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Attualità
Le differenze tra chi va in MOTO e chi in SCOOTER
Marco Gentili
il 05/10/2017 in Attualità
Motociclisti e scooteristi sono due "razze" simili ma diverse tra loro, basta vedere quali sono i loro vizi (e le loro virtù) nel traffico cittadino, il principale territorio di confronto e scontro
Le differenze tra chi va in MOTO e chi in SCOOTER
Piccola ma utile premessa: ho 37 anni e vado in moto da più di metà della mia vita. Guido moto e scooter per muovermi e divertirmi.
Seconda premessa: viaggiare in strada è più utile di un trattato di sociologia. E lo è ancora di più osservare la realtà in sella a una moto (o a uno scooter).
Terza premessa: ogni tanto generalizzare serve, eccome.
E ora andiamo al sodo: cosa distingue il motociclista dallo scooterista in città?
AL SEMAFORO
Il motociclista lo riconosci perché mediamente tiene la moto in folle e, quando scatta il verde, esegue il più involontario degli automatismi: frizione, prima, gas e via. L'unico variante è quello con la sportiva che, se è bello carico e voglioso di bruciare benzina, si diverte a sgasare in attesa del via libera. A modo suo, anche lo scooterista è un ottimo cliente per i benzinai. Apre la manetta col polso a 90 gradi e innesca col “vicino” una sorta di inevitabile competizione, soprattutto se ha conquistato la prima fila nel personale GP che corre tra casa e lavoro.
NEL TRAFFICO INTASATO
Il motociclista cerca di destreggiarsi tra file di auto in coda, file parallele, code che scorrono lentamente e cerca di svicolare goffamente tra una e l’altra. Nove volte su dieci non ci riesce perché non si rassegna a realizzare che la propria moto è grande, e resta imbottigliato nel traffico come gli altri. Lo scooterista invece sfida le leggi della fisica, dello spazio e del tempo. È il campione mondiale della gimkana tra le auto, cerca pertugi improbabili tra una vettura e l’altra. E se le auto non gli danno strada, si attacca al clacson. Strumento che, al contrario, i motociclisti usano con parsimonia.
A UN INCROCIO CON SEMAFORO
Il caso di scuola: partenza dal semaforo, intersezione di quattro strade, svolta a sinistra con il verde che scatta in contemporanea anche per i pedoni di quel lato. Il motociclista parte, mette la freccia e fa passare i pedoni. Lo scooterista invece fa le prime due cose, poi si infila tra i pedoni e sfreccia via.
QUANDO SQUILLA IL CELLULARE
Il motociclista lo ignora bellamente, o al massimo risponde perché è più tecnologico della media e ha un sistema di intercomunicazione Bluetooth. Lo scooterista lo riconosci perché si infila lo smartphone tra orecchio e calotta e parla come se niente fosse.
Seconda premessa: viaggiare in strada è più utile di un trattato di sociologia. E lo è ancora di più osservare la realtà in sella a una moto (o a uno scooter).
Terza premessa: ogni tanto generalizzare serve, eccome.
E ora andiamo al sodo: cosa distingue il motociclista dallo scooterista in città?
AL SEMAFORO
Il motociclista lo riconosci perché mediamente tiene la moto in folle e, quando scatta il verde, esegue il più involontario degli automatismi: frizione, prima, gas e via. L'unico variante è quello con la sportiva che, se è bello carico e voglioso di bruciare benzina, si diverte a sgasare in attesa del via libera. A modo suo, anche lo scooterista è un ottimo cliente per i benzinai. Apre la manetta col polso a 90 gradi e innesca col “vicino” una sorta di inevitabile competizione, soprattutto se ha conquistato la prima fila nel personale GP che corre tra casa e lavoro.
NEL TRAFFICO INTASATO
Il motociclista cerca di destreggiarsi tra file di auto in coda, file parallele, code che scorrono lentamente e cerca di svicolare goffamente tra una e l’altra. Nove volte su dieci non ci riesce perché non si rassegna a realizzare che la propria moto è grande, e resta imbottigliato nel traffico come gli altri. Lo scooterista invece sfida le leggi della fisica, dello spazio e del tempo. È il campione mondiale della gimkana tra le auto, cerca pertugi improbabili tra una vettura e l’altra. E se le auto non gli danno strada, si attacca al clacson. Strumento che, al contrario, i motociclisti usano con parsimonia.
A UN INCROCIO CON SEMAFORO
Il caso di scuola: partenza dal semaforo, intersezione di quattro strade, svolta a sinistra con il verde che scatta in contemporanea anche per i pedoni di quel lato. Il motociclista parte, mette la freccia e fa passare i pedoni. Lo scooterista invece fa le prime due cose, poi si infila tra i pedoni e sfreccia via.
QUANDO SQUILLA IL CELLULARE
Il motociclista lo ignora bellamente, o al massimo risponde perché è più tecnologico della media e ha un sistema di intercomunicazione Bluetooth. Lo scooterista lo riconosci perché si infila lo smartphone tra orecchio e calotta e parla come se niente fosse.
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