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Attualità

È la BMW HP2 la più bella del Salone

il 07/10/2005 in Attualità

Tra le candidate al prestigioso riconoscimento della Motorcycle Design Association, sia europee che giapponesi, è stata l?endurona tedesca, col suo look minimalista e incisivo, a convincere la giuria

Tra le candidate al prestigioso riconoscimento della Motorcycle Design Association, sia europee che giapponesi, è stata l?endurona tedesca, col suo look minimalista e incisivo, a convincere la giuria

Riunire in una giuria i migliori designer di motociclette del mondo, e metterli tutti d'accordo su quale sia stata la migliore moto, stilisticamente parlando, tra i modelli presentati durante l'ultimo anno. Progetto ambizioso, ma è quello che ha provato a fare Glynn Kerr, co-fondatore e Presidente della Motorcycle Design Association, al recente salone "Mondial du Deux Roues" di Parigi.
Durante la MDA Designers Night, che si è tenuta nella giornata riservata alla stampa, gli organizzatori hanno presentato gli otto modelli che si sarebbero contesi il premio finale.
A quel punto è toccato solo alla giuria decidere quale tra questi modelli sarebbe stato il vincitore, degno di aggiudicarsi l'agognato "Best of Show". I criteri che hanno guidato la scelta sono stati novità, semplicità dell'idea, l'armonia delle forme con le componenti meccaniche, e su tutti il fascino che i progetti riuscivano a trasmettere.
Tra i modelli in lizza per la vittoria finale c'erano la X-Rod della Odyssey Motorcycles, una possente custom derivata dalla V-Rod dell'Harley-Davidson, l'imponente progetto MT-0S della Yamaha, l'audace Kawasaki ER-6n, la Triumph Daytona 675 e la Suzuki GSR. Anche il Polaris Revolver, un sorprendente prototipo di quad, rientrava nel novero dei candidati.

Dopo ore passate a valutare i modelli esposti nei loro stand, la giuria era ancora divisa tra la Yamaha R6 e l'HP2. Si è trattato di un lungo testa a testa, ma il verdetto finale è stato in favore della estroversa enduro Bavarese.

"La HP2 ha convinto la giuria grazie alla sua semplicità e alla linearità del progetto" spiega Kerr. "È come un segnale forte, e voluto in fase di realizzazione, ma la moto resta a tutti gli effetti una BMW. È un esempio perfetto di come 'less can mean more'".

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