Attualità
Novegro, il paradiso della ruggine
Vuoi una Cagiva Mito 125? Qui c'è. E una Yamaha RD 500? Pure. E il pistone dell'Ancillotti? C'è pure quello. A zig zag tra le tentacolari bancarelle della Mostra Scambio, tra moto da sogno e rottami allo stato brado
Novegro è tutto e il contrario di tutto. È sacro e profano. È il paradiso della ruggine e, allo stesso tempo, un inferno di pezzi, moto, personaggi, ricambi, giornali che fanno la felicità – o la disperazione – degli appassionati. Gioielli d’epoca minuziosamente restaurati fino all’ultimo cablaggio nascosto sotto le fiancatine si mischiano a mostruosi accrocchi dove vengono mischiati a casaccio un serbatoio di una jap del 1987 e l’avantreno di una italiana del 1992. Il vecchio volpone che propone il Frankenstein su due ruote blatera di special, butta lì nomi e date a vanvera tentando di imbonire lo sprovveduto damerino che pensa di portarsi a casa l’affare della vita. Intorno alla trattativa si è formato un capannello: gli esperti veri scuotono la testa con aria severa e lasciano fare. Un domani, quando il poveretto si renderà conto che deve cambiare la metà dei pezzi dell’incauto acquisto, dovrà ben passare dalle loro bancarelle a cercare il ricambio aderente all’epoca e al modello della moto. Questa à la Mostra Scambio di Novegro. Per tutti, “Novegro”. Un immenso villaggio che si distende su un’area esterna di 100.000 mq e una interna di 16.000. La prima, senza dubbio più pittoresca, assume diversi contorni a seconda del meteo: se piove diventa una fossa di fango tipo Elefantentreffen, se fa bello – come quest’anno – invita alla passeggiata romantica. Dentro, nelle aree interne, è un altro mondo: tutto ordinato, preciso, quasi istituzionale. Oltre ai banchi degli espositori non manca mai una mostra a tema, che quest’anno ha proposto preziosi pezzi di storia del motociclismo italiano, dalla Gilera “8 bulloni” alla Moto Guzzi 500 GP 8 cilindri.
CHE PIRLA CHE SONO STATO
Negli anni sono stato più volte a Novegro e - devo ammetterlo – non sono più riuscito a smettere. La prima volta mi pare fosse il 2003, giusto vent’anni fa. Il mio direttore di allora – lavoravo per Cafe Racer - mi disse: “Dai Cascio, andiamo a fare un giretto”. Finì che lui si comprò un Guzzi Dingo 50 Cross e una sorta di Morini 50 sportivo (poi scoprimmo che forse era un Peripoli). Uno lo portai a casa io, guidandolo, l’altro lo ficcammo nel baule della macchina. Li fotografammo in una sorta di peccaminosa comparativa e ne facemmo un servizio intitolato “Piccoli bastardi” che riscosse un successo clamoroso.Io la scampai, perché alla fine i due motorini li aveva comprati lui, ma avevo capito come possa essere pericoloso andare a Novegro senza uno scopo preciso. Spinti da emozioni e tentazioni irrefrenabili, si viene attratti da tutto. Fatale può essere l’incontro con la propria prima moto, o comunque con un modello che si è posseduto in passato. “Guarda, quella lì ce l’avevo. Poi l’ho venduta. Che pirla che sono stato. Quasi quasi me la ricompro”. Ed ecco così che una delle merci più in voga negli ultimi anni sono le 125 degli Anni 80/90. L’era delle Gilera KZ, Honda NS, Aprilia AF1, Cagiva Mito e via dicendo. Ma è un filone che si sta esaurendo in fretta, tutti le vogliono, i pezzi migliori sono già andati. Lo stesso è successo negli anni scorsi con le enduro degli Anni 80, Honda XL 600 e Yamaha Ténéré in testa: quando non le voleva nessuno si trovavano a pezzi stracciati, ora le poche rimaste sono in vendita con quotazioni in ascesa. Prima ancora ricordo il boom dei cinquantini da Regolarità degli Anni 70, un pullulare di Fantic Caballero, Ancillotti, Zundapp e via dicendo. Novegro è così, va a ondate, che ovviamente seguono i trend del mercato.
LE TENDENZE
Quest’anno devo dire che ho visto in giro parecchia roba off-road giapponese degli Anni 80 e 90, soprattutto cross. Honda CR con telai in acciaio (ma anche in alluminio, quindi quasi affacciate al nuovo millennio), Kawa KX, Suzuki RM, Yamaha YZ. Tutta roba due tempi, facile da sistemare. Numerosi anche i trial ormai di fine Anni 80 – Beta e Fantic in testa – ultime testimoni del passaggio ai freni a disco e al raffreddamento a liquido. Spettacolari, tornando elle enduro cattive, una squadriglia di TM fucsia – più anni 90 di così si muore – e non a caso a Pesaro hanno appena lanciato la Pink Limited Edition, che ricorda appunto le moto del 1993! In quell’anno, tra l’altro, Gianmarco rossi vinse il mondiale enduro nella classe 80 proprio con una di quelle TM dalla colorazione shock.Ma torniamo a Novegro, prima di divagare troppo… Sempre girando noto tante Vespa – 50 e 125 – perfettamente riverniciate, anche in colori che a catalogo non esistevano. Questo è un mercato facile, perché un Vespino attira sempre, magari è l’idea per un regalo alla fidanzata stilosa che la userà per andarci all’aperitivo. In questo filone – molto presente negli ultimi anni – ci vanno dentro anche i variopinti Ciao. E se parliamo di motorini a pedali, sono tanti i Garelli visti in giro quest’anno. Magari un po’ conciati ma tutto sommato completi. Tra gli stand spuntano anche molti scooterini col variatore, Anni 90 in poi, ma i modelli meno fortunati. Come dire, i Booster e gli F10, quelli più ambiti, sono andati tutti negli anni scorsi. Come del resto i tuboni: i Fifty ormai sono merce rara.