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Il retroscena: gli incentivi ai motori termici imposti dal Mit ma che le Case odiano
Nella bozza della legge di bilancio i 5 milioni previsti per il 2023 erano stati destinati all'elettrico ma sono tornati ai motori tradizionali. Perché è successo questo?
Gli incentivi per l'acquisto di moto e scooter non sono un "regalo" agli utenti. Sono soldi dello Stato - e quindi di tutti noi - che, per scelta politica, vengonmo destinati a un determinato capitolo di spesa, per rispondere a esigenze concrete. Pertanto non dobbiamo valutare allo stesso modo i 35 milioni destinati all'acquisto di moto e scooter elettrici per il 2023, e i 5 milioni assegnati a chi decide di acquistare una moto con motore endotermico Euro5 a fronte della rottamazione di un veicolo inquinante.
Perché i 35 milioni destinati all'elettrico rientrano all'interno di una strategia ben precisa, che è quella, tracciata ormai tre anni fa, secondo la quale per rinnovare il parco circolante e incentivare l'acquisto di scooter e moto a batteria, servono soldi. Il 2022, dati alla mano, ha dimostrato che il mercato dell'elettrico su due ruote destinato ai privati funziona - e bene - se supportato dagli incentivi statali. L'elettrico non è ancora un mercato in grado di camminare sulle proprie gambe, ed è quindi doveroso che la politica faccia la sua parte per sostenerlo.