Attualità
Sicurezza: se il coleottero del sughero conta più dei motociclisti
Ci eravamo illusi (ancora) che fosse la volta buona per ottenere gli sgravi fiscali per l'acquisto di dispositivi di sicurezza. Eppure in Italia ci sono 9 milioni di due ruote motorizzate: perché non le considera mai nessuno?
Ogni anno a dicembre è sempre la stessa storia: in vista della Legge di bilancio si scatena la tempesta di emendamenti e micro-provvedimenti atti a distribuire fondi a pioggia a sfondo clientelare (o quasi). E anche quest'anno la musica non è cambiata: tra i 1.083 commi della legge appena entrata in vigore, si nascondono mance e mancette destinate alle cose più improbabili. Come ben sottolinea Il Sole 24 Ore, serviranno decine di decreti attuativi per sbloccare erogazioni di danaro di cui la collettività sentiva un gran bisogno, come quella (e non è uno scherzo) per il fondo contro il coleottero del sughero, o quella per la promozione di colture di piante officinali biologiche.
Ora, non abbiamo niente contro la lobby delle sugherete o delle erbette profumate, ma è chiaro come tali lobby siano senza dubbio numericamente inferiore a quella di motociclisti e scooteristi: tra 50 cc, moto, scooter ed elettriche, vale la pena ricordare come in Italia vi siano oltre 9 milioni di contribuenti che si spostano con questa tipologia di mezzi.
A noi, anche stavolta, niente. Eppure, anche quest'anno, una speranza l'avevamo coltivata. A sorpresa, infatti, alcuni senatori della Lega avevano presentato un emendamento che prevedeva uno sgravio fiscale (sottoforma di detrazione) del 50% per l'acquisto di un capo protettivo certificato, dalla giacca al pantalone fino all'airbag. Si trattava di una norma - coin budget in carico al Ministero dei trasporti - con una previsione di spesa bassissima. La norma era stata incasellata tra i 700 emendamenti definitivi della manovra, quindi aveva superato la prima "tagliola". Ma è naufragato sul più bello. A quanto risulta a Dueruote, infatti, l'aula non ha avuto il tempo di esaminarlo. In pratica, è stato un modo elegante per respingerlo.
La domanda è: siamo sicuri che la sicurezza di chi viaggia in moto sia meno importante della tutela dei sugheri nostrani dal feroce coleottero? Possibile che i parlamentari della legislatura non siano in possesso dei dati relativi all'impatto sanitario - che è un impatto sulle casse dello Stato, e di conseguenza sulle nostre tasse - degli incidenti occorsi a motociclisti e scooteristi, che potrebbero essere evitati se questi indossassero un abbigliamento consono e sicuro? Possibile, infine, che si trascuri l'oggettivo ritorno per le aziende - in termini economici - di un provvedimento che invoglierebbe anche i più restii ad acquistare un capo certificato?
Ma consoliamoci. Almeno i sugheri per il 2022 possono stare tranquilli.
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