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Moto e sostenibilità: Yamaha in prima linea

Redazione
dalla Redazione il 29/05/2023 in Attualità
Moto e sostenibilità: Yamaha in prima linea
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La moto del futuro? Elettrica forse, di sicuro sostenibile. Yamaha lavora per l'obiettivo della sostenibilità al 100% entro il 2050 e sta già introducendo materiali riciclati e green nei suoi modelli attuali: ecco dove

I giapponesi, si sa, parlano poco ma pensano molto. In particolare guardano lontano e sono letteralmente ossessionati dalla pianificazione. Nella seconda metà del secolo scorso hanno imposto al mondo la loro visione della “qualità globale”: la difettosità vicina allo zero, la riduzione delle scorte, il just in time; a partire dall’inizio di questo secolo hanno invece iniziato a riflettere sui temi della “end of life”, del riciclo e della riduzione degli sprechi.

Per questo chi pensa che lo scarso entusiasmosfociante a volte nella resistenza – manifestato a più riprese dalle aziende del Sol Levante per la transizione alla mobilità elettrica sia segno di scarsa coscienza ambientale, si sbaglia di grosso. I giapponesi devono semplicemente avere il tempo di riflettere sul quadro globale, dalla produzione delle batterie al loro eventuale riutilizzo in forma stazionaria, dall’integrazione nei veicoli allo smaltimento dei materiali. I più attivi in questo campo sono i colossi Honda e Toyota, ma anche le aziende esclusivamente motociclistiche si stanno muovendo.

Moto e sostenibilità: Yamaha in prima linea

Elettrificazione sì, ma anche riciclo

Anche se se ne parla troppo poco, la sfida principale dei prossimi anni è infatti la riduzione delle risorse richieste per produrre beni e servizi, non solo energia da fonti fossili ma anche materie prime, privilegiando il ricorso a materiali riciclati in modo da abbattere automaticamente anche la produzione di rifiuti.

E se le politiche adottate dalle aziende giapponesi sono di solito descritte nei corposi report aziendali di fine anno che nessuno legge, qualche indicazione concreta la si può già trovare. Prendiamo ad esempio Yamaha, che negli ultimi mesi ha annunciato due importanti passi riguardanti le materie prime.

Dal lato delle plastiche, la Casa dei tre diapason ha completato lo sviluppo di un nuovo materiale a base di propilene riciclato, che promette livelli di resistenza e qualità estetica più elevati rispetto ai materiali riciclati convenzionali. Questo materiale verrà utilizzato per realizzare le carene dei modelli di piccola cilindrata destinati ai mercati asiatici, in volumi come sappiamo importantissimi.

Moto e sostenibilità: Yamaha in prima linea
Il Gear 125 è uno dei modelli dove verrà usato il polipropilene riciclato per le plastiche

Alluminio green: cos'è e dove si usa

Sarà invece destinato ai modelli prodotti in Giappone l’alluminio “green” che Yamaha sarà la prima a utilizzare tra le aziende nipponiche.

L’alluminio “green” è lavorato usando soltanto energia da fonti rinnovabili (lo stesso principio degli e-fuels), il che porta a una riduzione del 60% circa della CO2 emessa rispetto all’alluminio tradizionale. Sulle moto moderne l’alluminio incide tra il 13% e il 31% in peso sul veicolo, per cui il ricorso alla versione “green” ha un notevole impatto sulla riduzione della CO2 emessa nel ciclo di vita.

L’alluminio green peserà comunque per non più del 20% dell’alluminio totale usato da Yamaha… ma questo soltanto perché ultimi anni Yamaha ha già portato il ricorso all’alluminio riciclato all’80% del suo utilizzo totale! L’alluminio “green” è dunque la ciliegina sulla torta di un bilancio di sostenibilità già notevole, e verrà impiegato per le parti in cui non è possibile usare alluminio riciclato.

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Indicazione delle componenti dove potrebbe essere usato alluminio "green"

Obiettivo sostenibilità totale al 2050

Si parte dalla gamma “nobile” di Yamaha, con modelli di grossa cilindrata come la MT-09, oppure off-road racing come le cross YZ-F, con l’obiettivo di estendere l’impiego al resto della gamma (dando sempre preferenza, come ovvio, all'alluminio riciclato).

Yamaha ha fissato come obiettivo a livello di gruppo quello di raggiungere la neutralità rispetto alle emissioni di CO2 entro il 2050: questo significa usare il 100% di materiali sostenibili (oltre a quelli citati ci sono nuove resine derivate dalle piante, ad esempio) per le sue produzioni sia in patria che all’estero. Quando si dice guardare al futuro.

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