Attualità
Dove vuole arrivare Royal Enfield?
Ce lo dice Cesare Carola (Valentino Motor Company): “Il 2023 sarà un anno eccezionale. La Meteor 350 è solo la punta dell’iceberg"
Tutti a parlare di Benelli. Ma, zitta zitta, il vero fenomeno del 2022 si chiama Royal Enfield: chi l’avrebbe mai detto che una cruiser con motore 350 potesse sconvolgere il mercato italiano? Risposta: nessuno. Eppure...
Eppure oggi siamo qui a parlarne, dopo un anno straordinario per il marchio indiano (seppure di origine britannica: è nato nel Regno Unito nel 1901). Valentino Motor Company ha iniziato a importarlo in Italia nel 2016: “E pensare che nel 2015 Royal Enfield in Italia immatricolava 100 veicoli all’anno...” ricorda oggi Cesare Carola, direttore generale di VMC.
Cesare, tutto merito della Meteor 350?
“Sarebbe facile dire che è così, eppure è meno semplice di quello che sembra. Noi abbiamo iniziato un lavoro su Royal Enfield nel 2016. Non ci interessava raggiungere subito alti volumi di immatricolato, semmai fare un lavoro di semina per il futuro. Non abbiamo voluto bruciare le tappe, insomma”.
Voi siete un importatore. Perché allora avete scelto Royal Enfield?
“Siamo rimasti impressionati dalla loro filosofia ma soprattutto dalla loro strategia di medio periodo. Loro per primi hanno intuito che il segmento di media cilindrata, quello che va dai 250 ai 750 cc, aveva un potenziale inespresso enorme. Inoltre ci colpì la loro idea di accessibilità, che non è solo legata al prezzo, ma soprattutto alla facilità di uso”.
I SEGRETI DEL SUCCESSO
Non è che quindi gli italiani hanno premiato Royal Enfield perché costava meno?
“Devo dire che il prezzo è solo una parte della risposta. Royal Enfield è stata abile a investire laddove non c’era una vera offerta, e parlo del segmento custom-cruiser di media cilindrata, nel quale di fatto opera in regime di monopolio. Ma la loro abilità era evidente già da anni. Sono almeno 5 anni che la Himalayan vende centinaia di pezzi all’anno”.
La Meteor 350 è stato un successo al di là di ogni aspettativa. Merito del “pronta consegna”, in un anno nel quale molti hanno sofferto di forniture a singhiozzo?
“Avere fatto una buona pianificazione ci ha reso competitivi su un mercato dove molte Case hanno avuto difficoltà di approvvigionamento, è chiaro. Ma quello che deve emergere è che, alle spalle del fenomeno Meteor 350, abbiamo una gamma completa che cresce. E parlo di Interceptor, Continental GT e soprattutto HNTR 350, la nostra best seller del 2023. Il mix di prodotto è fondamentale”.
Chi sono i vostri clienti?
“Sono una popolazione molto varia. C’è il neofita, ma abbiamo tanti motociclisti di ritorno, che grazie a noi tornano in sella dopo tanti anni. Infine, c’è una parte consistente di persone che, a fianco della propria moto, hanno una Royal Enfield, che viene riconosciuta come una moto pura, senza fronzoli, con poca elettronica, quindi facile da guidare. Abbiamo, e ci tengo a sottolinearlo, una grossa base di giovani e donne, che contribuisce ad abbassare l’età media dei nostri utenti. E questo è un bene”.
LA SCOMMESSA SUPER METEOR 650
Dopo il boom del 2022, anno nel quale l’Italia è diventato il primo mercato UE per Royal Enfield, che anno sarà il 2023?
“Difficile, per certi versi. Confermarsi è molto più difficile che non affermarsi. Ma siamo fiduciosi: per la prima volta abbiamo disponibilità di prodotto sin da gennaio, cosa più unica che rara. E l’anno è iniziato alla grande soprattutto per la HNTR 350. Comunque c’è tanta voglia di moto, di libertà, di affermazione di sé. E questi sono segnali incoraggianti. Molti dealer ci dicono che le persone stanno già bloccando contratti di acquisto per marzo-aprile già adesso”.
La Super Meteor 650 è la vostra nuova sfida.
“In questi giorni la moto sta arrivando dai dealer. Si tratta di un esperimento per Royal Enfield: è una moto che tende a un cliente nuovo, con maggiore capacità di spesa, in cerca di prestazioni migliori. Puntiamo quindi agli upgrader, coloro che vogliono passare da una 350 a una 650. E non dimentichiamo che lavoriamo in un mercato senza concorrenti, quindi non corriamo il rischio di sbagliare troppo...”.
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