Attualità
I motociclisti e la potenza dello SGUARDO!
È una delle armi più usate sulla strada per far capire agli altri (soprattutto automobilisti) che hanno appena fatto una manovra da censurare
Noi motociclisti siamo esposti all’aria, alle intemperie e – ahimè – agli incidenti. Insomma, viviamo il rapporto con la strada, madre e matrigna, come qualcosa di fisico. Ma è nel rapporto con gli altri veicoli che la nostra razza è differente da tutte le altre. Nella nostra apparente debolezza, sappiamo imporci nei confronti delle auto con uno degli strumenti più inconsapevoli e potenti che abbiamo: lo sguardo.
LE AUTO E IL CLACSON
Mi spiego meglio: se un automobilista deve “sanzionarci” per un comportamento irregolare o pericoloso (anche noi non siamo degli angeli…) ha come strumento di reprimenda il clacson. Una bella suonata, condita da un poderoso (ma non udito, per fortuna, giacché i finestrini sono spesso chiusi) “vaffa”, e tutto finisce lì. Di solito sgattaioliamo via, specie se abbiamo torto.
UN GESTO (ANCHE) DI SFIDA
Ma se abbiamo ragione – e, come sappiamo tutti senza avere bisogno di dati, chi va su due ruote ne ha spesso da vendere – a noi cosa resta? Dalla mia esperienza vedo che il clacson della moto è usato poco in certe circostanze. Il linguaggio del corpo, invece, si dimostra assai più incisivo.
In particolare, il linguaggio della testa. Spesso la scuotiamo platealmente, per far notare a chi ci circonda e all’automobilista sbadato che ha fatto una manovra piratesca. Oppure la volgiamo, con un gesto quasi di sfida, verso chi ha rischiato di farci del male. Uno sguardo fisso, evidente, chiaro e marcato, rivolto all’automobilista di turno. Uno sguardo difficile da sfidare, soprattutto se si è nel torto. Uno sguardo potente che vuol dire tante cose, alcune sicuramente molto volgari (“Ma che ca++o fai?”).
Chi non l’ha mai fatto nella vita, magari affiancandosi nel traffico alla vettura colpevole di una manovra poco ortodossa, puntando dritto contro il guidatore in questione, alzi la mano.
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