Attualità
Perché bisogna parlare degli incidenti in moto
Sui nostri social scoppia una polemica sull'opportunità di affrontare questo argomento. La nostra risposta
Non esistono notizie belle o brutte. Esistono notizie e basta. Il mestiere di chi vi scrive adesso (e di tutti i colleghi della redazione) è quello di darne conto.
Il fatto che, in questi primi mesi estivi, sulle strade italiane abbiano perso la vita decine di motociclisti (quasi sempre senza che avessero la minima responsabilità dell'incidente in cui sono stati coinvolti) è una notizia, piaccia o no.
Dispiace però che, ogni volta in cui diamo conto di questa macabra e triste contabilità, nei commenti sui nostri social (spesso ridotti a una sorta di cloaca del pensiero più gretto e immediato, ovvero "non mediato" dal cervello) scattino sistematicamente commenti del seguente tenore: "Non vi seguirò più, perché sembrate un bolletino di guerra" oppure "Siete i soliti sciacalli".
A parte che lo sciacallo è animale nobilissimo e anello fondamentale di certi ecosistemi, ogni tanto bisogna guardarsi in faccia e dirsi le cose come stanno.
1. Non è che a noi faccia piacere raccontare delle molte morti che colpiscono la nostra categoria, anzi. Su certe cose non si scherza, e non ci si autocompiace.
2. Capisco la reazione avversa o reattiva di molti, ma non si può mettere la testa sotto terra di fronte a ciò che accade sulle nostre strade. E' fondamentale sia rendere conto di quello che avviene, sia tenere alta l'attenzione sul fronte della sicurezza. Non possiamo negare che, in mesi come questi, la mortalità su due ruote sia di nuovo tornata ad aumentare dopo la tregua del 2020 (in cui però la mobilità era ridotta per tutti). E non ha alcun senso fare finta di nulla di fronte alla strage che, quasi sempre, vede noi motociclisti come vittime designate, utenti deboli e vulnerabili della strada. Pertanto...
3. E' fondamentale continuare a tenere un faro acceso che illumini il fronte della sicurezza delle nostre strade. E non parliamo solo di manutenzione, quanto di controlli di polizia, incidenti, e mortalità. Nel 2021, in un Paese civile, è inconcepibile perdere la vita mentre si fa un giro in moto per divertimento o per relax. Abbassare la guardia, girare la testa dall'altra parte, non denunciare la vergogna (perché di vergogna si tratta) della scomparsa di motociclisti colpevoli solamente di volersi concedere un giro in sella al proprio mezzo: questo è il vero crimine.
E' per questo che Dueruote continuerà a guardare in faccia le cose come stanno. A dare notizie poco piacevoli per alcuni, ma necessarie. Perché il nostro compito è (anche) questo.
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