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I viaggi dei lettori
Da Bolzano alla Puglia in solitaria
di Andrea (Kawasaki1986)
il 01/07/2010 in I viaggi dei lettori
Il nosto lettore ci invia il diario di una breve vacanza alla scoperta di questa bellissima regione, sempre ricca di spunti paesaggistici e di splendidi monumenti
Da Bolzano alla Puglia in solitaria
Bolzano – Otranto
Le premesse ci sono: la voglia di fare un viaggio in moto (il primo da solo) e visitare posti mai visti in precedenza. L'unica compagna di viaggio sarà la mia Kawasaki ER-6F del 2007 che non tradirà le attese.
Parto con l'incognita della gomma posteriore: apparentemente in buono stato, nelle ultime uscite ha evidenziato una certa facilità a slittare che prima non manifestava. Purtroppo non ho il tempo materiale di far arrivare le nuove e quindi parto con quelle di primo equipaggiamento.
La partenza è fissata alle 4.30 del mattino e infatti, puntuale, esco dal garage e faccio il pieno.
Prendo l'autostrada del Brennero e inizialmente tengo una media di 120 km/h giusto per prendere la mano con la moto a pieno carico.
Passo rapidamente Verona, Mantova e Modena e a Zola Predosa mi fermo per il primo pieno dopo 260 km percorsi.
Il tempo di un caffè e riparto.
La moto, seppure carica, regge bene e già da un po' ho aumentato la velocità a 130 km/h costanti.
Le premesse ci sono: la voglia di fare un viaggio in moto (il primo da solo) e visitare posti mai visti in precedenza. L'unica compagna di viaggio sarà la mia Kawasaki ER-6F del 2007 che non tradirà le attese.
Parto con l'incognita della gomma posteriore: apparentemente in buono stato, nelle ultime uscite ha evidenziato una certa facilità a slittare che prima non manifestava. Purtroppo non ho il tempo materiale di far arrivare le nuove e quindi parto con quelle di primo equipaggiamento.
La partenza è fissata alle 4.30 del mattino e infatti, puntuale, esco dal garage e faccio il pieno.
Prendo l'autostrada del Brennero e inizialmente tengo una media di 120 km/h giusto per prendere la mano con la moto a pieno carico.
Passo rapidamente Verona, Mantova e Modena e a Zola Predosa mi fermo per il primo pieno dopo 260 km percorsi.
Il tempo di un caffè e riparto.
La moto, seppure carica, regge bene e già da un po' ho aumentato la velocità a 130 km/h costanti.
Comincio però ad accusare i sintomi tipici della sella dura e quindi sono costretto a fermarmi 15 minuti per sgranchirmi.
L'idea di fermarmi ad ogni pieno è saltata dopo questa ultima sosta.
Riesco a percorrere un po' di chilometri fin quando, ad Ascoli, devo nuovamente fare benzina.
Sono in perfetto orario e quindi mi "permetto" di diminuire la velocità a 110 km/h ma ben presto mi ricordo di aver promesso al B&B di Otranto di essere lì per le 17.30 circa e quindi ritorno ai soliti 130 costanti.
Viaggio tranquillo fin quando, in prossimità del Molise, comincio ad accusare sintomi della sonnolenza e ogni tanto scuoto la testa per riprendere la concentrazione.
Davanti a me un motociclista targato Milano che mi precede mi nota dal suo specchietto e allarga la mano sinistra in segno di saluto seguito dal gesto "OK" col pollice in su.
Mi affianco e, ovviamente, ricambio nella stessa maniera poi lo passo e sparisce.
Ringalluzzito dall'incontro col motociclista ho perso inconsciamente il sonno che accusavo solo pochi minuti prima.
Arrivo al confine con la Puglia e penso già di essere arrivato. Sbagliato!
Sono quasi a Foggia e il cartello indica ancora molti chilometri per Bari Nord, la mia uscita autostradale.
Mi fermo mezz'ora scarsa in autogrill e riprendo il viaggio.
Intanto il tempo comincia ad annuvolarsi ed io spero di non dover ricorrere al completo antipioggia nella borsa.
Piove per un minuto di orologio poi smette.
Guardo il cielo e vedo che alla mia destra sta tornando limpido perciò penso che l'antipioggia non mi servirà.
Dopo altri chilometri piove, stavolta più forte, ma sempre per un minuto di orologio. Meglio così. Arrivato finalmente al casello Bari Nord comincia a piovere, stavolta è pioggia vera.
L'idea di fermarmi ad ogni pieno è saltata dopo questa ultima sosta.
Riesco a percorrere un po' di chilometri fin quando, ad Ascoli, devo nuovamente fare benzina.
Sono in perfetto orario e quindi mi "permetto" di diminuire la velocità a 110 km/h ma ben presto mi ricordo di aver promesso al B&B di Otranto di essere lì per le 17.30 circa e quindi ritorno ai soliti 130 costanti.
Viaggio tranquillo fin quando, in prossimità del Molise, comincio ad accusare sintomi della sonnolenza e ogni tanto scuoto la testa per riprendere la concentrazione.
Davanti a me un motociclista targato Milano che mi precede mi nota dal suo specchietto e allarga la mano sinistra in segno di saluto seguito dal gesto "OK" col pollice in su.
Mi affianco e, ovviamente, ricambio nella stessa maniera poi lo passo e sparisce.
Ringalluzzito dall'incontro col motociclista ho perso inconsciamente il sonno che accusavo solo pochi minuti prima.
Arrivo al confine con la Puglia e penso già di essere arrivato. Sbagliato!
Sono quasi a Foggia e il cartello indica ancora molti chilometri per Bari Nord, la mia uscita autostradale.
Mi fermo mezz'ora scarsa in autogrill e riprendo il viaggio.
Intanto il tempo comincia ad annuvolarsi ed io spero di non dover ricorrere al completo antipioggia nella borsa.
Piove per un minuto di orologio poi smette.
Guardo il cielo e vedo che alla mia destra sta tornando limpido perciò penso che l'antipioggia non mi servirà.
Dopo altri chilometri piove, stavolta più forte, ma sempre per un minuto di orologio. Meglio così. Arrivato finalmente al casello Bari Nord comincia a piovere, stavolta è pioggia vera.
Appena pagato mi immetto sulla strada che mi porta in direzione Brindisi ma la pioggia aumenta fino a diventare un vero e proprio acquazzone.
Accosto in una piazzola di sosta per infilarmi il completo antipioggia e riparto sperando che la tuta non abbia preso troppo acqua. Man mano che procedo il cielo torna limpido e la temperatura si alza ma io non ho nessuna voglia di fermarmi e riporre l'antipioggia perciò me lo tengo addosso.
Sarà una scelta poco felice…
Passo Brindisi e mi dirigo verso Lecce seguendo la SS16.
Passata Lecce proseguo verso Maglie poi Otranto.
A 16 chilometri dalla meta non vedo lo svincolo e, imprecando, prendo quello immediatamente successivo che mi porterà momentaneamente lontano dalla meta.
Chiedo informazioni a un benzinaio che si rivelano corrette.
Riguadagno subito la SS16 e stavolta seguo il cartello correttamente.
Arrivo ad Otranto e scarico subito i bagagli dopo aver parcheggiato la moto in garage. Sono stremato: l'antipioggia che ho poco saggiamente evitato di riporre nella borsa mi ha fatto sudare incredibilmente.
Arriverò in camera provato dal caldo e fatica.
La sera cena in un ristorante del centro (Il Cantico dei Cantici) a base di pesce.
Accosto in una piazzola di sosta per infilarmi il completo antipioggia e riparto sperando che la tuta non abbia preso troppo acqua. Man mano che procedo il cielo torna limpido e la temperatura si alza ma io non ho nessuna voglia di fermarmi e riporre l'antipioggia perciò me lo tengo addosso.
Sarà una scelta poco felice…
Passo Brindisi e mi dirigo verso Lecce seguendo la SS16.
Passata Lecce proseguo verso Maglie poi Otranto.
A 16 chilometri dalla meta non vedo lo svincolo e, imprecando, prendo quello immediatamente successivo che mi porterà momentaneamente lontano dalla meta.
Chiedo informazioni a un benzinaio che si rivelano corrette.
Riguadagno subito la SS16 e stavolta seguo il cartello correttamente.
Arrivo ad Otranto e scarico subito i bagagli dopo aver parcheggiato la moto in garage. Sono stremato: l'antipioggia che ho poco saggiamente evitato di riporre nella borsa mi ha fatto sudare incredibilmente.
Arriverò in camera provato dal caldo e fatica.
La sera cena in un ristorante del centro (Il Cantico dei Cantici) a base di pesce.
Mi sveglio alle 8 e faccio subito colazione.
Nel mentre consulto l'itinerario stabilito e chiedo informazioni al proprietario del B&B. Mi mette subito in guardia dicendomi che il sabato la litoranea è habitat per smanettoni con la moto e per questo sovente ci sono posti di blocco.
Capisce subito però che non sono qui per vincere la sfida col cronometro.
Ringrazio e mi metto in marcia. Trovo subito le indicazioni per Santa Cesarea Terme che in poco tempo mi portano all'inizio della litoranea.
Appena fuori Otranto il paesaggio è proprio come descritto sui racconti, spoglio e deserto. Arrivo a Capo d'Otranto dove mi fermo per un paio di foto.
Proseguo e arrivo a Santa Cesarea Terme e anche qui scatto qualche foto in virtù della splendida vista sul mare e sulla costa.
Nel centro abitato però le condizioni dell'asfalto sono pessime.
Troppe buche, rattoppi, cunette, avvallamenti e ad ogni buca ho come l'impressione che la moto si spezzi in due.
Sebbene l'asfalto sia inguardabile, la strada è bella.
Il percorso offre viste spettacolari e scorci di costa da cartolina, curve in rapida successione e continui saliscendi.
Nonostante tutto è stretta e non conoscendo il percorso viaggio con la terza marcia che sembra quella più equilibrata.
Passo in ordine Castro e Tricase: l'asfalto non migliora ma in compenso il paesaggio della litoranea non sta tradendo le attese.
Arrivo quindi a Santa Maria di Leuca dopo aver percorso tutta la SP358 e seguo subito il cartello turistico che mi porta proprio davanti al celebre Santuario, accanto al faro.
Parcheggio e subito mi rendo conto della bellezza e unicità della piazza che introduce al Santuario. Rimango affascinato e comincio a scattare foto alla piazza e al mare sottostante.
Da qui infatti si gode di una vista splendida, essendo più alti rispetto al porto.
Si avvicina una ragazza che mi lascia un depliant per informarmi sugli orari degli imbarchi per visitare le grotte dicendomi che per chi viene qui è quasi un obbligo. Annuisco ma so già che non potrò visitare le grotte.
Vestito e agghindato come sono mi verrebbe un po' scomodo.
E poi il tempo è quello che è.
Cerco refrigerio sotto al tendone di un bar ed ordino un caffè e un bicchiere d'acqua del rubinetto che mi verrà a costare 30 centesimi.
Dopo la pausa decido di scendere per una vecchia e ripida scalinata che dal Santuario scende verso il lungomare del porto.
La scalinata, bellissima, costeggia un vecchio acquedotto costruito nel 1939 come descritto sulla pietra.
Arrivato in fondo scatto altre foto al mare bellissimo ed infinito e alle grotte. Peccato per l'edificio in costruzione proprio sulla costa che rovina un po' la vista.
Risalendo accuso ancora di più il caldo e mi fermo su una panchina di pietra per riposarmi.
Trovo il coraggio di risalirla e riparto con l'intento di raggiungere Gallipoli costeggiando il mare. Inizialmente seguo correttamente la SP214 ma via via che procedo la segnaletica si fa confusa e a volte, dove servirebbe maggiormente, è addirittura inesistente.
Chiedo informazioni a due Carabinieri appostati che mi confermano la corretta direzione.
Proseguo ma l'asfalto è veramente in pessimo stato.
Nuovamente, in prossimità di una rotonda, il cartello per Gallipoli non c'è e seguo la strada sbagliata.
Dopo qualche chilometro nell'entroterra capisco di aver sbagliato e mi fermo nel piazzale di un'abitazione per consultare la cartina. Fortunatamente noto il proprietario e chiedo informazioni.
Mi dice che la strada che ho preso mi avrebbe portato sulla superstrada Gallipoli-Lecce.
Mi spiega il percorso per la litoranea e io capisco dove ho sbagliato in precedenza.
Torno indietro e riguadagno subito la litoranea che ora è la SP91.
Passo alcuni paesi fantasma: non c'è anima viva, le "migliaia" di pizzerie sono tutte chiuse.
Alla mia sinistra c'è il mare che si infrange contro le rocce nere della costa e alla mia destra ci sono un sacco di abitazioni fatiscenti.
Alcune mai finite, altre in ristrutturazione.
Le tante case vacanze si preparano alla stagione turistica riverniciando i cancelli o affiggendo nuove insegne.
Non sono soddisfatto di questa strada: l'asfalto in alcuni punti fa paura e i tanti paesini costieri completamente vuoti e spogli mi infondono una certa tristezza.
Faccio benzina e arrivo più tardi a Gallipoli ma ci resterò per pochi secondi. Assalita dal traffico e caotica mi induce subito a lasciarla per proseguire oltre.
Intanto sono circa le 13 e io vorrei mangiare qualcosa, nonostante il caldo opprimente abbia diminuito la fame. Ma anche fuori Gallipoli è tutto chiuso e semi abbandonato.
La strada è anonima e il paesaggio circostante non mi trasmette niente.
Le pessime condizioni del manto stradale mi inducono a lasciare la costa e percorrere strade a scorrimento veloce in direzione Lecce immettendomi sulla SS16 che ho percorso il giorno prima.
A differenza della litoranea la SS16 è immersa in un bel paesaggio molto vario e colorato.
Ai lati si alternano campi coltivati e ulivi piantati nella terra rossa.
Talmente rossa che sembra quella di un campo da tennis.
Noto anche che gli ulivi sono posizionati come a formare un reticolo. Ci sono anche dei Trulli Salentini, diversi dai "classici", ma ugualmente belli.
Prendo intanto lo svincolo per Otranto che non ho sbagliato come il giorno precedente, e arrivo al B&B.
Doccia rigenerante e passeggiata per il centro storico.
La sera solita cena a base di pesce per le 22.30.
I ristoranti cominciano a riempirsi per quell'ora e io mi adatto facilmente ai nuovi orari.
I negozi invece chiudono alle 21 circa e quindi ho tutto il tempo per visitare le botteghe.
Nel mentre consulto l'itinerario stabilito e chiedo informazioni al proprietario del B&B. Mi mette subito in guardia dicendomi che il sabato la litoranea è habitat per smanettoni con la moto e per questo sovente ci sono posti di blocco.
Capisce subito però che non sono qui per vincere la sfida col cronometro.
Ringrazio e mi metto in marcia. Trovo subito le indicazioni per Santa Cesarea Terme che in poco tempo mi portano all'inizio della litoranea.
Appena fuori Otranto il paesaggio è proprio come descritto sui racconti, spoglio e deserto. Arrivo a Capo d'Otranto dove mi fermo per un paio di foto.
Proseguo e arrivo a Santa Cesarea Terme e anche qui scatto qualche foto in virtù della splendida vista sul mare e sulla costa.
Nel centro abitato però le condizioni dell'asfalto sono pessime.
Troppe buche, rattoppi, cunette, avvallamenti e ad ogni buca ho come l'impressione che la moto si spezzi in due.
Sebbene l'asfalto sia inguardabile, la strada è bella.
Il percorso offre viste spettacolari e scorci di costa da cartolina, curve in rapida successione e continui saliscendi.
Nonostante tutto è stretta e non conoscendo il percorso viaggio con la terza marcia che sembra quella più equilibrata.
Passo in ordine Castro e Tricase: l'asfalto non migliora ma in compenso il paesaggio della litoranea non sta tradendo le attese.
Arrivo quindi a Santa Maria di Leuca dopo aver percorso tutta la SP358 e seguo subito il cartello turistico che mi porta proprio davanti al celebre Santuario, accanto al faro.
Parcheggio e subito mi rendo conto della bellezza e unicità della piazza che introduce al Santuario. Rimango affascinato e comincio a scattare foto alla piazza e al mare sottostante.
Da qui infatti si gode di una vista splendida, essendo più alti rispetto al porto.
Si avvicina una ragazza che mi lascia un depliant per informarmi sugli orari degli imbarchi per visitare le grotte dicendomi che per chi viene qui è quasi un obbligo. Annuisco ma so già che non potrò visitare le grotte.
Vestito e agghindato come sono mi verrebbe un po' scomodo.
E poi il tempo è quello che è.
Cerco refrigerio sotto al tendone di un bar ed ordino un caffè e un bicchiere d'acqua del rubinetto che mi verrà a costare 30 centesimi.
Dopo la pausa decido di scendere per una vecchia e ripida scalinata che dal Santuario scende verso il lungomare del porto.
La scalinata, bellissima, costeggia un vecchio acquedotto costruito nel 1939 come descritto sulla pietra.
Arrivato in fondo scatto altre foto al mare bellissimo ed infinito e alle grotte. Peccato per l'edificio in costruzione proprio sulla costa che rovina un po' la vista.
Risalendo accuso ancora di più il caldo e mi fermo su una panchina di pietra per riposarmi.
Trovo il coraggio di risalirla e riparto con l'intento di raggiungere Gallipoli costeggiando il mare. Inizialmente seguo correttamente la SP214 ma via via che procedo la segnaletica si fa confusa e a volte, dove servirebbe maggiormente, è addirittura inesistente.
Chiedo informazioni a due Carabinieri appostati che mi confermano la corretta direzione.
Proseguo ma l'asfalto è veramente in pessimo stato.
Nuovamente, in prossimità di una rotonda, il cartello per Gallipoli non c'è e seguo la strada sbagliata.
Dopo qualche chilometro nell'entroterra capisco di aver sbagliato e mi fermo nel piazzale di un'abitazione per consultare la cartina. Fortunatamente noto il proprietario e chiedo informazioni.
Mi dice che la strada che ho preso mi avrebbe portato sulla superstrada Gallipoli-Lecce.
Mi spiega il percorso per la litoranea e io capisco dove ho sbagliato in precedenza.
Torno indietro e riguadagno subito la litoranea che ora è la SP91.
Passo alcuni paesi fantasma: non c'è anima viva, le "migliaia" di pizzerie sono tutte chiuse.
Alla mia sinistra c'è il mare che si infrange contro le rocce nere della costa e alla mia destra ci sono un sacco di abitazioni fatiscenti.
Alcune mai finite, altre in ristrutturazione.
Le tante case vacanze si preparano alla stagione turistica riverniciando i cancelli o affiggendo nuove insegne.
Non sono soddisfatto di questa strada: l'asfalto in alcuni punti fa paura e i tanti paesini costieri completamente vuoti e spogli mi infondono una certa tristezza.
Faccio benzina e arrivo più tardi a Gallipoli ma ci resterò per pochi secondi. Assalita dal traffico e caotica mi induce subito a lasciarla per proseguire oltre.
Intanto sono circa le 13 e io vorrei mangiare qualcosa, nonostante il caldo opprimente abbia diminuito la fame. Ma anche fuori Gallipoli è tutto chiuso e semi abbandonato.
La strada è anonima e il paesaggio circostante non mi trasmette niente.
Le pessime condizioni del manto stradale mi inducono a lasciare la costa e percorrere strade a scorrimento veloce in direzione Lecce immettendomi sulla SS16 che ho percorso il giorno prima.
A differenza della litoranea la SS16 è immersa in un bel paesaggio molto vario e colorato.
Ai lati si alternano campi coltivati e ulivi piantati nella terra rossa.
Talmente rossa che sembra quella di un campo da tennis.
Noto anche che gli ulivi sono posizionati come a formare un reticolo. Ci sono anche dei Trulli Salentini, diversi dai "classici", ma ugualmente belli.
Prendo intanto lo svincolo per Otranto che non ho sbagliato come il giorno precedente, e arrivo al B&B.
Doccia rigenerante e passeggiata per il centro storico.
La sera solita cena a base di pesce per le 22.30.
I ristoranti cominciano a riempirsi per quell'ora e io mi adatto facilmente ai nuovi orari.
I negozi invece chiudono alle 21 circa e quindi ho tutto il tempo per visitare le botteghe.
L'itinerario che ho preparato prevedo la visita ad Alberobello e Castel del Monte e come ultima tappa lo spostamento a Mattinata, nel Gargano.
Mentre faccio colazione chiedo le solite informazioni al proprietario, gentilissimo, che mi consiglia di arrivare fino a S.Cataldo percorrendo la litoranea da Otranto e io seguo le sue indicazioni.
Lascio il B&B, ringrazio il gestore per l'ospitalità perfetta e mi metto in marcia. Seguo subito il cartello in direzione Laghi Alimini.
Anche qua ci sono frazioni fantasma: paesi spogli che non dicono niente, ma trovo comunque il tempo per fermarmi a scattare qualche foto alla costa che si presenta spoglia e aspra, ma affascinante.
Proseguo a nord seguendo i cartelli per S.Cataldo che dista circa 35 chilometri. Arrivato a San Cataldo entro in una stradina nella quale è in corso il mercato: essendo l'unica che mi porta verso Lecce devo attraversarla per forza.
I mercanti mi dicono di passare.
Svolto a destra e un cane sdraiato sul marciapiede mi nota e corre verso di me ma io accelero e lo semino un po' impaurito.
Prendo quindi la solita SS16 verso Lecce, che passo velocemente, e mi dirigo verso Brindisi.
Passata Brindisi seguo i cartelli per Fasano fin quando noto quelli turistici che mi portano ai Trulli di Alberobello.
La strada diventa decisamente più coinvolgente: un continuo saliscendi e belle curve a volontà. Arrivo ad Alberobello facilmente, parcheggio nella piazza principale, tolgo subito l'anti pioggia e mi godo la visita.
Percorro a piedi la via principale dei Trulli, bellissima.
Vengo anche paragonato a Valentino Rossi, considerato il mio abbigliamento, in modo scherzoso da un commerciante seduto fuori dalla sua bottega.
In questa via ci sono solo Trulli e vicoletti che regalano scorci bellissimi e decido di fermarmi a mangiare in un ristorante ricavato all'interno di vecchi Trulli.
Spendo 10 euro e mangio le orecchiette con sugo di salsiccia grigliata, mezzo litro di acqua e un caffè.
Dopo più di un'ora di visita decido di lasciare Alberobello per raggiungere Castel del Monte: la strada è lunga e prevedo varie soste per consultare la cartina.
Seguo quindi Noci, Santeramo, Gioia del Colle verso Altamura ma pochi chilometri prima mi fermo in un'area di servizio per chiedere informazioni.
C'è la famiglia che sta mangiando e il nonno (probabilmente) mi dice di seguire la strada verso Corato e che poi avrei trovato le indicazioni per Castel del Monte.
Gli dico di aver capito, ma sembra non darsi pace finché non mi vede nella direzione corretta e quindi si offe di portarmi sulla giusta strada.
Lo seguo fin quando mi dà le ultime dritte e mi saluta augurandomi buon viaggio e fortuna.
Gli stringo forte la mano ringraziandolo vivamente per la gentilezza, poi proseguo.
Il paesaggio diventa bellissimo: attorno a me solo campi coltivati che si estendono a perdita d'occhio e le colline delle Murge.
La strada è bella e tenuta bene.
Respiro a pieni polmoni per cogliere ogni profumo nell'aria e viaggio con l'animo in pace col mondo.
Sbaglio strada ma riguadagno subito quella corretta.
Arrivo dopo circa due ore e mezza e molti chilometri a Castel del Monte, ma devo lasciare obbligatoriamente la moto al parcheggio custodito e con 1 euro ho la navetta che ogni dieci minuti parte e scarica turisti.
Essendo su una collina posso godere di una vista bellissima sulle Murge e scatto foto al castello e al panorama.
Terminata la visita chiamo il B&B di Mattinata per comunicare la mia posizione e l'orario indicativo di arrivo.
Lascio Castel del Monte e seguo Andria e Barletta ma il cielo è sempre più nuvoloso finchè comincia a piovere.
Sono costretto a mettere l'antipioggia, ma scrutando il cielo penso che la pioggia non durerà visto lo spostamento delle nuvole rispetto alla mia direzione.
Stavolta ho ragione.
Piove cinque minuti poi il cielo torna limpido e la temperatura è ottima.
Tolgo e ripiego il completo antipioggia e proseguo seguendo Manfredonia e in seguito Mattinata, dove arriverò per le 19.30 dopo aver percorso circa 460 chilometri giornalieri.
Mentre faccio colazione chiedo le solite informazioni al proprietario, gentilissimo, che mi consiglia di arrivare fino a S.Cataldo percorrendo la litoranea da Otranto e io seguo le sue indicazioni.
Lascio il B&B, ringrazio il gestore per l'ospitalità perfetta e mi metto in marcia. Seguo subito il cartello in direzione Laghi Alimini.
Anche qua ci sono frazioni fantasma: paesi spogli che non dicono niente, ma trovo comunque il tempo per fermarmi a scattare qualche foto alla costa che si presenta spoglia e aspra, ma affascinante.
Proseguo a nord seguendo i cartelli per S.Cataldo che dista circa 35 chilometri. Arrivato a San Cataldo entro in una stradina nella quale è in corso il mercato: essendo l'unica che mi porta verso Lecce devo attraversarla per forza.
I mercanti mi dicono di passare.
Svolto a destra e un cane sdraiato sul marciapiede mi nota e corre verso di me ma io accelero e lo semino un po' impaurito.
Prendo quindi la solita SS16 verso Lecce, che passo velocemente, e mi dirigo verso Brindisi.
Passata Brindisi seguo i cartelli per Fasano fin quando noto quelli turistici che mi portano ai Trulli di Alberobello.
La strada diventa decisamente più coinvolgente: un continuo saliscendi e belle curve a volontà. Arrivo ad Alberobello facilmente, parcheggio nella piazza principale, tolgo subito l'anti pioggia e mi godo la visita.
Percorro a piedi la via principale dei Trulli, bellissima.
Vengo anche paragonato a Valentino Rossi, considerato il mio abbigliamento, in modo scherzoso da un commerciante seduto fuori dalla sua bottega.
In questa via ci sono solo Trulli e vicoletti che regalano scorci bellissimi e decido di fermarmi a mangiare in un ristorante ricavato all'interno di vecchi Trulli.
Spendo 10 euro e mangio le orecchiette con sugo di salsiccia grigliata, mezzo litro di acqua e un caffè.
Dopo più di un'ora di visita decido di lasciare Alberobello per raggiungere Castel del Monte: la strada è lunga e prevedo varie soste per consultare la cartina.
Seguo quindi Noci, Santeramo, Gioia del Colle verso Altamura ma pochi chilometri prima mi fermo in un'area di servizio per chiedere informazioni.
C'è la famiglia che sta mangiando e il nonno (probabilmente) mi dice di seguire la strada verso Corato e che poi avrei trovato le indicazioni per Castel del Monte.
Gli dico di aver capito, ma sembra non darsi pace finché non mi vede nella direzione corretta e quindi si offe di portarmi sulla giusta strada.
Lo seguo fin quando mi dà le ultime dritte e mi saluta augurandomi buon viaggio e fortuna.
Gli stringo forte la mano ringraziandolo vivamente per la gentilezza, poi proseguo.
Il paesaggio diventa bellissimo: attorno a me solo campi coltivati che si estendono a perdita d'occhio e le colline delle Murge.
La strada è bella e tenuta bene.
Respiro a pieni polmoni per cogliere ogni profumo nell'aria e viaggio con l'animo in pace col mondo.
Sbaglio strada ma riguadagno subito quella corretta.
Arrivo dopo circa due ore e mezza e molti chilometri a Castel del Monte, ma devo lasciare obbligatoriamente la moto al parcheggio custodito e con 1 euro ho la navetta che ogni dieci minuti parte e scarica turisti.
Essendo su una collina posso godere di una vista bellissima sulle Murge e scatto foto al castello e al panorama.
Terminata la visita chiamo il B&B di Mattinata per comunicare la mia posizione e l'orario indicativo di arrivo.
Lascio Castel del Monte e seguo Andria e Barletta ma il cielo è sempre più nuvoloso finchè comincia a piovere.
Sono costretto a mettere l'antipioggia, ma scrutando il cielo penso che la pioggia non durerà visto lo spostamento delle nuvole rispetto alla mia direzione.
Stavolta ho ragione.
Piove cinque minuti poi il cielo torna limpido e la temperatura è ottima.
Tolgo e ripiego il completo antipioggia e proseguo seguendo Manfredonia e in seguito Mattinata, dove arriverò per le 19.30 dopo aver percorso circa 460 chilometri giornalieri.
Mi sveglio alle 8.15 con il cielo nuvoloso e un leggero venticello che però non infastidisce più di tanto. Faccio colazione e consulto l'itinerario che prevede la visita di Vieste e l'attraversamento della Foresta Umbra scendendo poi dal Monte e rientrare a Mattinata.
Posso fare con calma, in quanto i chilometri non sono molti.
Parto quindi per le 9.15 seguendo i cartelli per la litoranea verso Vieste, la SP53.
La strada non costeggia interamente il mare, ma sale e a tratti si spinge verso l'entroterra. E' abbastanza stretta e non conoscendola viaggio adagio con la terza marcia.
Le curve iniziano subito, ma sono toste e non riesco a "leggere" l'effettiva difficoltà in entrata, anche a causa di una visibilità scarsa, e sono costretto a continui "on-off" che in un certo senso "strozzano" il piacere di guida.
Ma da quell'altezza posso ammirare il panorama a strapiombo sul mare.
E' un continuo curvare, ma l'alternanza è abbastanza regolare: rettilineo corto-curva a sinistra-rettilineo-doppia curva a destra, e una volta capito e memorizzato procedo più sicuro senza però risparmiare gli "on-off" col gas.
Arrivo in breve tempo a Vieste e parcheggio sul lungomare semi deserto.
Faccio una pausa e bevo un caffè al bar sulla spiaggia.
Poi comincio ad incamminarmi verso il centro storico, bellissimo e suggestivo, che si affaccia dall'alto direttamente sul mare che, considerato il cielo plumbeo, sembra uno specchio argentato. Il cielo sembra tornare sereno e io comincio a sentire caldo.
Dopo più di un'ora a Vieste riparto seguendo i cartelli che mi porteranno verso la Foresta Umbra.
Li trovo facilmente e in un attimo svolto verso l'entroterra.
Qualche chilometro, poi di colpo si entra prepotentemente nella foresta, fittissima. La strada è scorrevole, poco trafficata e per nulla impegnativa.
Procedo lentamente sia per godermi il percorso e il paesaggio, sia per scrutare eventuali animali selvatici.
E' quasi un peccato attraversare la foresta con un mezzo a motore.
Si ha come l'impressione di violare un silenzio irreale, quasi sacro ed intoccabile.
Forse anche per questo molti scelgono la bicicletta per percorrerla.
La vegetazione si fa via via sempre più fitta fino a che i raggi del Sole non filtrano più tra gli alberi.
Sono nel cuore della foresta e la strada è sempre entusiasmante e alterna una lunga serie di curve.
Man mano che la percorro la boscaglia diventa sempre meno fitta fino a lasciare spazio a grandi prati.
Qui la strada diventa tosta e strettissima.
Non mi entusiasma granchè perchè sono costretto a viaggiare in seconda marcia, vista la quasi totale assenza di rettilinei.
Oltretutto anche qua non riesco a capire la difficoltà delle curve e devo sempre correggere la traiettoria durante la percorrenza. Dopo una lunghissima serie di curve, alcune belle, altre meno considerata la scarsissima visibilità in entrata, arrivo nei pressi di San Giovanni Rotondo ma un cartello indica l'obbligo di lasciare il mezzo e raggiungere il Santuario con dei bus navetta.
Evito la visita e prosegui in direzione Manfredonia scendendo dal Monte per poi ricollegarmi alla strada che ho percorso la sera prima per raggiungere Mattinata.
Scendendo dal Monte ci sono cinque tornanti, ma stavolta i veri nemici sono il forte vento che si infrange lateralmente sulla moto e l'asfalto liso e ad ogni frenata ho come la sensazione di non avere più aderenza sul posteriore della moto.
Viaggio tenendo saldo il manubrio e tenendo le gambe strette al serbatoio sperando di non ricevere altre raffiche di vento.
Resisto e arrivo verso Manfredonia e mi immetto sulla strada per Mattinata dove arriverò per le 15 dopo aver percorso circa 170 chilometri in tutta la giornata. La sera poi ci sarà una tempesta di vento.
Di qui in avanti c'è solo il rientro, effettuato tranquillamente via autostrada.
Posso fare con calma, in quanto i chilometri non sono molti.
Parto quindi per le 9.15 seguendo i cartelli per la litoranea verso Vieste, la SP53.
La strada non costeggia interamente il mare, ma sale e a tratti si spinge verso l'entroterra. E' abbastanza stretta e non conoscendola viaggio adagio con la terza marcia.
Le curve iniziano subito, ma sono toste e non riesco a "leggere" l'effettiva difficoltà in entrata, anche a causa di una visibilità scarsa, e sono costretto a continui "on-off" che in un certo senso "strozzano" il piacere di guida.
Ma da quell'altezza posso ammirare il panorama a strapiombo sul mare.
E' un continuo curvare, ma l'alternanza è abbastanza regolare: rettilineo corto-curva a sinistra-rettilineo-doppia curva a destra, e una volta capito e memorizzato procedo più sicuro senza però risparmiare gli "on-off" col gas.
Arrivo in breve tempo a Vieste e parcheggio sul lungomare semi deserto.
Faccio una pausa e bevo un caffè al bar sulla spiaggia.
Poi comincio ad incamminarmi verso il centro storico, bellissimo e suggestivo, che si affaccia dall'alto direttamente sul mare che, considerato il cielo plumbeo, sembra uno specchio argentato. Il cielo sembra tornare sereno e io comincio a sentire caldo.
Dopo più di un'ora a Vieste riparto seguendo i cartelli che mi porteranno verso la Foresta Umbra.
Li trovo facilmente e in un attimo svolto verso l'entroterra.
Qualche chilometro, poi di colpo si entra prepotentemente nella foresta, fittissima. La strada è scorrevole, poco trafficata e per nulla impegnativa.
Procedo lentamente sia per godermi il percorso e il paesaggio, sia per scrutare eventuali animali selvatici.
E' quasi un peccato attraversare la foresta con un mezzo a motore.
Si ha come l'impressione di violare un silenzio irreale, quasi sacro ed intoccabile.
Forse anche per questo molti scelgono la bicicletta per percorrerla.
La vegetazione si fa via via sempre più fitta fino a che i raggi del Sole non filtrano più tra gli alberi.
Sono nel cuore della foresta e la strada è sempre entusiasmante e alterna una lunga serie di curve.
Man mano che la percorro la boscaglia diventa sempre meno fitta fino a lasciare spazio a grandi prati.
Qui la strada diventa tosta e strettissima.
Non mi entusiasma granchè perchè sono costretto a viaggiare in seconda marcia, vista la quasi totale assenza di rettilinei.
Oltretutto anche qua non riesco a capire la difficoltà delle curve e devo sempre correggere la traiettoria durante la percorrenza. Dopo una lunghissima serie di curve, alcune belle, altre meno considerata la scarsissima visibilità in entrata, arrivo nei pressi di San Giovanni Rotondo ma un cartello indica l'obbligo di lasciare il mezzo e raggiungere il Santuario con dei bus navetta.
Evito la visita e prosegui in direzione Manfredonia scendendo dal Monte per poi ricollegarmi alla strada che ho percorso la sera prima per raggiungere Mattinata.
Scendendo dal Monte ci sono cinque tornanti, ma stavolta i veri nemici sono il forte vento che si infrange lateralmente sulla moto e l'asfalto liso e ad ogni frenata ho come la sensazione di non avere più aderenza sul posteriore della moto.
Viaggio tenendo saldo il manubrio e tenendo le gambe strette al serbatoio sperando di non ricevere altre raffiche di vento.
Resisto e arrivo verso Manfredonia e mi immetto sulla strada per Mattinata dove arriverò per le 15 dopo aver percorso circa 170 chilometri in tutta la giornata. La sera poi ci sarà una tempesta di vento.
Di qui in avanti c'è solo il rientro, effettuato tranquillamente via autostrada.
Riassunto dei chilometri:
1°Giorno: Bolzano-Otranto: 1150 chilometri
2° Giorno: Otranto-Santa Maria di Leuca-Gallipoli-Otranto: circa 200 chilometri
3°Giorno: Otranto-Alberobello-Castel del Monte-Mattinata: circa 470 chilometri
4°Giorno: Mattinata-Vieste-Foresta Umbra-Mattinata: circa 170 chilometri
5°Giorno: Mattinata-Bolzano: circa 860 chilometri
Dove mangiare:
Ristorante "Il Cantico dei Cantici"
Via Costantino I, nr 3 – Otranto Centro (LE)
Specialità a base di pesce, servizio celere e professionale. Prezzi adeguati alla qualità
Ristorante "Il Corsaro"
Via Immacolata 28 – Otranto Centro
Specialità pesce, prezzi buoni, cortesia e celerità
Trattoria Dalla Nonna
Ottimi piatti e vini locali. Prezzi corretti.
http://www.dallanonna.it/
Dove dormire:
Affittacamere B&B "Via Primaldo"
Via Primaldo 41 – Otranto
A cento metri dal Castello Aragonese di Otranto
Possibilità di parcheggiare la moto in garage, camere dotate di TV, WiFi, zona relax comune molto carina. La struttura conta 7 camere totali, tutte al piano terra. La colazione è ovviamente compresa e è preparata in base alle vostre preferenze o abitudini.. Gentilezza e serietà.
http://www.viaprimaldo.com/
B&B Collotorto
Appena fuori al centro abitato di Mattinata. A 800 metri dal mare, immerso negli ulivi.
Possibilità di parcheggiare la moto nel parcheggio interno ma aperto. Camere senza TV ma con frigorifero. Pulizia, serietà e gentilezza.
http://www.bed-and-breakfast.it/pagina.cfm?id=5026&idregione=13
Da non perdere
Otranto-Centro Storico
Santa Maria di Leuca- Il Santuario
Alberobello-I Trulli
Castel del Monte-Il castello
Vieste-Centro Storico
La Foresta Umbra
1°Giorno: Bolzano-Otranto: 1150 chilometri
2° Giorno: Otranto-Santa Maria di Leuca-Gallipoli-Otranto: circa 200 chilometri
3°Giorno: Otranto-Alberobello-Castel del Monte-Mattinata: circa 470 chilometri
4°Giorno: Mattinata-Vieste-Foresta Umbra-Mattinata: circa 170 chilometri
5°Giorno: Mattinata-Bolzano: circa 860 chilometri
Dove mangiare:
Ristorante "Il Cantico dei Cantici"
Via Costantino I, nr 3 – Otranto Centro (LE)
Specialità a base di pesce, servizio celere e professionale. Prezzi adeguati alla qualità
Ristorante "Il Corsaro"
Via Immacolata 28 – Otranto Centro
Specialità pesce, prezzi buoni, cortesia e celerità
Trattoria Dalla Nonna
Ottimi piatti e vini locali. Prezzi corretti.
http://www.dallanonna.it/
Dove dormire:
Affittacamere B&B "Via Primaldo"
Via Primaldo 41 – Otranto
A cento metri dal Castello Aragonese di Otranto
Possibilità di parcheggiare la moto in garage, camere dotate di TV, WiFi, zona relax comune molto carina. La struttura conta 7 camere totali, tutte al piano terra. La colazione è ovviamente compresa e è preparata in base alle vostre preferenze o abitudini.. Gentilezza e serietà.
http://www.viaprimaldo.com/
B&B Collotorto
Appena fuori al centro abitato di Mattinata. A 800 metri dal mare, immerso negli ulivi.
Possibilità di parcheggiare la moto nel parcheggio interno ma aperto. Camere senza TV ma con frigorifero. Pulizia, serietà e gentilezza.
http://www.bed-and-breakfast.it/pagina.cfm?id=5026&idregione=13
Da non perdere
Otranto-Centro Storico
Santa Maria di Leuca- Il Santuario
Alberobello-I Trulli
Castel del Monte-Il castello
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La Foresta Umbra
Da Bolzano alla Puglia in solitaria
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