in forte recessione (e anche il nostro mercato ne risente). Il nostro orizzonte è e resta quello di una provincia del mondo: un milione e mezzo di pezzi contro i 25 dei mercati sino-asiatici. Ne abbiamo parlato qui, in questo video che vi conviene recuperare. 

 

QUALCHE NOVITA' CHE CI SEMPLIFICA LA VITA

Il 2023 verrà anche ricordato per essere stato un anno di semplificazioni normative. Da adesso infatti l'Italia ha deciso di permettere, a chi ha già una patente moto, di non dover sostenere nuovamente l'esame per accedere a una patente di categoria superiore. E, a Dio piacendo (doveva arrivare entro fine 2023...), è iniziato l'iter che permetterà di non dover portare sempre con noi la licenza di guida, grazie a un processo di digitalizzazione che sta toccando tutti gli ambiti della nostra vita.

 

...E SEMPRE I SOLITI PROBLEMI

Purtroppo però l'annuncite (malattia endemica della politica italiana) si riflette in modo negativo sul nostro mondo, e sul nostro modo di essere motociclisti. Abbiamo condotto una piccola inchiesta tra le buche di Milano, ma qui come nelle altre grandi città affollate da moto e scooter la politica del rattoppo fatto male prevale su quella dell'investimento massiccio e strutturale sul rifacimento delle infrastrutture.

Intanto in moto si continua a morire - purtroppo anche per nostra responsabilità - e pare proprio che non si riesca a scendere sotto una soglia minima di decessi. Come in tutti i problemi complessi, non esiste una soluzione univoca. Il pattugliamento costante delle strade può costituire un deterrente, ma è utopia pensare di militarizzare le città con migliaia di vigili urbani. E nemmeno un nuovo Codice della strada può risolvere un problema di fondo del nostro Paese, ossia un tasso di (dis)educazione stradale che ci piazza agli ultimi posti non solo in Europa. La strada continua a essere una giungla e ognuno ha le sue responsabilità. Ormai lo smartphone è un accessorio fondamentale e, in auto, nessuno riesce a staccarsene quando è alla guida. Il rispetto delle regole è sempre soggettivo; ognuno pensa di essere nel giusto e depreca i comportamenti sbagliati degli altri.

 

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