Attualità
Triumph Tiger, una Adventure Experience in modalità Sport
Un evento per le moto Triumph Tiger, un week-end sempre in piega. Ecco com'é andata la Triumph Adventure Experience (TAE) Sport, tra strade top e scorribande in pista
Lo ricordo come se fosse ieri. Era il 2003, vent’anni fa tondi tondi. Eravamo a un giro del RAT, la Rider Association of Triumph. Triumphisti, insomma. Dovevamo girare attorno al Monte Bianco: appuntamento domenica mattina presto in Triumph Italia, uno sparo in autostrada, il Gran San Bernardo a uscire dall’Italia, il Piccolo San Bernardo a rientrare. Un mondo di curve, cinquecento chilometri o giù di lì tutti in giornata. Una ventina di moto, forse qualcosa meno. Io lavoravo per un giornale da mezzi manubri. I partecipanti all’evento avevano tutti il minimo alto: un tripudio di Daytona e di Speed Triple. Si faceva sul serio. C’era anche uno con una Tiger, la prima Tiger, quella Anni 90 con i due fanaloni tondi. Tre carburatori a dar benzina ad altrettanti cilindri. Colore verde bottiglia. Un bel bestione di moto. “Ma quello lì dove vuole andare?” sembravano chiedersi gli altri, che lo guardavano un po’ come uno strano. Sì, parlando in termini generali c’erano già le prime grosse crossover. GS 1100/1150, Varadero, Caponord, Tiger, appunto. Sì, si era già intuito che queste motone col manubrio alto – che già da qualche anno avevano abbandonato le loro velleità dakariane per gettarsi anima e corpo sull’asfalto – avevano un certo potenziale nella guida sportiva. Sì, si era intuito. Ma chi stringeva due mezzi manubri, che teneva tra le chiappe una bella streetfighter, lasciava questi discorsi agli altri. No, loro non si sarebbero mai fatti superare da un’endurona. Ma quel giorno successe. L’insospettabile con la Tigerona non mollò un metro per tutta la giornata. E a un certo punto, zac, nel tornante, infilò quello con la Daytona.
Penso a questo mentre chiudo il gruppo delle nostre Tiger. Ne abbiamo di tutti i tipi: 660, 900, 1200. Con gli anteriori da 17”, 19” e 21”. Con i cerchi a razze o a raggi. Ognuno ha la sua preferita e c’è anche chi pratica lo scambismo per provarle tutte. Un trenino che da due giorni fila veloce. Siamo alla tappa Sport del Triumph Adventure Experience, la trilogia di eventi che dal 2022 fa scoprire tutte le sfaccettature di una Tiger, in tre declinazioni: Sport, Discover, Wild. Come dicevo, siamo alla tappa Sport. Niente sterrati questo giro. Solo curve, curve, curve. Grandi classici del piacentino come la Val Trebbia e la Val d’Aveto. Strade meno note come quella che si attorciglia sul Monte Penna. Altri classici come il Penice, che una volta era una gara in salita. Un pizzico di Oltrepò. Piccole stradine per raccordare le grandi valli. E la pista. La pista vera con i cordoli, Vairano. Dove tenere spalancato per godere di tutta, ma proprio di tutta la potenza dei tre cilindri (qui si può). E dove provare un panic stop culla sull’asfalto annaffiato, per capire l’effetto che fa l’ABS sul bagnato. Un mini corso di guida sportiva, ciliegina sulla torta della tappa Sport. Trecentosessanta chilometri in un giorno e mezzo. Una notte fuori dal mondo, una birretta davanti al fuoco, le solite chiacchiere tra motociclisti. Siamo in mezzo al nulla a due ore da Milano. Benvenuti ai Piani del Lesima. Che pace.