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Milano città a 30 all'ora? Ecco perché è una decisione inutile
In gran parte del centro storico tutti i veicoli vanno già ben più piano di questa soglia, mentre sulle strade di scorrimento i velox tengono a bada i bollenti spiriti di chi vuole andare forte. E se invece si pensasse di più alla qualità del manto stradale?
Nella città dove se hai uno stipendio fisso di 1.500 euro puoi ambire ad acquistare una casa di 20 metri quadri e dove nell'ultimo anno il limite giornaliero delle polveri sottili è stato sforato per tre mesi (quando l'Unione Europea ammette un massimo di 35 giorni), l'amministrazione comunale decide di deliberare a favore della trasformazione dell'area urbana in una grande zona a 30 all'ora dal gennaio 2024. Che, se ci pensate, è come avere un malato in rianimazione e decidere di fargli la manicure.
Succede a Milano, forse la città più europea d'Italia. Di per sé non sarebbe nemmeno un male: minore velocità dei veicoli in circolazione equivale a un minor numero di incidenti, tutte le statistiche del mondo (e anche il buonsenso comune) sono concordi su questo.
Senza essere tacciati di benaltrismo, la questione è un'altra. Milano, seconda città d'Italia per popolazione residente, nasconde i suoi problemi reali, da quello ambientale (è uno dei luoghi con l'aria più malsana d'Italia) a quello abitativo (è una città inclusiva solo per i veri ricchi e i grossi patrimoni, mentre la classe media per cercare un po'di spazio deve rivolgersi all'hinterland più profondo), dietro una crociata ideologica.