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I viaggi dei lettori
La Svizzera in custom
di Francesco e Valentina
il 18/03/2010 in I viaggi dei lettori
Eccovi il resoconto della vacanza che i nostri lettori hanno fatto in sella alla loro Shadow Spirit 750, partendo da Anzio e attraversando la Confederazione Elvetica
La Svizzera in custom
Perché non armarsi e partire?
Un buon pretesto per sfuggire all'afa del centro Italia nel bel mezzo dell'estate è proprio un viaggio in moto su per le montagne elvetiche.
Preparo il mio Spirit, riempiamo un "grosso e solo" borsone per due persone, mettiamo quel che rimane in uno zaino e nelle piccole borse laterali di pelle e siamo pronti: la prima tappa del viaggio è Como.
La mattina del 26 luglio ad Anzio (RM) è splendida, il cielo è sereno ed il traffico accettabile: dopo aver battuto la Nettunense, la Pontina ed il Raccordo Anulare di Roma, percorriamo la statale Aurelia fino a Livorno per poi raggiungere Pisa e mangiare un boccone per pranzo.
Piazza dei Miracoli è piena di gente e così ci confondiamo tra i mille turisti per scattare qualche foto.
La mattina del 26 luglio ad Anzio (RM) è splendida, il cielo è sereno ed il traffico accettabile: dopo aver battuto la Nettunense, la Pontina ed il Raccordo Anulare di Roma, percorriamo la statale Aurelia fino a Livorno per poi raggiungere Pisa e mangiare un boccone per pranzo.
Piazza dei Miracoli è piena di gente e così ci confondiamo tra i mille turisti per scattare qualche foto.
Peccato che il conto, che per due portate di spaghetti e due "cole" si è rivelato piuttosto salato.
Ci rimettiamo subito in viaggio ed in meno di cinque ore siamo a Como: dopo aver viaggiato per più di 750 km, il riposo è più che meritato, non tanto per me che ho guidato ma per la mia ragazza che lamenta qualche doloretto…
Ci rimettiamo subito in viaggio ed in meno di cinque ore siamo a Como: dopo aver viaggiato per più di 750 km, il riposo è più che meritato, non tanto per me che ho guidato ma per la mia ragazza che lamenta qualche doloretto…
Ci svegliamo nuovamente illuminati da un piacevole sole e, riallestita la moto, ci dirigiamo verso il confine pronti ad immergerci dentro quel paradiso che tanto sognavamo da qualche settimana.
Il primo impatto è determinante: traffico regolare, tutti rispettano alla lettera il codice della strada (anche il limite di velocità in autostrada ridotto in alcuni tratti ad 80km/h!) e il manto stradale è perfetto, senza neanche una buchetta.
Alle porte di Lugano già si respira un'aria da "vip": il tenore di vita sembra molto alto ma a rincuorarci è il prezzo della benzina che si aggira intorno ai 1,53 franchi, pari circa ad 1 euro al litro!
La mia moto già consuma pochissimo alle basse andature turistiche (anche 24 km/l) e con il carburante a quella cifra sembra di viaggiare a metano.
La città è meravigliosa e tutti sembrano occuparsi dei propri affari senza intralciare gli altri, circondati da una tranquillità che a Roma ci sognamo.
Ci rimettiamo in viaggio e, proseguendo verso nord, diamo un'occhiata in giro sostando a Bellinzona, realtà urbana verde e ricca di storia (sono da vedere i tre castelli), a Biasca, dove una piccola cascata fa da cornice ad una stazione ferroviaria, e ad Airolo, ultimo paesino del cantone italiano prima di intraprendere il Passo del San Gottardo.
La salita del passo è poco impegnativa ma la strada è comunque tortuosa e ricca di tornanti e, a mozzare il fiato, c'è una vista panoramica sulla valle a dir poco eccezionale, circondata da vette altissime ancora ricoperte in parte dalle nevi.
Dopo pochi minuti raggiungiamo l'Ospizio del Gottardo a circa 2.100 m. s.l.m. e dopo aver passeggiato tra le tante curve immortaliamo con uno scatto la neve a bordo strada che in estate raggiunge in alcuni tratti anche più di un metro di altezza.
Il parcheggio che da sul laghetto è pieno di motociclisti e così facciamo una passeggiata nei paraggi.
Non molto distante da lì un paesino molto affascinante è la meta ideale per il pranzo: Andermatt.
Pochi abitanti ma tanto legno, prati e boschi di conifere caratterizzano il posto, che sembra quasi il set cinematografico di Heidi.
Il nostro viaggio continua verso Lucerna, città dove pernotteremo in tutto tre notti. La raggiungiamo in poco tempo "passeggiando" lungo le statali che costeggiano in molti tratti l'autostrada.
Il mototurismo in queste zone è molto diffuso e a far da "testimoni" sono i numerosi motociclisti che abbiamo incontrato provenienti da Germania, Francia, Olanda, Polonia e anche dalla nostra terra.
Raggiunta la meta alleggeriamo la moto, lasciamo i bagagli in albergo e ci dirigiamo verso il centro della città per passare la serata.
Per essere una città di medie dimensioni, Lucerna sarebbe il posto ideale per vivere: tutto segue un ordine ben preciso, molta gente si muove in bicicletta e la natura regna in prossimità del centro urbano, con le acque del lago che rispecchiano un cielo privo di nuvole ed il monte Pilatus che si erge imponente e fa da guardiano sulla città.
il Kapellbrücke (Ponte della Cappella), realizzato in legno ai tempi del medioevo, è il monumento che più attira l'attenzione dei turisti.
Il primo impatto è determinante: traffico regolare, tutti rispettano alla lettera il codice della strada (anche il limite di velocità in autostrada ridotto in alcuni tratti ad 80km/h!) e il manto stradale è perfetto, senza neanche una buchetta.
Alle porte di Lugano già si respira un'aria da "vip": il tenore di vita sembra molto alto ma a rincuorarci è il prezzo della benzina che si aggira intorno ai 1,53 franchi, pari circa ad 1 euro al litro!
La mia moto già consuma pochissimo alle basse andature turistiche (anche 24 km/l) e con il carburante a quella cifra sembra di viaggiare a metano.
La città è meravigliosa e tutti sembrano occuparsi dei propri affari senza intralciare gli altri, circondati da una tranquillità che a Roma ci sognamo.
Ci rimettiamo in viaggio e, proseguendo verso nord, diamo un'occhiata in giro sostando a Bellinzona, realtà urbana verde e ricca di storia (sono da vedere i tre castelli), a Biasca, dove una piccola cascata fa da cornice ad una stazione ferroviaria, e ad Airolo, ultimo paesino del cantone italiano prima di intraprendere il Passo del San Gottardo.
La salita del passo è poco impegnativa ma la strada è comunque tortuosa e ricca di tornanti e, a mozzare il fiato, c'è una vista panoramica sulla valle a dir poco eccezionale, circondata da vette altissime ancora ricoperte in parte dalle nevi.
Dopo pochi minuti raggiungiamo l'Ospizio del Gottardo a circa 2.100 m. s.l.m. e dopo aver passeggiato tra le tante curve immortaliamo con uno scatto la neve a bordo strada che in estate raggiunge in alcuni tratti anche più di un metro di altezza.
Il parcheggio che da sul laghetto è pieno di motociclisti e così facciamo una passeggiata nei paraggi.
Non molto distante da lì un paesino molto affascinante è la meta ideale per il pranzo: Andermatt.
Pochi abitanti ma tanto legno, prati e boschi di conifere caratterizzano il posto, che sembra quasi il set cinematografico di Heidi.
Il nostro viaggio continua verso Lucerna, città dove pernotteremo in tutto tre notti. La raggiungiamo in poco tempo "passeggiando" lungo le statali che costeggiano in molti tratti l'autostrada.
Il mototurismo in queste zone è molto diffuso e a far da "testimoni" sono i numerosi motociclisti che abbiamo incontrato provenienti da Germania, Francia, Olanda, Polonia e anche dalla nostra terra.
Raggiunta la meta alleggeriamo la moto, lasciamo i bagagli in albergo e ci dirigiamo verso il centro della città per passare la serata.
Per essere una città di medie dimensioni, Lucerna sarebbe il posto ideale per vivere: tutto segue un ordine ben preciso, molta gente si muove in bicicletta e la natura regna in prossimità del centro urbano, con le acque del lago che rispecchiano un cielo privo di nuvole ed il monte Pilatus che si erge imponente e fa da guardiano sulla città.
il Kapellbrücke (Ponte della Cappella), realizzato in legno ai tempi del medioevo, è il monumento che più attira l'attenzione dei turisti.
Quando ripartiamo ad attenderci c'è la Capitale elvetica e la sveglia è alle 8.00.
Un consiglio? Fate colazione e rifornitevi di acqua nei supermercati o nei piccoli "Migros" dove potete risparmiare fino a 4 volte rispetto ai prezzi del vostro albergo.
Il centro storico di Berna è racchiuso in una penisoletta il cui perimetro è bagnato dalle acque del fiume Aare ed è così carino che vien voglia di definirlo "una bomboniera".
Ci si arriva in moto attraversando il grande ponte che sovrasta il fiume sopra citato e, alle porte dell'area pedonale, si parcheggia indisturbati: nessuno ha intenzione di rubare niente, tanto che mi sono imbarazzato di essere l'unico ad avere il blocca disco come antifurto.
Le vie della capitale sono caratteristiche e ricche di ornamenti ma, ad essere sincero non c'è molta gente in giro… Girando l'angolo, vediamo però una piazza ricca di bancarelle: la piazza del mercato.
Qui le cose cambiano e passeggiare diventa più piacevole.
Imponente ed accattivante è la gotica Cattedrale di San Vincenzo che, per nostra sfortuna, sta subendo dei lavori di manutenzione e quindi non è in un momento di massimo splendore.
Dopo pranzo siamo di nuovo in sella e raggiungiamo Thun, un piccolo paesino dall'aria fiabesca, che sicuramente deve parte del suo fascino all'imponente castello che si scorge in lontananza e che si erge nel centro storico, proprio come nelle favole che ci raccontavano da piccoli.
Anche qui ritroviamo il fiume Aare, emissario del lago omonimo della cittadina, con le sue acque così candide che molti ragazzi non stentano nel fare un tuffo per poi farsi trasportare dalla corrente fino alla più vicina "scaletta" al fianco di un ponticello.
Vi consigliamo di visitare l'interno dello "Schlossthun" (il castello sopra citato): costa circa 8 euro a persona ma ne vale la pena.
Sulla strada di ritorno verso Lucerna attraversiamo Interlaken, beneficiamo di una piazzola di sosta curata egregiamente e completa di servizi igienici allestiti in una graziosa casetta di legno e, durante i rifornimento di benzina, rimaniamo affascinati dal panorama che si mostra davanti ai nostri occhi: un valle verdeggiante dove vediamo "rientrare" i pascoli e le attività campestri che tendono a spegnersi con il calar del sole.
Un consiglio? Fate colazione e rifornitevi di acqua nei supermercati o nei piccoli "Migros" dove potete risparmiare fino a 4 volte rispetto ai prezzi del vostro albergo.
Il centro storico di Berna è racchiuso in una penisoletta il cui perimetro è bagnato dalle acque del fiume Aare ed è così carino che vien voglia di definirlo "una bomboniera".
Ci si arriva in moto attraversando il grande ponte che sovrasta il fiume sopra citato e, alle porte dell'area pedonale, si parcheggia indisturbati: nessuno ha intenzione di rubare niente, tanto che mi sono imbarazzato di essere l'unico ad avere il blocca disco come antifurto.
Le vie della capitale sono caratteristiche e ricche di ornamenti ma, ad essere sincero non c'è molta gente in giro… Girando l'angolo, vediamo però una piazza ricca di bancarelle: la piazza del mercato.
Qui le cose cambiano e passeggiare diventa più piacevole.
Imponente ed accattivante è la gotica Cattedrale di San Vincenzo che, per nostra sfortuna, sta subendo dei lavori di manutenzione e quindi non è in un momento di massimo splendore.
Dopo pranzo siamo di nuovo in sella e raggiungiamo Thun, un piccolo paesino dall'aria fiabesca, che sicuramente deve parte del suo fascino all'imponente castello che si scorge in lontananza e che si erge nel centro storico, proprio come nelle favole che ci raccontavano da piccoli.
Anche qui ritroviamo il fiume Aare, emissario del lago omonimo della cittadina, con le sue acque così candide che molti ragazzi non stentano nel fare un tuffo per poi farsi trasportare dalla corrente fino alla più vicina "scaletta" al fianco di un ponticello.
Vi consigliamo di visitare l'interno dello "Schlossthun" (il castello sopra citato): costa circa 8 euro a persona ma ne vale la pena.
Sulla strada di ritorno verso Lucerna attraversiamo Interlaken, beneficiamo di una piazzola di sosta curata egregiamente e completa di servizi igienici allestiti in una graziosa casetta di legno e, durante i rifornimento di benzina, rimaniamo affascinati dal panorama che si mostra davanti ai nostri occhi: un valle verdeggiante dove vediamo "rientrare" i pascoli e le attività campestri che tendono a spegnersi con il calar del sole.
Il viaggio procede bene ed è il momento di visitare Zurigo. Il cielo è un po' grigio e forse condiziona il nostro punto di vista sulle caratteristiche del posto: è pur sempre una città svizzera ma ci colpisce meno delle altre.
Così acquistiamo qualche souvenir, facciamo una breve passeggiata in centro, poi verso il lago e lasciamo subito Zurigo per dirigerci verso Sciaffusa.
Per raggiungere "Schaffhausen" ci facciamo coccolare dal tranquillo bicilindrico della mia Shadow e, dopo aver attraversato chilometri di campagne in piena tranquillità, attraversiamo il confine tedesco per poi rientrare in territorio elvetico e giungere finalmente sul luogo dove la forza della natura si manifesta sublime: le cascate del Reno.
Uno spettacolo davvero appagante, soprattutto grazie anche alla provvidenza che ci ha ridonato un pomeriggio di sole.
Ci godiamo questo spettacolo della natura e ritorniamo alla base.
Così acquistiamo qualche souvenir, facciamo una breve passeggiata in centro, poi verso il lago e lasciamo subito Zurigo per dirigerci verso Sciaffusa.
Per raggiungere "Schaffhausen" ci facciamo coccolare dal tranquillo bicilindrico della mia Shadow e, dopo aver attraversato chilometri di campagne in piena tranquillità, attraversiamo il confine tedesco per poi rientrare in territorio elvetico e giungere finalmente sul luogo dove la forza della natura si manifesta sublime: le cascate del Reno.
Uno spettacolo davvero appagante, soprattutto grazie anche alla provvidenza che ci ha ridonato un pomeriggio di sole.
Ci godiamo questo spettacolo della natura e ritorniamo alla base.
Ultimo giorno di viaggio, ci prende un po' di malinconia… Ma non è ancora finita!
Prima di ripartire visitiamo ancora Lucerna e ci rendiamo conto che non abbiamo visto tutto: mancano ancora infatti il monumento ai caduti alle guardie svizzere raffigurato da un Leone nella Pietra, e lo stupefacente Museo dei trasporti, una fiera dove sono esposti migliaia di veicoli, dalle antiche locomotive al passeggino per neonati, dall'aereo di linea alla zattera.
Le note negativa del viaggio? Solo il tempo ci ha fatto qualche dispetto: durante il ritorno abbiamo incontrato una perturbazione e quindi, di conseguenza, guidato per circa 35 km sotto la pioggia battente.
Ma soprattutto a causa del mal tempo ci è stato impossibile intraprendere nuovamente il passo del San Gottardo e così abbiamo percorso il lungo traforo: 17 km a 80 km/h dietro un treno di camion e circa 40 C° (con tutto che fuori la temperatura era di circa 15 C°…)
Dopo il pernottamento a Como, siamo definitivamente "pronti" per tornare a casa.
A parte questa piccolissima nota il viaggio è stato stupendo e sicuramente molto economico: somma spesa per due persone, abbiamo speso un migliaio di euro tutto compreso per 6 giorni.
Le note negativa del viaggio? Solo il tempo ci ha fatto qualche dispetto: durante il ritorno abbiamo incontrato una perturbazione e quindi, di conseguenza, guidato per circa 35 km sotto la pioggia battente.
Ma soprattutto a causa del mal tempo ci è stato impossibile intraprendere nuovamente il passo del San Gottardo e così abbiamo percorso il lungo traforo: 17 km a 80 km/h dietro un treno di camion e circa 40 C° (con tutto che fuori la temperatura era di circa 15 C°…)
Dopo il pernottamento a Como, siamo definitivamente "pronti" per tornare a casa.
A parte questa piccolissima nota il viaggio è stato stupendo e sicuramente molto economico: somma spesa per due persone, abbiamo speso un migliaio di euro tutto compreso per 6 giorni.
La Svizzera in custom
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