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I viaggi dei lettori
In trasferta verso la Foresta Nera
testo e foto di Francesco e Valentina
il 26/08/2010 in I viaggi dei lettori
Otto giorni tra Svizzera e Germania, in mezzo a splendidi paesaggi naturali, a cittadine da cartolina... E sotto tanta pioggia! Questa l'avventura dei nostri lettori, tutta in sella alla loro Honda Black Spirit 750
In trasferta verso la Foresta Nera
È davvero necessario possedere una grande "Touring" per affrontare un viaggio di 3.000 km in piena tranquillità? La risposta è no, ma ovviamente bisogna provare per credere.
Equipaggio così il mio Shadow "Black Spirit 750" per affrontare la lunga trasferta con un cuscino artigianale di spugna per il passeggero (progettato dal sottoscritto), una grande borsone sul portapacchi, lo zainetto legato con il "ragno" e ripongo le cose rimaste nelle capienti borse di pelle da 18 lt. l'una: la Foresta Nera ci attende!
Dopo l'esperienza in territorio elvetico nel luglio 2009 insieme alla mia ragazza, abbiamo pensato fosse un buona idea visitare le bellezze naturali che offre la bassa Germania Parto da Anzio il 23 luglio per raggiungere Valentina a Milano: viaggiare solo in autostrada sarebbe troppo noioso alla guida di un custom, così, arrivato a Roma, percorro la statale Aurelia fino a Grosseto, dove devio verso Siena per poi entrare in autostrada a Firenze.
La statale Grosseto – Firenze, ad eccezione di qualche tratto piacevole alla guida poiché immerso nel verde, è spesso sconnessa ed i lavori per l'ampliamento della carreggiata rallentano l'andatura nelle zone più trafficate.
Sulla Bologna – Milano il sole è ancora forte ma all'orizzonte le nubi rompono l'uniformità di un cielo finora limpido ed azzurro ed il vento, molto forte e laterale, rende un po' difficoltosa la guida.
Equipaggio così il mio Shadow "Black Spirit 750" per affrontare la lunga trasferta con un cuscino artigianale di spugna per il passeggero (progettato dal sottoscritto), una grande borsone sul portapacchi, lo zainetto legato con il "ragno" e ripongo le cose rimaste nelle capienti borse di pelle da 18 lt. l'una: la Foresta Nera ci attende!
Dopo l'esperienza in territorio elvetico nel luglio 2009 insieme alla mia ragazza, abbiamo pensato fosse un buona idea visitare le bellezze naturali che offre la bassa Germania Parto da Anzio il 23 luglio per raggiungere Valentina a Milano: viaggiare solo in autostrada sarebbe troppo noioso alla guida di un custom, così, arrivato a Roma, percorro la statale Aurelia fino a Grosseto, dove devio verso Siena per poi entrare in autostrada a Firenze.
La statale Grosseto – Firenze, ad eccezione di qualche tratto piacevole alla guida poiché immerso nel verde, è spesso sconnessa ed i lavori per l'ampliamento della carreggiata rallentano l'andatura nelle zone più trafficate.
Sulla Bologna – Milano il sole è ancora forte ma all'orizzonte le nubi rompono l'uniformità di un cielo finora limpido ed azzurro ed il vento, molto forte e laterale, rende un po' difficoltosa la guida.
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Hai fatto anche tu un viaggio, una vacanza, un itinerario in moto che scatenano la libidine di un vero motociclista? Mandaci il racconto e le foto all'indirizzo: redazione@motonline.com |
Arrivato finalmente a Milano, dopo circa 9 ore di viaggio, raggiungo la mia ragazza in albergo e, appena scaricata la moto e messo piede in camera, scoppia un temporale: posso ritenermi fortunato per essere arrivato a destinazione "sano e salvo" o forse sarebbe meglio preoccuparsi per i giorni futuri?
La mattina seguente la sveglia è alle 7.00: i 450 km previsti per arrivare a Triberg (meta del nostro soggiorno per 6 notti) non sono pochi, così ci prepariamo ad affrontare il lungo tragitto assaporando una buona colazione, con la viva speranza di essere assistiti da buone condizioni meteorologiche!
Per il viaggio di andata, optiamo per il passo del Gottardo, ma il forte vento e le nubi minacciose sulle alte cime alpine ci fanno cambiare idea e così percorriamo il lungo tunnel di 17 km.
Fuori dal traforo una spiacevole sorpresa ci attende: sembra inverno, la fitta pioggerella bagna l'asfalto di un percorso ricco di curve e gli alberi dei boschi si nascondono nelle fitte nuvole che viaggiano basse e veloci spinte da un vento gelido.. uno scenario da brivido!
Le condizioni atmosferiche migliorano pochi chilometri prima di arrivare a Basel, varchiamo il confine tedesco ed in circa mezz'ora ci troviamo nei pressi di Friburgo: stiamo entrando nella Foresta Nera!
Il cielo purtroppo è ancora grigio ed il sole non illumina l'orizzonte, rendendo il paesaggio un po' cupo.
Lungo la strada che porta a Triberg, ci imbattiamo in tanti piccoli paesini dall'aria deliziosa, quasi fiabesca, ricchi di casette, piccole chiese caratterizzate dal campanile con il tetto alto e spiovente e molti ornamenti floreali che danno un tocco di colore ad una giornata particolarmente grigia.
A pochi km dalla meta, la strada si fa più tortuosa, un ruscello affianca la nostra "risalita" e la fitta boscaglia di abeti sembra avvolgerci in un "freddo" abbraccio, creando un ambiente molto suggestivo ed affascinante… Quasi sublime!
Finalmente raggiungiamo Triberg: un villaggio a circa 700 metri s.l.m., noto per le cascate più alte della Germania e per gli orologi a cucù!
Alleggeriamo dei bagagli la moto, una brevissima passeggiata per sgranchirci le gambe e subito cerchiamo un posto per rifocillarci: il ristorante "Pinocchio", proprio sotto l'albergo, sembra il posto ideale e si rivelerà un ottimo toccasana per tutte le serate passate a Triberg, grazie alla cortesia del titolare, Stefano (di origini italiane), all'ottima cucina e al perfetto rapporto qualità/prezzo.
La nostra base è l'hotel Central Garni: la responsabile è molto gentile e cordiale, tanto da offrirci un posto per ricoverare la moto durante la notte, benché il parcheggio per i clienti dell'albergo sia sprovvisto di copertura.
Per il viaggio di andata, optiamo per il passo del Gottardo, ma il forte vento e le nubi minacciose sulle alte cime alpine ci fanno cambiare idea e così percorriamo il lungo tunnel di 17 km.
Fuori dal traforo una spiacevole sorpresa ci attende: sembra inverno, la fitta pioggerella bagna l'asfalto di un percorso ricco di curve e gli alberi dei boschi si nascondono nelle fitte nuvole che viaggiano basse e veloci spinte da un vento gelido.. uno scenario da brivido!
Le condizioni atmosferiche migliorano pochi chilometri prima di arrivare a Basel, varchiamo il confine tedesco ed in circa mezz'ora ci troviamo nei pressi di Friburgo: stiamo entrando nella Foresta Nera!
Il cielo purtroppo è ancora grigio ed il sole non illumina l'orizzonte, rendendo il paesaggio un po' cupo.
Lungo la strada che porta a Triberg, ci imbattiamo in tanti piccoli paesini dall'aria deliziosa, quasi fiabesca, ricchi di casette, piccole chiese caratterizzate dal campanile con il tetto alto e spiovente e molti ornamenti floreali che danno un tocco di colore ad una giornata particolarmente grigia.
A pochi km dalla meta, la strada si fa più tortuosa, un ruscello affianca la nostra "risalita" e la fitta boscaglia di abeti sembra avvolgerci in un "freddo" abbraccio, creando un ambiente molto suggestivo ed affascinante… Quasi sublime!
Finalmente raggiungiamo Triberg: un villaggio a circa 700 metri s.l.m., noto per le cascate più alte della Germania e per gli orologi a cucù!
Alleggeriamo dei bagagli la moto, una brevissima passeggiata per sgranchirci le gambe e subito cerchiamo un posto per rifocillarci: il ristorante "Pinocchio", proprio sotto l'albergo, sembra il posto ideale e si rivelerà un ottimo toccasana per tutte le serate passate a Triberg, grazie alla cortesia del titolare, Stefano (di origini italiane), all'ottima cucina e al perfetto rapporto qualità/prezzo.
La nostra base è l'hotel Central Garni: la responsabile è molto gentile e cordiale, tanto da offrirci un posto per ricoverare la moto durante la notte, benché il parcheggio per i clienti dell'albergo sia sprovvisto di copertura.
Svegliarsi sotto un caldo piumone ci fa capire quanto la temperatura esterna non abbia nulla a che vedere con il clima afoso abbandonato in Italia due giorni fa: il termometro segna 12 gradi alle 8.30!
Fortunatamente c'è il sole ed il nostro stato d'animo si riaccende immediatamente di speranze!
Dopo l'abbondante colazione fornita dall'albergo, saltiamo subito in moto diretti verso il lago Titisee, definito, insieme al lago Schluchsee, una delle perle della Foresta Nera. Percorrere la piacevole statale 500, ricca di curve e saliscendi, probabilmente sarebbe molto più rilassante e godibile se non fosse per l'aria gelida che trafigge il mio abbigliamento tecnico "estivo", integrato solamente da una felpetta leggera di cotone.
Purtroppo non potevo immaginare che un ondata di maltempo associata ad aria particolarmente "fresca" avrebbe investito tutta la regione.
Grazie al cielo, il paracollo di pile è dotazione fissa della moto e la mia ragazza ha il giubbotto invernale (e nonostante tutto batte i denti!)
Arrivati a destinazione, ci catapultiamo nella piccola piazza del paesino (area prettamente pedonale) ricca di incantevoli negozietti, dove acquistiamo immediatamente due caldi pile da indossare sotto il giubbotto.
Passeggiando nei dintorni i nostri occhi rimangono estasiati nell'osservare quanto la natura sia stata così generosa nell'addobbare con tanta grazia e mille colori l'area circostante: il cielo sembra dipinto a mano, le acque del lago splendono limpide e cristalline e le verdi aree boschive fanno da cornice ad uno scenario unico, completato dalle graziose casette che spuntano qua e là senza rovinare una perfetta opera d'arte.
Mentre le decine di motociclisti si divertono passeggiando indisturbati per le strade adiacenti al lago, gli altri turisti si rilassano attraversando il piccolo specchio d'acqua su di un grazioso motoscafo elettrico o di una semplice barchetta a remi: un'affascinante tentazione ad un prezzo ragionevole (5 euro per mezz'ora in pedalò).
Nel pomeriggio ci muoviamo verso Friburgo: il bicilindrico borbotta piano, emettendo una voce piena e dolce dai doppi scarichi, e delizia con la buona coppia offerta anche ai bassi regimi che fa dimenticare di usare il cambio anche alle tranquille andature.
Di cavalli ce ne sono a sufficienza, quanto basta per garantire qualche soddisfazione sui tornanti oppure in occasione di qualche rapido sorpasso.
Peccato però per le curve troppo strette dove le pedane toccano abbastanza presto!
Friburgo è il centro urbano più esteso della zona, ma non ha nulla a che vedere con una città frenetica e sommersa dal traffico: la notevole presenza di giovani fa subito intuire che si tratta di una realtà universitaria.
Le vie del centro sono percorse da numerosi piccoli canali, larghi circa 30 cm e profondi 20, che servivano tempo fa per l'approvvigionamento d'acqua (attenzione a non metterci i piedi dentro!).
La Munsterplatz è piena di gente e ospita il grande Monastero.
Il desiderio di vedere la città dall'alto è grande, così saliamo sul campanile della struttura per godere di un panorama eccezionale: un po' meno entusiasmanti sono i 209 scalini necessari per arrivare in cima, racchiusi tra l'altro in una strettissima scala a chiocciola.
Fortunatamente c'è il sole ed il nostro stato d'animo si riaccende immediatamente di speranze!
Dopo l'abbondante colazione fornita dall'albergo, saltiamo subito in moto diretti verso il lago Titisee, definito, insieme al lago Schluchsee, una delle perle della Foresta Nera. Percorrere la piacevole statale 500, ricca di curve e saliscendi, probabilmente sarebbe molto più rilassante e godibile se non fosse per l'aria gelida che trafigge il mio abbigliamento tecnico "estivo", integrato solamente da una felpetta leggera di cotone.
Purtroppo non potevo immaginare che un ondata di maltempo associata ad aria particolarmente "fresca" avrebbe investito tutta la regione.
Grazie al cielo, il paracollo di pile è dotazione fissa della moto e la mia ragazza ha il giubbotto invernale (e nonostante tutto batte i denti!)
Arrivati a destinazione, ci catapultiamo nella piccola piazza del paesino (area prettamente pedonale) ricca di incantevoli negozietti, dove acquistiamo immediatamente due caldi pile da indossare sotto il giubbotto.
Passeggiando nei dintorni i nostri occhi rimangono estasiati nell'osservare quanto la natura sia stata così generosa nell'addobbare con tanta grazia e mille colori l'area circostante: il cielo sembra dipinto a mano, le acque del lago splendono limpide e cristalline e le verdi aree boschive fanno da cornice ad uno scenario unico, completato dalle graziose casette che spuntano qua e là senza rovinare una perfetta opera d'arte.
Mentre le decine di motociclisti si divertono passeggiando indisturbati per le strade adiacenti al lago, gli altri turisti si rilassano attraversando il piccolo specchio d'acqua su di un grazioso motoscafo elettrico o di una semplice barchetta a remi: un'affascinante tentazione ad un prezzo ragionevole (5 euro per mezz'ora in pedalò).
Nel pomeriggio ci muoviamo verso Friburgo: il bicilindrico borbotta piano, emettendo una voce piena e dolce dai doppi scarichi, e delizia con la buona coppia offerta anche ai bassi regimi che fa dimenticare di usare il cambio anche alle tranquille andature.
Di cavalli ce ne sono a sufficienza, quanto basta per garantire qualche soddisfazione sui tornanti oppure in occasione di qualche rapido sorpasso.
Peccato però per le curve troppo strette dove le pedane toccano abbastanza presto!
Friburgo è il centro urbano più esteso della zona, ma non ha nulla a che vedere con una città frenetica e sommersa dal traffico: la notevole presenza di giovani fa subito intuire che si tratta di una realtà universitaria.
Le vie del centro sono percorse da numerosi piccoli canali, larghi circa 30 cm e profondi 20, che servivano tempo fa per l'approvvigionamento d'acqua (attenzione a non metterci i piedi dentro!).
La Munsterplatz è piena di gente e ospita il grande Monastero.
Il desiderio di vedere la città dall'alto è grande, così saliamo sul campanile della struttura per godere di un panorama eccezionale: un po' meno entusiasmanti sono i 209 scalini necessari per arrivare in cima, racchiusi tra l'altro in una strettissima scala a chiocciola.
"Lunedì è sempre lunedì"… E anche in vacanza: piove!
Il cielo è coperto ed una lieve foschia copre le cime dei monti che circondano Triberg.
Non è proprio la giornata ideale per uscire in moto, così approfittiamo per rimanere nei paraggi e visitare l'attrazione naturalistica più affascinante della zona: le cascate, che con i loro 160 metri, risultano essere le più alte della Germania.
L'ingresso al parco è offerto dalla proprietaria dell'hotel e, muniti di kit antipioggia, lasciamo la camera con l'idea di non consumare neanche un litro di benzina!
Poche centinaia di metri a piedi e ci troviamo immersi nel verde della Foresta ed, entrando nel parco, subito scoviamo uno scoiattolo su un albero: proviamo ad avvicinarlo con delle noccioline ma il tentativo è vano!
In lontananza il fruscio dell'acqua che si schianta sulle rocce attira la nostra attenzione: ecco finalmente le cascate!
Uno spettacolo della natura!
Per visitare l'area è possibile percorrere tre itinerari diversi: quello delle cascate, quello naturalistico e quello culturale.
A parte il primo, che do per scontato, consiglio di affrontare anche la seconda alternativa, per godersi una splendida passeggiata nella natura incontaminata e per dimenticarsi dello stress della vita urbana!
Il sole ci concede un sorriso e, subito dopo aver divorato velocemente due baguette farcite con sani e deliziosi wurstel tedeschi, recuperiamo la nostra moto, che già troppo ha sofferto di solitudine, per dirigerci verso Schonwaldbach, nelle strette vicinanze di Triberg, per dare un'occhiata al Cucù più grande del mondo!
Curioso ed alquanto insolito, questo enorme orologio attira molti turisti dalle zone limitrofe, soprattutto allo scattare dell'ora, momento in cui si innesca il meccanismo che fa cantare il cucù, e con 2 euro è possibile entrare all'interno della struttura e guardare da vicino il movimento del grande ingranaggio.
Purtroppo comincia a cadere qualche goccia e siamo costretti a rientrare in albergo.
Il cielo è coperto ed una lieve foschia copre le cime dei monti che circondano Triberg.
Non è proprio la giornata ideale per uscire in moto, così approfittiamo per rimanere nei paraggi e visitare l'attrazione naturalistica più affascinante della zona: le cascate, che con i loro 160 metri, risultano essere le più alte della Germania.
L'ingresso al parco è offerto dalla proprietaria dell'hotel e, muniti di kit antipioggia, lasciamo la camera con l'idea di non consumare neanche un litro di benzina!
Poche centinaia di metri a piedi e ci troviamo immersi nel verde della Foresta ed, entrando nel parco, subito scoviamo uno scoiattolo su un albero: proviamo ad avvicinarlo con delle noccioline ma il tentativo è vano!
In lontananza il fruscio dell'acqua che si schianta sulle rocce attira la nostra attenzione: ecco finalmente le cascate!
Uno spettacolo della natura!
Per visitare l'area è possibile percorrere tre itinerari diversi: quello delle cascate, quello naturalistico e quello culturale.
A parte il primo, che do per scontato, consiglio di affrontare anche la seconda alternativa, per godersi una splendida passeggiata nella natura incontaminata e per dimenticarsi dello stress della vita urbana!
Il sole ci concede un sorriso e, subito dopo aver divorato velocemente due baguette farcite con sani e deliziosi wurstel tedeschi, recuperiamo la nostra moto, che già troppo ha sofferto di solitudine, per dirigerci verso Schonwaldbach, nelle strette vicinanze di Triberg, per dare un'occhiata al Cucù più grande del mondo!
Curioso ed alquanto insolito, questo enorme orologio attira molti turisti dalle zone limitrofe, soprattutto allo scattare dell'ora, momento in cui si innesca il meccanismo che fa cantare il cucù, e con 2 euro è possibile entrare all'interno della struttura e guardare da vicino il movimento del grande ingranaggio.
Purtroppo comincia a cadere qualche goccia e siamo costretti a rientrare in albergo.
Anche oggi le condizioni meteo si mostrano particolarmente incerte ma decidiamo di uscire lo stesso, per non sprecare una mattinata in albergo nella speranza che il sole faccia capolino tra le nuvole.
A meno di 20 km è d'obbligo la sosta al "Freilichtmuseum", raggiungibile percorrendo la statale 33, direzione Offenburg, subito poco dopo Gutach.
Questo meraviglioso museo racchiude anni ed anni di storia, conservando in maniera impeccabile una vecchia fattoria, dove è possibile ammirare tutte le strutture, dalle abitazioni dei fattori alla segheria, dalle cantine alle stalle e cosi via, con la possibilità di avvicinarsi e toccare con mano anche cavalli, mucche ed altri animali da fattoria: un paradiso non solo per bambini ma anche per adulti!
Soddisfatti della piccola gita, grazie anche ad un sole a tratti caldo, saltiamo in sella, con il desiderio di ammirare un po' il magnifico paesaggio che caratterizza la zona.
Divertendoci tra le tante curve e l'asfalto ottimo, percorriamo qualche km della statale 500, godendo di panorami eccelsi e intanto raggiungendo Furtwangen, piccola cittadina sede del Museo dell'orologio.
L'entrata al museo costa 4 euro ed è possibile vedere molte categorie di orologi e particolari meccanismi; tuttavia non siamo esperti del settore e non possiamo apprezzare a pieno il valore di tale esposizione, così la nostra visita dura solo un'oretta.
Tornando verso la base, non possiamo non fermarci presso il Burgsee, piccolo laghetto a meno di 2 km dall'hotel, dove è piacevole rilassarsi sulle panchine adiacenti la riva mentre si fa sera e osservando i bambini che giocano nell'area attrezzata, sita a pochi metri.
Non molto distante da lì, merita una visita il "santuario di Maria in der Tanne", luogo sacro raggiungibile a piedi dal laghetto, la cui storia narra di una ragazza a cui venne curata la vista grazie alle acque miracolose di una sorgente vicina.
A meno di 20 km è d'obbligo la sosta al "Freilichtmuseum", raggiungibile percorrendo la statale 33, direzione Offenburg, subito poco dopo Gutach.
Questo meraviglioso museo racchiude anni ed anni di storia, conservando in maniera impeccabile una vecchia fattoria, dove è possibile ammirare tutte le strutture, dalle abitazioni dei fattori alla segheria, dalle cantine alle stalle e cosi via, con la possibilità di avvicinarsi e toccare con mano anche cavalli, mucche ed altri animali da fattoria: un paradiso non solo per bambini ma anche per adulti!
Soddisfatti della piccola gita, grazie anche ad un sole a tratti caldo, saltiamo in sella, con il desiderio di ammirare un po' il magnifico paesaggio che caratterizza la zona.
Divertendoci tra le tante curve e l'asfalto ottimo, percorriamo qualche km della statale 500, godendo di panorami eccelsi e intanto raggiungendo Furtwangen, piccola cittadina sede del Museo dell'orologio.
L'entrata al museo costa 4 euro ed è possibile vedere molte categorie di orologi e particolari meccanismi; tuttavia non siamo esperti del settore e non possiamo apprezzare a pieno il valore di tale esposizione, così la nostra visita dura solo un'oretta.
Tornando verso la base, non possiamo non fermarci presso il Burgsee, piccolo laghetto a meno di 2 km dall'hotel, dove è piacevole rilassarsi sulle panchine adiacenti la riva mentre si fa sera e osservando i bambini che giocano nell'area attrezzata, sita a pochi metri.
Non molto distante da lì, merita una visita il "santuario di Maria in der Tanne", luogo sacro raggiungibile a piedi dal laghetto, la cui storia narra di una ragazza a cui venne curata la vista grazie alle acque miracolose di una sorgente vicina.
La sfortuna ci perseguita ed il cielo grigio rende cupa la mattinata.
Anche oggi sarà difficile goderci un sano e ricco giro in moto, così decidiamo, almeno per il momento ed a malincuore, di rimanere in zona per vedere qualche negozio in centro dove poter acquistare qualche souvenir. Inoltre decidiamo di visitare lo "Schwarzwaldmuseum": l'esposizione mostra pezzi storici e rari di ciò che, nella storia, ha caratterizzato la Foresta Nera.
I tipici abiti d'epoca, i grandi, complessi e spettacolari carillon (attivabili con una moneta da 1 euro e capaci di suonare come una vera orchestra!), ricostruzioni curate nei massimi dettagli dei mestieri antichi, della ferrovia, della vecchia Triberg… E tanto altro ancora.
Dopo pranzo scoppia un forte temporale che ci costringe a rimanere segregati in camera fino a tardo pomeriggio.
Terminato l'acquazzone, il cielo rasserena ed è il momento giusto per far dare una boccata d'aria alla "piccola" in garage.
Non ci prefiggiamo alcuna meta, vagando su e giù per le stradine secondarie, comunque curate e con asfalto eccellente.
Nonostante la strada sia bagnata, ci godiamo la dolce passeggiata: le gomme sono ottime e la giusta taratura delle sospensioni, insieme ad una buona dose d'attenzione, rendono la moto stabile in ogni circostanza.
Lo scenario è sempre stupendo ed affascinante, e l'assenza di traffico ci consente di fermarci a nostra discrezione sul margine della strada per ammirare le bellezze della natura circostante.
Guidare diventa sempre più piacevole e dopo pochi km raggiungiamo Villingen: è davvero un peccato scendere dalla moto ma vale la pena dare un'occhiata al centro storico.
Lungo la via principale, a cui si accede dagli estremi passando al di sotto delle due storiche torri con L'orologio, si scorgono tanti negozi (anche di marchi in franchising) e molti bar; domina sulla cittadina il Duomo nella cui piazzetta si erge una curiosa fontana in ferro, raffigurante visi e scene di vita quotidiana.
Anche oggi sarà difficile goderci un sano e ricco giro in moto, così decidiamo, almeno per il momento ed a malincuore, di rimanere in zona per vedere qualche negozio in centro dove poter acquistare qualche souvenir. Inoltre decidiamo di visitare lo "Schwarzwaldmuseum": l'esposizione mostra pezzi storici e rari di ciò che, nella storia, ha caratterizzato la Foresta Nera.
I tipici abiti d'epoca, i grandi, complessi e spettacolari carillon (attivabili con una moneta da 1 euro e capaci di suonare come una vera orchestra!), ricostruzioni curate nei massimi dettagli dei mestieri antichi, della ferrovia, della vecchia Triberg… E tanto altro ancora.
Dopo pranzo scoppia un forte temporale che ci costringe a rimanere segregati in camera fino a tardo pomeriggio.
Terminato l'acquazzone, il cielo rasserena ed è il momento giusto per far dare una boccata d'aria alla "piccola" in garage.
Non ci prefiggiamo alcuna meta, vagando su e giù per le stradine secondarie, comunque curate e con asfalto eccellente.
Nonostante la strada sia bagnata, ci godiamo la dolce passeggiata: le gomme sono ottime e la giusta taratura delle sospensioni, insieme ad una buona dose d'attenzione, rendono la moto stabile in ogni circostanza.
Lo scenario è sempre stupendo ed affascinante, e l'assenza di traffico ci consente di fermarci a nostra discrezione sul margine della strada per ammirare le bellezze della natura circostante.
Guidare diventa sempre più piacevole e dopo pochi km raggiungiamo Villingen: è davvero un peccato scendere dalla moto ma vale la pena dare un'occhiata al centro storico.
Lungo la via principale, a cui si accede dagli estremi passando al di sotto delle due storiche torri con L'orologio, si scorgono tanti negozi (anche di marchi in franchising) e molti bar; domina sulla cittadina il Duomo nella cui piazzetta si erge una curiosa fontana in ferro, raffigurante visi e scene di vita quotidiana.
Tanto per cambiare, il maltempo fa da guardiano sulla regione. Per nulla rassegnati all'idea di rimanere a poltrire in albergo, indossiamo anche stamattina il kit antipioggia e ci avventuriamo nelle aree boschive limitrofe per fare una breve passeggiata: grazie al cielo non è aria da temporale e pioviggina appena, riducendo praticamente a zero il rischio di rimanere folgorati da un fulmine.
Camminare nella foresta è piacevole e offre la possibilità di vedere da vicino un ambiente ancora incontaminato ed una flora assai varia e sempreverde: addentrandoci nella macchia scorgiamo anche una vecchia torre di guardia risalente alle guerre mondiali: posizionata sulla parte alta del pendio della montagna, offre un buon panorama su Triberg.
In tarda mattinata, perplessi dalle condizioni incerte del tempo, decidiamo comunque di affrontare la trasferta in Francia, battendo la statale 33 (direz. Offenburg) diretti a Strasburgo.
Il viaggio è piacevole, il percorso divertente e soprattutto "soleggiato", ed in circa 90 minuti raggiungiamo la cittadina francese.
Il centro storico è davvero grazioso e ricco di particolari: lo stile con cui sono costruite le case (detto a "graticcio") è la caratteristica principale dell'area ed attira la nostra attenzione in più occasioni, ed i piccoli vicoli percorrono in modo capillare tutta la città vecchia.
È sicuramente molto suggestivo visitare Strasburgo attraverso un giro in barca, navigando sui canali che circondano il centro: da vedere assolutamente Les Ponts Couverts ,la Petite France e la grande cattedrale! Questo fa capire quanto Strasburgo non sia solo sede del Parlamento Europeo, ma anche una città ricca di splendidi capolavori architettonici, tanto che l'Unesco riconosce il suo centro storico come patrimonio dell'umanità.
Purtroppo la nostra gita termina dopo appena due ore a causa del maltempo che ormai ci segue ovunque: decidiamo quindi di tornare a Triberg, ma comincia a piovere e cavalchiamo la moto per circa 85 km sotto la pioggia battente!
Il kit antipioggia ci protegge quasi tutto il corpo, tranne i piedi e le mani: i guanti (estivi e non impermeabili) e le scarpe passeranno tutta la notte sul termosifone del bagno per asciugarsi completamente!
Camminare nella foresta è piacevole e offre la possibilità di vedere da vicino un ambiente ancora incontaminato ed una flora assai varia e sempreverde: addentrandoci nella macchia scorgiamo anche una vecchia torre di guardia risalente alle guerre mondiali: posizionata sulla parte alta del pendio della montagna, offre un buon panorama su Triberg.
In tarda mattinata, perplessi dalle condizioni incerte del tempo, decidiamo comunque di affrontare la trasferta in Francia, battendo la statale 33 (direz. Offenburg) diretti a Strasburgo.
Il viaggio è piacevole, il percorso divertente e soprattutto "soleggiato", ed in circa 90 minuti raggiungiamo la cittadina francese.
Il centro storico è davvero grazioso e ricco di particolari: lo stile con cui sono costruite le case (detto a "graticcio") è la caratteristica principale dell'area ed attira la nostra attenzione in più occasioni, ed i piccoli vicoli percorrono in modo capillare tutta la città vecchia.
È sicuramente molto suggestivo visitare Strasburgo attraverso un giro in barca, navigando sui canali che circondano il centro: da vedere assolutamente Les Ponts Couverts ,la Petite France e la grande cattedrale! Questo fa capire quanto Strasburgo non sia solo sede del Parlamento Europeo, ma anche una città ricca di splendidi capolavori architettonici, tanto che l'Unesco riconosce il suo centro storico come patrimonio dell'umanità.
Purtroppo la nostra gita termina dopo appena due ore a causa del maltempo che ormai ci segue ovunque: decidiamo quindi di tornare a Triberg, ma comincia a piovere e cavalchiamo la moto per circa 85 km sotto la pioggia battente!
Il kit antipioggia ci protegge quasi tutto il corpo, tranne i piedi e le mani: i guanti (estivi e non impermeabili) e le scarpe passeranno tutta la notte sul termosifone del bagno per asciugarsi completamente!
Arriva il giorno della partenza: la malinconia è però alleviata da un cielo finalmente azzurro, con qualche nuvoletta all'orizzonte.
Fa comunque abbastanza freddo e la vestizione è "full optional"!
La via del ritorno prevede la discesa verso sud dal lato orientale della Foresta Nera, attraversando il confine svizzero a Costanza (e non a Basel come nel viaggio di andata).
Da Triberg ci dirigiamo verso est: superata la cittadina di Villingen ed entrati in autostrada presso Geisingen, le automobili sfrecciano ad alta velocità su una tratta priva di limiti, tanto da pensarci due volte prima di effettuare un sorpasso ad un mezzo pesante!
Varcato il confine e giunti in territorio elvetico, costeggiamo il lago di Costanza, percorrendo strada urbana e statale, in modo tale da ammirare con tranquillità il panorama sul grande specchio d'acqua alla nostra destra, attraversando di tanto in tanto qualche caratteristico paesino.
Riprendiamo l'autostrada a St. Margrethen, costeggiando il confine austriaco fino ad arrivare nei pressi del Liechtenstein.
Oltrepassiamo il confine per una veloce visita alla capitale Vaduz, dove si erge in alto il bellissimo castello, residenza ufficiale dei principi del Liechtenstein.
Senza neanche scendere dalla moto per una breve passeggiata, riprendiamo subito il nostro viaggio diretti verso sud, incontrando sulla strada meraviglie naturali quali piccole cascate, pascoli e praterie, ed un suggestivo laghetto presso Splugen, dove è inevitabile fare una sosta per un paio di foto.
Arrivati al San Bernardino, il sole splende sulle vette ed è una buona occasione per affrontare il passo alpino: giunti in cima in prossimità del lago, a 2.066 metri s.l.m., è possibile fermarsi al piccolo bar "Chicco d'oro" per un breve ristoro. Insieme ad altri motociclisti olandesi, con cui scambiamo quattro chiacchiere, rimaniamo affascinati dalla spettacolare opera d'arte che si prospetta davanti ai nostri occhi e, dopo un giretto a piedi nei dintorni, ci rimettiamo in sella pronti per la discesa.
La strada è molto tortuosa e ripida: anche percorrendo l'autostrada, nei pressi di Pian San Giacomo, la pendenza della discesa è elevata e, nonostante il freno motore, l'impianto frenante del povero Black Spirit viene messo a dura prova, e il singolo disco anteriore corredato da un tamburo posteriore si rivelano forse un po' inadeguati per la situazione.
Bellinzona è vicina, il clima tende ad essere più mite e la temperatura aumenta vertiginosamente: uno sbalzo termico di almeno 10 gradi in meno di 40 km (dovuto anche al dislivello di altitudine) rende obbligatoria una sosta, in modo tale da alleggerirci del superfluo!
Avevamo dimenticato di cosa fossero 25 gradi alle sei del pomeriggio…
Superata la cittadina di Lugano, usciamo dall'autostrada in direzione Chiasso e , varcato il confine italiano, siamo finalmente a Como.
Fa comunque abbastanza freddo e la vestizione è "full optional"!
La via del ritorno prevede la discesa verso sud dal lato orientale della Foresta Nera, attraversando il confine svizzero a Costanza (e non a Basel come nel viaggio di andata).
Da Triberg ci dirigiamo verso est: superata la cittadina di Villingen ed entrati in autostrada presso Geisingen, le automobili sfrecciano ad alta velocità su una tratta priva di limiti, tanto da pensarci due volte prima di effettuare un sorpasso ad un mezzo pesante!
Varcato il confine e giunti in territorio elvetico, costeggiamo il lago di Costanza, percorrendo strada urbana e statale, in modo tale da ammirare con tranquillità il panorama sul grande specchio d'acqua alla nostra destra, attraversando di tanto in tanto qualche caratteristico paesino.
Riprendiamo l'autostrada a St. Margrethen, costeggiando il confine austriaco fino ad arrivare nei pressi del Liechtenstein.
Oltrepassiamo il confine per una veloce visita alla capitale Vaduz, dove si erge in alto il bellissimo castello, residenza ufficiale dei principi del Liechtenstein.
Senza neanche scendere dalla moto per una breve passeggiata, riprendiamo subito il nostro viaggio diretti verso sud, incontrando sulla strada meraviglie naturali quali piccole cascate, pascoli e praterie, ed un suggestivo laghetto presso Splugen, dove è inevitabile fare una sosta per un paio di foto.
Arrivati al San Bernardino, il sole splende sulle vette ed è una buona occasione per affrontare il passo alpino: giunti in cima in prossimità del lago, a 2.066 metri s.l.m., è possibile fermarsi al piccolo bar "Chicco d'oro" per un breve ristoro. Insieme ad altri motociclisti olandesi, con cui scambiamo quattro chiacchiere, rimaniamo affascinati dalla spettacolare opera d'arte che si prospetta davanti ai nostri occhi e, dopo un giretto a piedi nei dintorni, ci rimettiamo in sella pronti per la discesa.
La strada è molto tortuosa e ripida: anche percorrendo l'autostrada, nei pressi di Pian San Giacomo, la pendenza della discesa è elevata e, nonostante il freno motore, l'impianto frenante del povero Black Spirit viene messo a dura prova, e il singolo disco anteriore corredato da un tamburo posteriore si rivelano forse un po' inadeguati per la situazione.
Bellinzona è vicina, il clima tende ad essere più mite e la temperatura aumenta vertiginosamente: uno sbalzo termico di almeno 10 gradi in meno di 40 km (dovuto anche al dislivello di altitudine) rende obbligatoria una sosta, in modo tale da alleggerirci del superfluo!
Avevamo dimenticato di cosa fossero 25 gradi alle sei del pomeriggio…
Superata la cittadina di Lugano, usciamo dall'autostrada in direzione Chiasso e , varcato il confine italiano, siamo finalmente a Como.
Ultimo giorno di vacanza! A Melide, vicino Lugano, si trova lo spettacolare parco della "Svizzera in miniatura":
In mattinata, varchiamo nuovamente il confine e, in circa mezz'ora di statale, siamo lì.
E' davvero sbalorditivo come siano riusciti a ricostruire così nei minimi dettagli non solo monumenti ed edifici importanti, ma anche opere infrastrutturali (quali ferrovie, funivie, ecc..) reinserite nel loro ambiente originario, ricreato anch'esso con il massimo riguardo.
Seguendo il percorso guidato, è possibile vedere da vicino tutte le miniature, avendo cura di non toccarle, evitando così di danneggiare qualcosa; per i più piccini c'è anche un trenino che percorre tutto il parco!
Dopo una breve sosta per pranzo a Lugano, rientriamo in Italia e percorriamo in piena tranquillità la riva orientale del Lago di Como: attraversiamo Cernobbio, Laglio, Aregno, Sala Comacina (da dove è possibile raggiungere la piccola isoletta omonima), fino ad arrivare a Menaggio, dove la splendida vista sul lago fa da cornice alla nostra romantica passeggiata.
È quasi sera e rientriamo a Como per cenare presso un ristorantino che si affaccia sul lago: la tranquillità regna sovrana nel centro e sul lungolago, dove c'è chi si gode l'imbrunire su di una panchina con il dolce sussurrare delle acque che si muovono appena, e chi siede ai tavoli dei locali deliziando le varie specialità offerte dai ristoratori. E' tutto perfetto: peccato che domani dovrò salutare la mia dolce metà e percorrere solo soletto centinaia di km per tornare a casa.. Ma ora non ci penso e mi godo questa bellissima serata.
In mattinata, varchiamo nuovamente il confine e, in circa mezz'ora di statale, siamo lì.
E' davvero sbalorditivo come siano riusciti a ricostruire così nei minimi dettagli non solo monumenti ed edifici importanti, ma anche opere infrastrutturali (quali ferrovie, funivie, ecc..) reinserite nel loro ambiente originario, ricreato anch'esso con il massimo riguardo.
Seguendo il percorso guidato, è possibile vedere da vicino tutte le miniature, avendo cura di non toccarle, evitando così di danneggiare qualcosa; per i più piccini c'è anche un trenino che percorre tutto il parco!
Dopo una breve sosta per pranzo a Lugano, rientriamo in Italia e percorriamo in piena tranquillità la riva orientale del Lago di Como: attraversiamo Cernobbio, Laglio, Aregno, Sala Comacina (da dove è possibile raggiungere la piccola isoletta omonima), fino ad arrivare a Menaggio, dove la splendida vista sul lago fa da cornice alla nostra romantica passeggiata.
È quasi sera e rientriamo a Como per cenare presso un ristorantino che si affaccia sul lago: la tranquillità regna sovrana nel centro e sul lungolago, dove c'è chi si gode l'imbrunire su di una panchina con il dolce sussurrare delle acque che si muovono appena, e chi siede ai tavoli dei locali deliziando le varie specialità offerte dai ristoratori. E' tutto perfetto: peccato che domani dovrò salutare la mia dolce metà e percorrere solo soletto centinaia di km per tornare a casa.. Ma ora non ci penso e mi godo questa bellissima serata.
In trasferta verso la Foresta Nera
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