Attualità
Ci pagheranno per fare benzina?
La risposta è ovviamente no. Ecco perché gli scenari che si prospettano dopo le quotazioni negative del petrolio non devono ingannare
C'entra il Coronavirus, ovviamente, come avviene sempre quando parliamo di eventi dalla connotazione negativa. Ma la contrazione dei consumi petroliferi mondiali (a causa dello stop dei veicoli, così come del traffico aereo) sta avendo pesantissime ripercussioni sull'economia. Ma cosa cambia a noi tutto questo?
Poco o niente, purtroppo. Anche perché le notizie secondo le quali, su certi mercati finanziari le quotazioni del petrolio Wti sono negative (ossia per acquistare un barile di greggio "si viene pagati" 37,63 dollari, mentre lo stesso barile il 2 gennaio 2020 era quotato 61,18 dollari) sono appunto notizie finanziarie.
Vediamo però che cosa sta succedendo al combustibile che spinge le nostre amate moto. Ebbene, il crollo dei consumi ha costretto in un primo momento i paesi produttori a ridurre le estrazioni dell'oro nero. Successivamente però, solo in alcune zone del mondo, la scarsità dei consumi globali hanno reso così costoso lo stoccaggio della materia prima rimasta invenduta, da far andare le sue quotazioni sottozero.