Attualità
Gite in moto? Sì, ma con la testa sulle spalle
Quando guidiamo con gli amici ogni tanto la situazione ci scappa di mano. E a volte finisce in tragedia, come ci racconta la storia di Carlo Cazzola. Il nostro comportamento deve essere ineccepibile: la strada non è nostra
La vicenda è decisamente triste: un gruppo di amici si ritrova per una girata in moto. Curve, accelerate, qualche piega e poi un bel pranzo al ristorante. Un copione che molti di noi hanno messo in scena. Però le cose ogni tanto vanno storte. Perché se qualcuno si fa male, ne rispondono anche gli altri.
La storia di Carlo Cazzola da questo punto di vista è un esempio e un monito per tutti. Il povero motociclista si era trovato con alcuni amici lo scorso 16 febbraio nell’Alessandrino. La situazione però era diventata bollente: qualche sorpasso di troppo, qualche azzardo non necessario. E la tragica fatalità che ha colpito il gruppo: Cazzola viene investito da un’auto e muore.
L'incidente e poi la fuga
Le indagini, svolte dalla polizia, hanno però portato alla luce che l'incidente è stata conseguenza dei continui sorpassi tra i biker, nelle curve tra Bistagno e Roncogennaro: per questa guida spericolata, la moto di Cazzola finì oltre la linea di mezzeria, scontrandosi con l'auto guidata da un donna. Dopo l'incidente, gli altri centauri, tutti delle province di Asti e Cuneo, scapparono senza prestare soccorso. Gli 8 motociclisti in comitiva con Carlo Cazzola sono stati quindi denunciati: due per omicidio stradale, tutti per omissione di soccorso.
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