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Attualità
Assicurazioni: l'Antitrust di nuovo su clausole vessatorie
di Riccardo Matesic
il 10/01/2017 in Attualità
L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha giudicato vessatoria una clausola contrattuale opzionale prevista dal Gruppo Allianz nei suoi contratti RCAuto, e ne ha imposto la cancellazione. Sottoscrivendola i consumatori si impegnavano a non farsi patrocinare da avvocati e periti nella gestione del danno di un sinistro e a ricorrere alla Conciliazione Paritetica in caso di disaccordo con la compagnia
Il Gruppo Assicurativo Allianz ha dovuto cancellare una clausola dai suoi contratti di responsabilità civile per la circolazione, perché ritenuta vessatoria da parte dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. E ha dovuto darne comunicazione sull'home page del proprio sito Internet.
Lo si legge sul Bollettino n° 46 (27 dicembre 2016) dell'Antitrust, dove è riportato l'intero procedimento, avviato su segnalazione dell'Ivass; che a sua volta aveva ricevuto reclami da parte di diversi consumatori.
Cosa diceva la clausola contestata? In pratica veniva offerto uno sconto del 3,5% sul costo della polizza agli assicurati, in cambio di due impegni. Il primo era di non farsi patrocinare da avvocati o periti di parte nella gestione del danno di un sinistro. Il secondo era di ricorrere preliminarmente alla conciliazione paritetica, in caso di disaccordo sull'entità del risarcimento; sempre che il danno non fosse superiore a 15mila euro. Restava invece percorribile la strada del patrocinatore di parte, una volta terminato senza successo il tentativo della conciliazione.
Per chi contravveniva a tale impegno, era fissata una penale pari a 500 euro, da detrarre dal risarcimento. Penale che nel corso dell'istruttoria dell'Antitrust è stata modificata in un 20% del risarcimento, fino al limite di 500 euro. La clausola suddetta era opzionale, ma sarebbero molti i casi di assicurati che l'hanno sottoscritta senza averne ben compreso la portata.
Nella sua memoria difensiva la società assicuratrice ha sottolineato come questa scelta contrattuale fosse mirata a “rompere il circolo vizioso” tra aumento dei costi e aumento dei premi, che caratterizza l'intero sistema RCAuto. Un modo per dare agli assicurati la possibilità di selezionarsi come più virtuosi a fronte di uno specifico sconto. Uno sconto irrisorio però, aggiungiamo noi, visto che il 3,5% di un premio medio di 400 euro equivale a 14 euro. Sarebbe invece apprezzabile l'obiettivo di impedire che si inneschi il meccanismo del contenzioso prima di aver tentato la conciliazione; con ovvi maggiori costi.
E allora, cosa ha trovato da ridire l'Antitrust su questa clausola?
Tanto per cominciare, da nessuna parte del Regolamento della Conciliazione Paritetica è previsto che il consumatore non possa essere assistito; né tanto meno che possa essere applicata una penale da detrarre al risarcimento nel caso lo faccia. Quindi per l'Autorità si configurerebbe una limitazione di un diritto costituzionalmente garantito, quello dalla difesa.
L'Antitrust ha anche obiettato che la penale era eccessiva e non commisurata all'importo dello sconto garantito in cambio della sottoscrizione della clausola. E ha criticato la formulazione stessa della clausola, definita oscura e incomprensibile.
Lo si legge sul Bollettino n° 46 (27 dicembre 2016) dell'Antitrust, dove è riportato l'intero procedimento, avviato su segnalazione dell'Ivass; che a sua volta aveva ricevuto reclami da parte di diversi consumatori.
Cosa diceva la clausola contestata? In pratica veniva offerto uno sconto del 3,5% sul costo della polizza agli assicurati, in cambio di due impegni. Il primo era di non farsi patrocinare da avvocati o periti di parte nella gestione del danno di un sinistro. Il secondo era di ricorrere preliminarmente alla conciliazione paritetica, in caso di disaccordo sull'entità del risarcimento; sempre che il danno non fosse superiore a 15mila euro. Restava invece percorribile la strada del patrocinatore di parte, una volta terminato senza successo il tentativo della conciliazione.
Per chi contravveniva a tale impegno, era fissata una penale pari a 500 euro, da detrarre dal risarcimento. Penale che nel corso dell'istruttoria dell'Antitrust è stata modificata in un 20% del risarcimento, fino al limite di 500 euro. La clausola suddetta era opzionale, ma sarebbero molti i casi di assicurati che l'hanno sottoscritta senza averne ben compreso la portata.
Nella sua memoria difensiva la società assicuratrice ha sottolineato come questa scelta contrattuale fosse mirata a “rompere il circolo vizioso” tra aumento dei costi e aumento dei premi, che caratterizza l'intero sistema RCAuto. Un modo per dare agli assicurati la possibilità di selezionarsi come più virtuosi a fronte di uno specifico sconto. Uno sconto irrisorio però, aggiungiamo noi, visto che il 3,5% di un premio medio di 400 euro equivale a 14 euro. Sarebbe invece apprezzabile l'obiettivo di impedire che si inneschi il meccanismo del contenzioso prima di aver tentato la conciliazione; con ovvi maggiori costi.
E allora, cosa ha trovato da ridire l'Antitrust su questa clausola?
Tanto per cominciare, da nessuna parte del Regolamento della Conciliazione Paritetica è previsto che il consumatore non possa essere assistito; né tanto meno che possa essere applicata una penale da detrarre al risarcimento nel caso lo faccia. Quindi per l'Autorità si configurerebbe una limitazione di un diritto costituzionalmente garantito, quello dalla difesa.
L'Antitrust ha anche obiettato che la penale era eccessiva e non commisurata all'importo dello sconto garantito in cambio della sottoscrizione della clausola. E ha criticato la formulazione stessa della clausola, definita oscura e incomprensibile.
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