Attualità
Autovelox non autorizzati: una piaga nazionale
Sempre più spesso emergono postazioni per il controllo della velocità che non hanno le necessarie autorizzazioni. perché è stato possibile?
Nelle province di Ascoli Piceno, Ancona, Macerata, Taranto, Verona, Brescia, Lecce e Reggio Emilia dilagano gli autovelox illegittimi. Come emerge da alcune recenti inchieste (spesso nate dalle segnalazioni di utenti della strada), l’autovelox selvaggio e installato senza motivazione reale è purtroppo una realtà sul territorio nazionale. Ma perché si è arrivati a questo punto?
UNA NORMA MALE INTERPRETATA
Il problema è relativo a un’interpretazione decisamente ampia che in molti – soprattutto i Prefetti, ossia le figure che autorizzano l’installazione dei dispositivi fissi per il rilevamento della velocità a distanza – danno dei criteri stabiliti dalla circolare Minniti del 2017. In quel documento, infatti, si stabiliva chiaramente quali sono i due criteri secondo i quali un Prefetto può autorizzare un velox. Sul tratto stradale in questione si deve riscontrare un alto livello di incidentalità e, in secondo luogo, vi deve essere documentata impossibilità o difficoltà a procedere alla contestazione immediata da parte degli organi di polizia.
LE CONDIZIONI
Nel primo caso deve essere fatta un’accurata analisi del numero, della tipologia e soprattutto delle cause degli incidenti verificati nei cinque anni precedenti. Nel secondo invece entrano in gioco molti fattori, come la presenza di più carreggiate, la mancanza di spazi idonei a fermare i veicoli in contravvenzione, la limitata visibilità dovuta a curve, altimetria e fenomeni atmosferici ricorrenti (come la nebbia). Ebbene, in molte autorizzazioni prefettizie mancavano le condizioni stabilite dalla circolare dell’allora ministro dell’interno.
Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.