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Colombi (Yamaha): “E-bike, una sfida da vincere. E crediamo molto alle s-Pedelec"
Intervista col country manager di Yamaha, che da poco ha iniziato a commercializzare veicoli a pedalata assistita: “Vogliamo allargare i confini della mobilità su due ruote”
“Vendere le e-bike? Per noi è davvero una grande sfida”. Perché, come dice il country manager di Yamaha Andrea Colombi, un conto è vendere moto – e quello, la rete Yamaha lo sa fare egregiamente -, mentre avere a che fare con le e-bike (e quindi con una clientela ben diversa) è affare più complesso.
Invece, Colombi, Yamaha è il primo grande brand a lanciarsi nella vendita simultanea di moto, scooter e veicoli a pedalata assistita.
“Yamaha è un family brand, e in quest’ottica allargare il concetto di mobilità alle due ruote non motorizzate è un passo avanti. Vogliamo diventare sempre più un’azienda di mobilità, su terra e su mare (Yamaha ha una posizione preminente anche in ambito di motori marini; ndr)”.
Tutti i concessionari moto Yamaha venderanno le nuove e-bike?
“No, al momento la rete vendita moto/e-bike conta su 75 dealer, scelti tra quelli più motivati, che avevano maggiore interesse a entrare nel nuovo segmento. Noi li abbiamo aiutati a livello di visual identity e gestione degli stock, per non gravare sui loro bilanci. Volevamo concessionari motivati; l’errore più grosso che potevamo fare era imporre le e-bike a tutti”.
"UN ANNO PER LANCIARE IL PROGETTO"
Quanto tempo ha richiesto questo progetto?
“Ci lavoravamo da almeno un anno. Non è stato banale, perché era necessario formare figure in grado di vendere, a fianco del prodotto moto, anche mezzi totalmente diversi come le e-bike. Stesso discorso vale per la rete di assistenza: qui formazione e training hanno richiesto tempo e risorse”.
L’idea è che lo shop sia un punto di contatto, dove provare i mezzi e acquistarli, oppure solo dove testarli per finalizzare l’acquisto online.
“Vogliamo allargare le possibilità di acquisto, che non passeranno più solo dal negozi fisico, la cui funzione resta fondamentale come showroom. Crediamo moltissimo nella e-mobility, che si integra alla perfezione con la filosofia dell’azienda. E i primi risultati sono molto incoraggianti in termini di vendite. Certo, abbiamo iniziato da pochissimi giorni ed è presto per tracciare bilanci”.
"IL BOOSTER IN VERSIONE S-PEDELEC VI STUPIRA'"
Colombi, di recente avete anche introdotto in gamma una versione 2.0 del Booster, in versione e-bike e s-Pedelec. Perché rinominare Booster un mezzo che non c’entra nulla col Booster originale?
“Il dubbio è legittimo, ma pensiamo a cos’era il Booster 30 anni fa: uno scooter con le ruote fat, un ciclomotore ricco di personalità in grado di risvegliare la voglia di mobilità delle giovani generazioni. Oggi il nuovo Booster rientra nella stessa logica: i ragazzini non sono più interessati al ciclomotore, ma magari sono attirati da un veicolo elettrico, green, dal design forte e che ha grossi punti di contatto con il Booster originale. Il nuovo Booster è un veicolo che punta a risvegliare la voglia di mobilità dei più giovani”.
Le s-Pedelec al momento sono degli oggetti ibridi a livello legislativo, un po’e-bike e un po’scooter.
“Noi ci crediamo moltissimo. A mio avviso, le s-Pedelec, per prestazioni e tipologia d’uso, saranno i cinquantini del futuro prossimo. Non è un caso che il Booster esista in doppia versione, sia e-bike, sia in quella capace di superare i 25 km/h”.
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