Attualità
Benzinai verso lo sciopero, il Governo cerca una mediazione
La protesta dovrebbe partire nella notte di mercoledì sulle autostrade per poi trasferirsi sulla mobilità ordinaria
Benzinai sul piede di guerra. La minaccia è di chiudere le pompe sulla rete autostradale nella notte di mercoledì, per poi estendere la protesta alla viabilità ordinaria. "Noi, da soli, non siamo più nelle condizioni di assicurare né il necessario livello di sicurezza sanitaria, né la sostenibilità economica del servizio", spiega una nota congiunta dei sindacati Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommerci. Il Governo cerca di far rientrare la protesta con un'ordinanza sugli orari, mentre il Garante degli scioperi intima di non incrociare le braccia nei servizi essenziali durante l'emergenza.
Gli addetti al rifornimento, che hanno subito una riduzione pesantissima delle entrate ma che difficilmente possono abbassare la saracinesca, invitano a chiedere le ragioni della loro prosta "a Governo, concessionari autostradali, compagnie petrolifere e retisti indipendenti: a ciascuno di essi compete fare per intero la propria parte". Nella serata di martedì, i ministeri dei Trasporti e dello Sviluppo economico tentano la mediazione confrontando le posizioni delle associazioni di categoria con i concessionari autostradali.
UNO SCIOPERO DA SCONGIURARE
I concessionari autostradali, su richiesta dei dicasteri, si dicono disponibili ad applicare misure provvisorie di sostegno come la sospensione del corrispettivo contrattuale da parte dei gestori di carburante e la gestione della pulizia dei piazzali. Dal canto loro, i gestori potranno concordare con i concessionari autostradali periodi di apertura alternata, in funzione della dinamica del traffico. I dicasteri, comunque, sottolineano che dovranno essere, in ogni caso assicurati, i rifornimenti in modalità self-service. Il tutto, ovviamente, per garantire la mobilità delle merci e dei servizi essenziali del trasporto.
Il Garante della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali invita le stesse Organizzazioni sindacali a revocare immediatamente l'astensione, ribadendo che il fermo invito fino al 30 marzo 2020, per tutte le organizzazioni sindacali, a non effettuare scioperi che coinvolgano i servizi pubblici essenziali, che rischiano di aggravare la condizione dei cittadini durante lo stato di emergenza epidemiologica.
Il premier Giuseppe Conte, rispondendo ad una domanda in conferenza stampa, si augura che non ci siano scioperi perché "in questo momento non ce lo possiamo permettere". Più in generale, Conte ribadisce che "la porta di Chigi e dei vari ministeri è sempre aperta" ai rappresentanti dei lavoratori, come è avvenuto quando è stato adottato il provvedimento di chiusura sulle attività produttive, su cui peraltro il confronto continua: non tutti i lavoratori sono soddisfatti della lista per le attività essenziali.
Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.