Attualità
125 in autostrada verso il via libera
Nel testo unico di riforma del Codice della strada sbuca anche la possibilità per i 125 cc di circolare su autostrade e tangenziali. Ecco tutte le novità in arrivo
Tra le modifiche del Codice della Strada sbuca (e non è la prima volta) la possibilità per i 125 cc di poter circolare su autostrade e tangenziali, purché guidati da un maggiorenne. Si tratterebbe di una conquista clamorosa per gli utenti delle due ruote: l’Italia, come abbiamo raccontato in un’inchiesta dedicata all’argomento, è infatti l’unico paese in Europa dove tali mezzi incontrano questo divieto.
È questa la proposta più interessante contenuta nel testo unico di riforma del codice della strada che sta per intraprendere il suo iter in Parlamento. A questa si aggiunge anche il via libera per le moto elettriche alla circolazione in autostrada e la contestuale introduzione della micromobilità elettrica (di cui qui abbiamo anticipato i contorni della sperimentazione)
Sanare la falla dei tricicli
A quanto risulta a Dueruote, non dovrebbe rientrare nelle modifiche al codice l'obbligatorietà di indossare abbigliamento protettivo per i motociclisti, mentre tra le richieste di ANCMA c'è anche quella di sanare il buco legislativo che regola la circolazione dei tricicli in autostrada. Da un lato esiste una normativa europea del 2013 che classifica i veicoli in base alle loro caratteristiche, recepita dall’articolo 47 del Codice della strada. Tra questi, sono specificati i veicoli L5e, di cui fa parte anche il Quadro4. Dall’altro è vero che il codice della strada all’articolo 175 recita che non sono ammessi a circolare sulle autostrade “altri motoveicoli di massa a vuoto fino a 400 kg o di massa complessiva fino a 1300 kg”. La richiesta è quindi di riscrivere l’articolo 175 utilizzando le categorie europee dei veicoli (invece che quelle di motocicli, motocarrozzette, motocarri ecc).
Il percorso
È però presto per cantare vittoria: il percorso parlamentare per la modifica al codice della strada è lungo e tortuoso, e richiederà tempo oltre a una legislatura stabile perché venga approvato: il testo unificato infatti dovrà essere approvato dalla Camera, dal Senato e tornare nella prima aula per essere convertito in legge.
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